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Anticresi
L’anticresi è un tipo di contratto per cui un debitore si impegna a consegnare al creditore un immobile a garanzia del credito. Il creditore, dunque, gode dei frutti dell’immobile come restituzione prima degli interessi e poi del capitale.
In sostanza, se un debitore non è in grado di restituire un prestito, l’immobile posto a garanzia entra nella disponibilità del creditore, che ne gode i frutti. Questa forma contrattuale, bisogna sottolineare, è ormai desueta, anche se era diffusa nell’Italia meridionale durante il XIX secolo. Anche se rimane regolata dal codice civile italiano, nei fatti non è praticamente più utilizzata.
A prima vista, l’anticresi potrebbe somigliare all’ipoteca. In realtà, però, le differenze tra le due sono molto significative. Con l’ipoteca, il possesso dell’immobile ipotecato non passa al creditore, ma resta al debitore, che può anche goderne. L’ipoteca, poi, è una causa di prelazione, e offre al creditore ipotecario un privilegio rispetto ad altri creditori.
L’istituto dell’anticresi è molto antico, dato che risale addirittura al diritto romano, ma oggi, come dicevamo, è ormai considerato desueto. Infatti, se un debitore fatica a riparare un creditore, invece di consegnargli l’immobile a garanzia potrebbe ad esempio affittarla per trovare il denaro necessario a ripagare il debito. Il creditore che entra in possesso del bene, inoltre, è obbligato a pagare molte spese e ad amministrarlo e conservarlo con cura.
In ogni caso, per rendere valido un contratto di anticresi devono sussistere determinate caratteristiche: il contratto deve essere scritto, deve avere una durata limitata a massimo 10 anni (e in ogni caso fino all’estinzione del debito), il contratto deve essere scritto ed è vietato il patto commissorio, cioè l’immobile non può diventare proprietà del creditore in caso di insolvenza.
Ultimo aggiornamento settembre 2019