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Il Covid dà l’ennesimo colpo all’immobiliare: tassi mai così bassi

A determinare il vertiginoso calo dei tassi fino allo 0,5% ci sono i valori registrati sui mercati europei dagli indicatori ai quali i nostri tassi si agganciano: Irs ed Euribor, i tassi che determinano il costo rispettivamente di un tasso fisso e di un tasso variabile.

25/09/2020
Il Covid dà l’ennesimo colpo all’immobiliare: tassi mai così bassi

Il post Covid del mercato immobiliare non è solo il crollo delle compravendite oltre il 27% nel secondo semestre dell’anno (dati Agenzia delle Entrate), ma è anche un ulteriore ribasso dei tassi di interesse praticati dalle banche.

Il nuovo minimo registrato sul mercato per i mutui prima casa è 0,5%, quando prima del diffondersi dell’epidemia un mutuo a tasso fisso dell’1,5% era già a buon mercato.

A determinare il vertiginoso calo dei tassi ci sono i valori registrati sui mercati europei dagli indicatori ai quali i nostri tassi si agganciano: Irs ed Euribor, i tassi che determinano il costo rispettivamente di un tasso fisso e di un tasso variabile. In questo momento l’Irs a 10 anni viaggia su valori negativi (-0,22%), l’Irs a 20 anni registra valori sotto lo zero (0,05%), mentre l’Euribor è passato a segnare lo 0,4% dallo 0,7% del periodo pre-Covid.

Il prezzo di un mutuo? Adesso sono solo le banche a determinarlo

Il crollo verticale dei tassi europei ha decretato una nuova regola sui prezzi dei mutui, che adesso sarebbero determinati praticamente dal solo spread delle banche, in sostanza il margine di guadagno che gli istituti di credito si riservano quando concedono un mutuo. Ma poiché la domanda è drasticamente diminuita, le banche conducono la loro battaglia sul mercato per accaparrarsi clienti e lo fanno offrendo condizioni super vantaggiose. Ne segue che la competizione tra gli istituti di credito è molto accesa, a completo vantaggio dei consumatori.

Le ripercussioni dei tassi sulla rata e su fisso e variabile

A cascata, i minori tassi di interesse e le condizioni migliori praticate dalle banche, hanno ridotto la rata mensile dei mutui. Gli italiani pagano infatti 333 euro in media, meno 3,2% rispetto a prima del Covid.

Allo stesso modo il calo così importante del costo del fisso ha ridotto di tanto la differenza con il tasso variabile, tanto che la forbice tra il costo dei due è passata da 80 a 20 centesimi. In sostanza, scegliere un tasso fisso costa praticamente quanto un tasso variabile e questo spiega perché 9 nuovi mutui su 10 in questo momento sono a tasso fisso.

Quanto costa accendere un mutuo adesso

Diamo un esempio pratico di quanto si potrebbe spendere in questo momento per un mutuo a tasso fisso.

Su MutuiOnline.it l’offerta di migliore tasso fisso il 25 settembre è proprio a 0,50% (Taeg 0,66%), con una rata mensile di 481,73 euro. Sono le condizioni di Crédit Agricole Italia e il suo Mutuo Base, il mutuo prima casa da gestire in filiale, che offre la polizza casa gratuita (simulazione effettuata su una somma di 110.000 euro a 20 anni, valore immobile 250.000 euro nella città di Milano).

Quanto durerà ancora il crollo dei tassi?

Probabilmente non a lungo, perché se le misure in cantiere per la ripresa post Covid sortiranno l’effetto desiderato – dal Recovery Found alle disposizioni straordinarie stabilite dal Governo per i vari comparti dell’economia -, l'auspicio è di un rialzo dei valori.

Di certo non parliamo di un futuro immediato, per il semplice motivo che le conseguenze della pandemia hanno appena iniziato a manifestarsi concretamente e sarebbe molto difficile una ripresa dei valori in così breve tempo. Ma occorre comunque approfittare della congiuntura favorevole e valutare seriamente un mutuo a queste condizioni.

A cura di: Paola Campanelli

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