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Coronavirus e sospensione del mutuo non sempre conviene

13/06/2020
Coronavirus e sospensione del mutuo non sempre conviene

L’emergenza economica scaturita dall’avvento della pandemia mondiale, e più in particolare riferita all’Italia che, con la chiusura prolungata di tutte le attività industriali e lavorative durante il lockdown, ha provocato danni non di poca gravità ai nuclei familiari, ha aperto le porte a uno scenario relativo ai mutui in corso.

La sospensione delle rate del mutuo, è davvero conveniente?

Da cosa nasce questa riflessione? Perché non è conveniente chiedere, come è stato reso possibile attraverso il fondo di solidarietà inserito dal Governo Conte bis nel decreto Cura Italia, la sospensione di rate dei mutui in corso e in un periodo così difficile? Cerchiamo di comprendere meglio innanzitutto il funzionamento del fondo di solidarietà e a chi è dedicato, e perché è bene riflettere attentamente prima di correre a chiedere la sospensione delle rate del mutuo.

Fondo di solidarietà: come funziona per l’emergenza Coronavirus

Il fondo di solidarietà, o fondo Gasparrini, fu istituito nel 2007 dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, per permettere ai beneficiari di mutui per la prima casa, e per un valore fino a 250.000 euro, di poter chiedere la sospensione delle per un periodo di 18 mesi.

Questo fondo è a sostegno di coloro che, per sopraggiunte difficoltà economiche, si trovino nell’impossibilità di poter pagare le rate del mutuo acceso per l’acquisto della prima casa.

Per sostenere i nuclei familiari aggrediti dalla crisi economica scoppiata a causa dell’avvento del Coronavirus, nel decreto Cura Italia è stato rifinanziato con 400 milioni di euro il fondo di solidarietà.

La platea dei beneficiari è la seguente:

  • Lavoratori che hanno subito una sospensione o una riduzione dell’orario di lavoro per un periodo di almeno 30 giorni (Cassa Integrazione o altri ammortizzatori sociali)
  • Lavoratori autonomi e liberi professionisti, inclusi artigiani e commercianti, (per un periodo di 9 mesi dall’entrata in vigore del Decreto legge n.18/2020) che hanno registrato in un trimestre successivo al 21 febbraio 2020 una riduzione del fatturato superiore al 33% rispetto a quanto fatturato nell’ultimo trimestre 2019 in conseguenza del lockdown
  • I titolari di mutui per un importo massimo di 400.000 euro
  • I titolari di mutui che fruiscono della garanzia del Fondo di cui all'articolo 1, comma 48, lettera c), della legge 27 dicembre 2013, n. 147, il cosiddetto Fondo di garanzia per i mutui prima casa.

Anche chi ha contratto un mutuo da meno di 12 mesi può accedere al fondo.

Sospensione delle rate del mutuo: ecco perché non sempre conviene

Secondo Roberto Anedda, Vicepresidente e Direttore Marketing Gruppo MutuiOnline, non sempre chiedere la sospensione delle rate rappresenta la soluzione migliore. Il motivo? È presto detto ed è Anedda a chiarirlo: «è necessario capire se possono esserci soluzioni più convenienti o più adatte rispetto alla sospensione delle rate. Per esempio, è possibile, anche se non regolamentato, che a chi chiede e ottiene il congelamento delle rate, la banca non consenta più di surrogare il mutuo, ossia di  trasferirlo per un prodotto più conveniente.

Invece, con i tassi attuali ai minimi storici, e mutui fissi con tassi dallo 0,55-0,60 allo 0,80-0,85%, che danno la garanzia di rimborsare negli anni sempre lo stesso importo e mettersi al riparo da un futuro che resta incerto per redditi e lavoro, andrebbe verificata anche questa strada. Ridurre il tasso permette di abbassare anche molto la rata, che può essere ulteriormente alleggerita allungando, sempre con la surroga, la scadenza».

Attenzione anche a un altro criterio che non tutti conoscono: poiché la sospensione delle rate può arrivare fino a un massimo di 18 mesi, periodo calcolato però in proporzione alla riduzione dell’attività lavorativa, non a tutti sarà concesso di poter ottenere il massimo periodo di tempo previsto per legge. In alcuni casi, infatti, si può presentare una sospensione per un minor numero di mesi. Inoltre, come ha chiarito Anedda:  “Si parla di sospensione, non di cancellazione delle rate. Il Fondo di solidarietà, quindi lo Stato, si fa carico «solo» del 50% della quota interessi che versa alla banca. Al termine del congelamento delle rate, quindi, chi ha sottoscritto il mutuo dovrà versare, spalmato, il restante 50% di interessi relativo ai mesi di sospensione delle rate più la quota capitale. Ovviamente, più il mutuo è all’inizio, e quindi maggiore il peso degli interessi sulla rata, più elevato è il vantaggio economico. Ovvero il risparmio determinato dalla garanzia statale sul 50%».

In conclusione: prima di decidere di chiedere di poter entrare a far parte dei beneficiari del fondo di solidarietà per l’emergenza Coronavirus, è meglio informarsi e verificare la soluzione migliore, secondo la situazione personale.

A cura di: Emilia Urso Anfuso

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