Altri marchi del Gruppo:
Trovaprezzi
Prestitionline.it
Segugio.it
logo mutuionline.it
Chiama gratis 800 99 99 95 Chiama gratis 800 99 99 95

Swg: come il Covid ha cambiato le preferenze abitative

La voglia di sicurezza e il timore di contagi hanno spinto molti italiani a riconsiderare il concetto abitazione: dopo il Covid desiderano passare più tempo in casa, la cercano più spaziosa e vicina al verde. Magari situata in periferia piuttosto che in città. In futuro avranno meno ospiti.

23/10/2020
Swg: come il Covid ha cambiato le preferenze abitative

I quasi due mesi di lockdown in cui gli italiani sono stati costretti a condividere, più del ‘normale’, gli spazi domestici, hanno avuto un impatto profondo nella loro vita. Molti si sono dovuti inventare un angolo di lavoro nella loro abitazione, altri sono stati chiamati a gestire molto più a lungo del solito i loro figli. Altra novità catapultata dalla pandemia, oltre a quella del telelavoro, è infatti la didattica a distanza, che ha implicato spazi dedicati e il ricorso a tecnologie adeguate. Insomma, è cambiata radicalmente la percezione dei cittadini su come deve essere la casa ideale. Il sondaggio di Swg, ‘Radar – Niente sarà più come prima’, ha messo in evidenza come sono stati questi cambiamenti e, soprattutto, la direzione che stanno prendendo.

Per 6 italiani su 10 è cambiato il modo di vivere la casa

Il lockdown, ma anche il periodo seguente, hanno spinto molti italiani a cambiare dunque i modi in cui viene vissuta l’abitazione, nonché a riconsiderare le proprie concezioni della casa. Lo smart working, per esempio, ha avuto il merito di far scoprire la seconda casa come un’opzione interessante da sfruttare non solo come casa vacanza. In particolare, secondo la ricerca condotta nella settimana tra il 28 settembre e il 4 ottobre, per il 13% i cambiamenti sono stati piuttosto drastici, con una punta che sale al 21% tra chi abita nelle zone urbane centrali. Per il 49% (percentuale che sale al 62% nelle grandi città) la percezione è cambiata solo un po’, mentre è rimasto lo status quo per il restante 38% della popolazione.

Più tempo in casa e meno ospiti

Gran parte delle persone si è abituata a passare più tempo tra le mura domestiche rispetto a prima della pandemia. Per la precisione, rispetto a prima dell’inizio dell’emergenza sanitaria, negli ultimi mesi il 64% degli italiani passa più tempo a casa (con una quota che balza al 73% tra i residenti in una casa indipendente). A rafforzare l’idea che la carenza di spazio a disposizione è stato uno dei loro principali problemi è anche la percentuale di chi dice che non è cambiato nulla: nell’intero Paese questa quota si attesta al 28%, ma balza al 40% tra i residenti nei piccoli centri. C’è una netta tendenza ad avere meno ospiti, con il 61% che dice di averne ricevuti meno rispetto a prima della pandemia da coronavirus.

Il 42% vuole trasferirsi fuori città

Nel sondaggio di Swg emerge inoltre una certa propensione alla fuga dai centri cittadini: il 42% di chi abita nelle aree centrali preferirebbe trasferirsi fuori dall’area urbanaù, verso zone più verdi e tranquille. Naturalmente, in questo ambito, le opinioni cambiano sensibilmente se si analizzano le risposte delle varie fasce di età: i giovani rimangono più attratti dalle aree urbane, a differenza delle persone più mature. Nel dettaglio, tra i 18 e 34 anni la quota di preferenze per il centro città è del 25%, a scapito dell’8% che preferirebbe vivere lontano. Gli over 34 scelgono per il 21% una casa lontano dal centro cittadino.

Prevale l’idea che bisogna ripensare i centri urbani

Tuttavia, molti italiani ritengono che non siano le città il problema di questo particolare momento, bensì siano gli stili di vita delle persone a dover essere ripensati. L’idea comune infatti è che il Covid-19 abbia dimostrato che la vita così come l'abbiamo finora vissuta nelle città non sia più sostenibile. Lo pensa il 45% delle persone intervistate durante il sondaggio Swg: solo il 9% è convinto che la vita nelle città non comporti particolari problemi. Il 30% invece ritiene che bisognerebbe riprogettare l’urbanistica delle città, per renderle più vivibili, mentre il 10% si ‘arrende’ e sostiene che l’unica soluzione sia andare a vivere fuori dalle città.

Un trend, quest’ultimo, che emerge anche dalle indicazioni delle principali agenzie immobiliari, che segnalano un sensibile aumento di chi vuole acquistare – anche una prima casapiù in periferia, con spazi verdi e possibilmente indipendente. Il momento è per altro reso favorevole da un surplus dell’offerta (che rende le quotazioni più convenienti) e dai tassi di interesse scesi di nuovo ai minimi.

A cura di: Fernando Mancini

Come valuti questa pagina?

Valutazione media: 4 su 5 (basata su 1 voto)

Articoli correlati