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Quanto si spende per l’acquisto di un immobile?

I continui aumenti fatti segnare dalle transazioni immobiliari hanno portato il settore fuori da quella crisi che lo ha interessato negli ultimi anni, con un trend di crescita da attribuire in particolare al maggiore potere d’acquisto degli italiani su prezzi che continuano a segnare livelli ai minimi storici.
Tuttavia, la spesa sostenuta per l’acquisto risente ancora del periodo difficile affrontato dai risparmiatori. A confermarlo è una ricerca dell’Ufficio Studi del Gruppo Tecnocasa, che evidenzia come la maggiore concentrazione della richiesta sia compresa ancora nella fascia di spesa più bassa, fino a 120.000 euro, salita al 26%. L’indagine, basata sui dati del primo semestre, stabilisce anche che il 23,9% della domanda riguarda la fascia tra i 120 e i 169 mila euro e il 22,5% quella tra i 170 e i 249 mila euro.
Alcune realtà si discostano da queste medie. A Roma la maggioranza delle preferenze, il 24,5%, riguarda immobili dal valore compreso tra 250.000 e 349.000 euro mentre a Firenze, Bari e Milano gli acquirenti si concentrano nel range di spesa compreso tra i 170.000 e i 249.000 euro. Sopra la media anche Bologna, dove il 32,6% dei compratori sborsa una cifra che varia tra i 120.000 e 169.000 euro.
L’acquisto della casa non è solo un obiettivo degli acquirenti più giovani (under 40), visto che una percentuale significativa riguarda anche gli utenti già in pensione (che possono sostenere più facilmente la spesa grazie alla liquidazione ottenuta). Secondo Tecnocasa, la quota delle compravendite effettuate dai pensionati ammonta all’8,5% dei trasferimenti totali, una percentuale che però è in diminuzione dello 0,9% rispetto al 2016. Nel 90,9% dei casi l’acquisto è effettuato in contanti, con le richieste di mutuo che hanno rappresentato solo il 9,1% delle transazioni. Guardando le tipologie di case comprate si nota che le richieste degli ex lavoratori si sono concentrate maggiormente sui trilocali (38,8%), seguiti dai bilocali (27,8%) e dai quattro locali (13,6%); ville, villette, rustici, case indipendenti e semi-indipendenti rappresentano in toto il 12,9% degli acquisti.
Nel 62,5% dei casi i pensionati hanno comprato l’abitazione principale, mentre il 10,7% ha riguardato una casa vacanza, quest’ultima in calo dell’1,8%. In discesa anche la finalità per investimento (-0,7%), che si è attestata al 26,2%.
A proposito di investimento, ricordiamo che il rendimento annuo lordo nelle grandi città è in lieve crescita, attestandosi al 4,9%. La percentuale rilevata sempre da Tecnocasa viene stimata in base all’analisi del compravenduto, nella tipologia “medio usato” (immobili con caratteristiche e finiture non di particolare pregio, ma neppure economiche e con più di 10 anni di età), e dei canoni di locazione, che prendono come riferimento il prezzo di un bilocale. Le province che hanno il rendimento annuo più elevato sono Verona (5,9%) e Palermo (5,5%).
Ricordiamo che dal 2008 a oggi si è rilevato nel settore delle case un crescente ricorso alla locazione. Gli ultimi dati ufficiali dell’Agenzia delle Entrate – risalenti all’anno 2015 e riportati nella news "Crescono le locazioni e i rendimenti degli affitti" – dicono che sono stati 1.668.791 i contratti di affitto stipulati su tutto il territorio nazionale, una cifra quattro volte più grande del numero di compravendite realizzate nello stesso periodo. Le stipule locative hanno riguardato oltre 2 milioni di immobili, tra cui quasi 1,4 milioni hanno avuto come finalità l’abitazione principale.
L’aumento dei rendimenti fa sì che l’acquisto con finalità di investimento sia sempre un’ottima opportunità per i risparmiatori. Non dimentichiamo che la compravendita può essere facilitata dalla stipula di un mutuo, visto che i tassi sui finanziamenti ai minimi permettono all’utente di dilazionare la spesa.
Per analizzare le condizioni di mutuo basta consultare MutuiOnline.it, il portale leader nel mercato italiano della distribuzione di prodotti di credito che individua i migliori finanziamenti disponibili.
Simulando al 24 novembre la richiesta di un cliente di Agrigento – impiegato 50enne, acquisto seconda casa – per un prodotto a tasso variabile a 15 anni del valore di 90.000 euro (prezzo dell’immobile di 200 mila euro), risulta quale proposta più vantaggiosa Mutuo Variabile di BNL-Gruppo BNP Paribas che offre ai propri clienti una rata mensile di 524,05 euro al tasso dello 0,63% (Taeg 1,11%). Le spese di istruttoria e perizia sono rispettivamente di 720 e 320 euro mentre per l’imposta sostitutiva il cliente dovrà sborsare 1.800 euro.
Per un mutuo a tasso fisso si distingue Intesa Sanpaolo, che prevede una rata mensile di 556,65 euro (Tan 1,45% e Taeg 2%) e spese di istruttoria e perizia pari a 550 e 320 euro. Risulta invece quale prodotto più economico a gestione online Hello Bank! che offre una rata fissa di 558,67 euro al Tan dell’1,5% (Taeg 1,92%). I costi di istruttoria ammontano a 200 euro, quelli di perizia a 300 euro. Per l’erogazione del mutuo è necessaria la presenza di un conto corrente Hello bank! di pari intestazione, nel caso di mutuo mono-intestato, o di intestazione pari ad uno dei cointestatari, nel caso di mutuo co-intestato.
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