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Addio alla Tasi, ma ci sono risparmi?

Addio alla Tasi grazie alla cosiddetta mini riforma dell'IMU. Si tratta della cancellazione di una gabella, ma come hanno fatto i Comuni a sanare i mancati introiti della tassa comunale? Lo scoprirai leggendo questo articolo con informazioni di approfondimento sul tema.

28/12/2020
Addio alla Tasi, ma ci sono risparmi?

All’interno della Legge di Bilancio varata nel 2019, è inserita una mini riforma relativa all’Imu, una delle imposte che gravano sulla casa. Il tentativo è sempre quello di semplificare al massimo la vita dei contribuenti, piuttosto che abbattere la pressione fiscale, ma il risultato non sembra quello che ci si prefiggeva.

Per tentare di procedere con questa riforma formato tascabile, si era quindi pensato di cancellare la Tasi – il Tributo per i Servizi Indivisibili come per esempio l’illuminazione pubblica o la vigilanza urbana, la manutenzione stradale e altri ancora – che andava corrisposto ai Comuni da tutti i contribuenti titolari di un immobile. Di fatto, prima della riforma in questione, si era creata una vera aberrazione poiché erano attive due imposte del tutto simili per la loro peculiarità e che i proprietari di immobili erano costretti a versare due volte. 

Cancellando la Tasi, però, ai Comuni è toccato un problema da risolvere: il minor gettito erariale. Criticità parzialmente risolta con un escamotage: l’aumento dell’Imu, che i Comuni possono liberamente decidere di applicare. Nella pratica quindi lo Stato ha cancellato un’imposta, lasciando ai  Comuni la responsabilità di trovare la soluzione al minor gettito.

La situazione dopo la cancellazione della Tasi

Grazie a un report realizzato per Il Sole24ore da BlueNext e a un’enorme banca dati resa disponbile dalla collaborazione con tutte le Software House nazionali che hanno il loro core business nel settore tributario locale, è stato possibile analizzare meglio la situazione.

Il rapporto ha posto in confronto i dati delle delibere tributarie del 2019. I risultati sono stati molto interessanti e hanno potuto confermare come i Comuni abbiano dovuto aumentare sia l’aliquota ordinaria sia quella che si applica sulla casa principale.

Ecco i dati emersi dallo studio:

  • Comuni che hanno aumentato l’aliquota ordinaria: 3.775;
  • Comuni che hanno ritoccato anche l’aliquota relativa alla casa principale: 4.029.

Nel 75% dei casi, peraltro, l’imposta viene versata dai proprietari degli immobili che sono accatastati come categoria “di lusso”. In massima sintesi, sulla carta il governo ha potuto dichiarare di aver finalmente cancellato un’imposta ma, alla verifica dei fatti, si è trattato unicamente di un’operazione di cui i contribuenti non hanno potuto avvantaggiarsi, visto che i Comuni hanno dovuto aumentare le imposte locali per finanziare le mancate entrate.

Fisco italiano: ancora troppe imposte in vigore

Non è facile semplificare un sistema fiscale come quello italiano, anche in considerazione dell’alto numero di imposte attive e di coefficienti di calcolo. Se si considera che al momento attuale sono circa 160.000 le aliquote in vigore, è facile comprendere la difficoltà di alleggerire tutto il sistema e renderlo più snello, facile per il contribuente e anche meno pesante da sopportare a livello economico. 

Il Sars Cov2 nel sistema tributario locale

Ovviamente, l’avvento dell’emergenza sanitaria ha posto nuove criticità a tutto il sistema dei tributi locali, già di difficile semplificazione come spiegato in precedenza. La crisi economica già in essere prima della dichiarazione della pandemia mondiale, ha aggravato la situazione a tutto tondo. L’auspicio è che, proprio grazie – o a causa – del virus, si possa porre finalmente la prima pietra per risolvere questioni divenute ormai urgenti per tutta la collettività.

Versamento IMU con aliquote del 2019

Nessun rinvio è stato stabilito per il versamento del saldo IMU 2020 e il 16 dicembre è rimasta la data ultima per il pagamento. È bene ricordare una cosa: non avendo avuto i Comuni il tempo necessario per ricalcolare le aliquote, il valore dell'IMU è stato calcolato sulle aliquote previste per il 2019: la cifra versata sarà quindi la stessa che i contribuenti hanno versato per l’acconto di Giugno.

A cura di: Emilia Urso Anfuso

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