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Immobiliare post Covid-19: addio affitti brevi

09/06/2020
Immobiliare post Covid-19: addio affitti brevi

Era diventato un vero boom quello degli affitti brevi, un business che cresceva a vista d’occhio e attirava sempre più proprietari: chi per investimento, chi per mettere a reddito una proprietà e chi invece lo aveva fatto diventare un vero e proprio mestiere. Di fatto, negli ultimi anni le case degli italiani hanno iniziato a dare ospitalità a migliaia di turisti, studenti, professionisti e lavoratori per brevi o brevissimi periodi, cambiando la fisionomia del mercato immobiliare.

Poi le cose sono inaspettatamente cambiate, e tra le rivoluzioni che si sono compiute nel giro di pochi mesi, il comparto degli affitti brevi è stato uno di quelli che ha maggiormente risentito della crisi.

I numeri del nuovo mercato immobiliare

In un momento critico in cui vendere bene è difficile, chi può, rinuncia a cedere la proprietà e invece affitta, ma necessariamente per periodi più lunghi. I destinatari delle locazioni per lunghi periodi sono coloro che avrebbero dovuto comprare e invece non sono più nelle condizioni di farlo, e chi intende migliorare la propria condizione abitativa, perché nel frattempo ha cambiato le abitudini di vita e la casa si è rivelata troppo piccola per accoglierle.

L’analisi di Idealista sull’offerta immobiliare

Il portale analizza il trend di vendite e affitti dalla fine della Fase 1 nei principali centri del Paese. Ne emerge un quadro molto interessante che vede la città di Milano perdere il 21% dell’offerta complessiva di case in vendita e guadagnare il 25% di offerta di affitti. Il dato si fa molto più marcato se si considerano le offerte da privati: sono -85% le vendite rispetto a un anno fa e +26% gli affitti.

I numeri sono rilevanti anche a Roma, dove si registra -1,8% di vendite e +28% di affitti; a Torino, con -2,0% di vendite ma ben 101% in più di affitti e a Bologna, dove si registra -18% e +109%.

Interessante anche il dato di Napoli, che fa rilevare invece una crescita complessiva sia di vendite (+8,0%) che di affitti (+20%).

Le stime degli esperti

Non è difficile pensare che il mercato sconterà le conseguenze della pandemia ben presto: secondo gli esperti, saranno dalle 150 alle 200 mila in meno le case che si venderanno rispetto al 2019.

Riguardo ai prezzi, non ci si attende grandi sconvolgimenti. Le case di valore, quindi con terrazzo, balconi e ai piani alti, non subiranno flessioni di prezzo e l’unica possibilità di fare un affare sarà nel caso in cui il proprietario avesse urgenza di vendere perché colpito dalle conseguenze della pandemia.

Il nuovo mercato degli affitti

Sempre meno affitti brevi dunque, perché purtroppo il turismo non ne richiamerà, almeno per i prossimi anni. Sarà così anche per gli studenti, che con molta probabilità continueranno a frequentare da casa e per buona parte di lavoratori e professionisti, perché le aziende hanno scoperto che l’efficienza e la performance non cambiano quando il lavoro è gestito da remoto.

Investire in una seconda casa da mettere a reddito: il mutuo migliore

Il mattone non perde dunque il suo appeal, ma trasforma le sue potenzialità come investimento. Per chi intendesse approfittarne, anche ricorrendo a un mutuo, può trovare tassi di interesse a livelli molto vantaggiosi.

Se poi si ha l’accortezza di servirsi di un comparatore come MutuiOnline.it il gioco è fatto: si accede alle migliori offerte di mutuo seconda casa del mercato, in base alle proprie esigenze. Bastano alcuni dati essenziali da inserire nel form e si ha in pochi minuti, completamente gratis, visibilità delle offerte.

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A cura di: Paola Campanelli

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