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Moratoria mutui: famiglie meno vulnerabili

La moratoria sui mutui ha reso le famiglie italiane meno vulnerabili dal punto di vista finanziario. All’iniziativa ha aderito il 12 pct dei soggetti indebitati, circa 350mila persone. Senza un’estensione delle moratorie le famiglie, secondo Banca d’Italia, possono tornare ad avere difficoltà. 

06/04/2021
persona che firma un documento su una scrivania
Grazie alle moratorie sui mutui, le famiglie italiane sono meno vulnerabili.

La crisi originata dalla pandemia da coronavirus ha colpito duramente l’economia italiana e, in modo particolare, chi ha acquistato la prima casa accendendo un mutuo. Per fornire un sostegno alle famiglie indebitate, il Governo ha ampliato dallo scorso marzo l’ambito di operatività del Fondo di solidarietà per questi mutui (il cosiddetto fondo Gasparrini), che prevede la possibilità di sospendere temporaneamente il pagamento delle rate del debito fino a 18 mesi al verificarsi di condizioni di temporanea difficoltà. A un anno dall’introduzione, Banca d’Italia traccia un primo bilancio sull’efficacia di questo strumento.

Hanno aderito il 12% delle famiglie indebitate

Le famiglie indebitate hanno fatto ampio ricorso alle moratorie, soprattutto nei primi mesi della crisi generata dalla pandemia: tra marzo e giugno sono state accolte oltre 90mila domande di adesione al Fondo, quasi 17 volte quelle attivate nel 2011 durante la crisi dei debiti sovrani.

Alla fine del 2020, circa 350mila famiglie avevano aderito alla moratoria, l’1,5% del totale e il 12% di quelle indebitate. In linea con le condizioni di accesso, le richieste di sospensione delle rate sono riconducibili, riporta Banca d’Italia, soprattutto a individui che dichiarano di aver subito un calo del reddito familiare superiore al 25% rispetto al periodo precedente alla crisi, che operano nell’industria, nei servizi, nei settori del commercio e della ristorazione.

Più richieste dalle regioni dov’è maggiore la presenza di mutui

La maggior parte delle domande accolte proviene da famiglie residenti nel Nord Italia, riflettendo anche la maggiore presenza di famiglie con mutuo rispetto al Centro-Sud. Oltre il 50 per cento delle richieste riguarda lavoratori che hanno subito una sospensione del lavoro per almeno 30 giorni lavorativi consecutivi o una riduzione oraria di almeno il 20%: due terzi di loro hanno beneficiato di una sospensione delle rate per un periodo di 6 mesi e il rimanente terzo per un periodo compreso fra 12 e 18 mesi.

Molti degli italiani che nel 2020 non hanno sfruttato gli aiuti del Governo, hanno però fatto ricorso alla surroga, una valida alternativa alla moratoria che permette di ridurre il costo dei mutui. In pratica hanno scelto di rimodulare i termini del finanziamento cogliendo la finestra favorevole offerta dai bassi tassi d’interesse. Secondo l’Osservatorio Mutui di MutuiOnline.it, il ricorso alle surroghe o sostituzione nel 2020 ha raggiunto il massimo degli ultimi cinque anni (al 50% dal 49,3% del 2019).

Circa il 20% del debito sospeso in scadenza nel 2020

Per circa il 20% del debito sospeso il periodo di moratoria sarebbe scaduto nel 2020, per oltre il 60 scadrebbe al più tardi entro la prossima primavera e per la parte rimanente entro fine 2021. Secondo le previsioni macroeconomiche di dicembre, nello scenario base la percentuale di famiglie finanziariamente vulnerabili (quelle con un reddito sotto il valore mediano della popolazione e un servizio del debito superiore al 30% del reddito disponibile) sarebbe pari a circa il 2% del totale (circa mezzo milione di nuclei familiari) con una quota del debito a rischio intorno al 10% alla fine del 2020 e del 2021.

Senza le misure di sostegno più famiglie vulnerabili

L’adesione alle moratorie è stata sostanzialmente proporzionale alla distribuzione delle famiglie indebitate in base al reddito familiare: nel 2020 oltre due terzi delle famiglie beneficiarie della misura avrebbero un reddito superiore alla mediana, una quota analoga a quella del totale dei nuclei familiari esposti in questa classe di reddito.

Certamente in assenza delle moratorie, nello scenario base, sia la quota di famiglie finanziariamente vulnerabili sia la quota del loro debito sarebbe stata più elevata di oltre un decimo nel 2020, un po’ meno quest’anno.

Rinnovo dell’estensione delle moratorie

Con l'estensione della durata delle moratorie di dodici mesi rispetto alla scadenza originaria, nel 2021 la quota di famiglie finanziariamente vulnerabili e il loro peso sul debito si ridurrebbero. Questa estensione, secondo Via Nazionale, risponde all’ipotesi di un rinnovo dell’adesione alle moratorie da parte delle famiglie in difficoltà e tiene conto anche degli effetti della legge di conversione del decreto Ristori, che proroga al 9 aprile 2022 il termine per avvalersi dei benefici del Fondo Gasparrini per i mutui in ammortamento da meno di un anno.

Banca d’Italia, le famiglie possono tornare ad avere difficoltà

Anche perché, sottolinea ancora l’analisi, al termine del periodo di sospensione, una quota di nuclei familiari che hanno beneficiato della misura potrebbe avere difficoltà a riprendere il regolare pagamento delle rate, poiché la loro capacità di sostenere gli oneri del debito dipenderà dalle condizioni generali dell’economia e dal recupero del reddito individuale. È pertanto cruciale definire il termine delle moratorie e distribuirne gli effetti nel tempo.

A cura di: Fernando Mancini

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