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Arriva la stangata sulla seconda casa: come risparmiare con il mutuo

31/10/2019
Arriva la stangata sulla seconda casa: come risparmiare con il mutuo

Sono poco incoraggianti per chi acquista casa le novità che arrivano dal documento che contiene l’ultima Manovra del Governo. In lista e in attesa di essere approvati, ci sarebbero l’aumento dell’imposta ipotecaria e catastale da 50 a 150 euro sui trasferimenti immobiliari soggetti all’imposta di registro (prima casa e altri immobili) e l'innalzamento dell'aliquota della cedolare secca dal 10% al 12,5%.

Chi compra una casa per investimento si troverà così non solo le già alte imposte stabilite finora per le seconde abitazioni, ma anche una serie di aumenti poco piacevoli. Come abbiamo trattato più volte, ad esempio in “Quanto pesa il fisco sull’acquisto della seconda casa”, la tassazione prevede non solo la corresponsione dell’IMU (attualmente non prevista per la prima casa), ma anche:

  • l’imposta di registro pari al 9% del prezzo di cessione o del valore catastale rivalutato (2% nel caso di prima casa);
  • l’imposta ipotecaria di 50 euro (identica nel caso di prima casa);
  • l’imposta catastale di 50 euro (identica nel caso di prima casa);

Nel caso si faccia ricorso a un mutuo, bisogna aggiungere l’imposta sostitutiva sui finanziamenti del 2%, che è invece pari a 0,25% per la prima casa.

Quali altri costi comporta la gestione di una seconda casa

La questione da valutare è quale sia lo scopo dell’acquisto di una seconda abitazione, se per uso personale e come seconda casa di vacanza o destinata ai figli universitari, o ancora come patrimonio da mettere a reddito.

Il calcolo delle spese che comporta l’acquisto di un immobile da destinare all’affitto è abbastanza complesso, perché dovrà tenere conto di una serie di voci di costo fisse: dalla manutenzione ordinaria e straordinaria nel tempo, alle tasse sulla transazione, quella sulla proprietà (Imu, Tari e Tasi), le spese condominiali e i redditi derivanti dall’affitto.

Cosa valutare prima di acquistare una casa da mettere a reddito

Una congiuntura di fenomeni sociali ha portato in grande auge la casa come sistemazione di vacanza preferita, ma anche di soggiorni brevi durante una trasferta di studio o lavoro. Le seconde case sono diventate fonte di reddito specialmente nelle aree più interessanti dal punto di vista artistico e culturale, come delle università e del lavoro: in tutti questi centri si è assistito a una crescente domanda di affitti.

Lo stesso boom degli affitti brevi, una formula che ha sconvolto le vecchie modalità di soggiorno, ha portato non poca confusione in termini fiscali, visto che il metodo di pagamento delle imposte è differente rispetto a una locazione classica.

Prima di acquistare un immobile da destinare a una qualche forma di reddito sarà dunque necessario valutare il potenziale rendimento, perché i guadagni che ne deriveranno dall’affitto possano far rientrare dalle ingenti spese di tenuta della casa.

Un’area di risparmio importante: il mutuo

Una buona notizia c’è per chi sta valutando se investire nel mattone, e riguarda la convenienza di servirsi di un mutuo seconda casa per sostenerne l’acquisto.

In questo momento di tassi eccezionalmente bassi, accendere un mutuo può essere la soluzione per non dare fondo ai risparmi e spalmare la spesa nel tempo. Per farsi un’idea di costo, basta andare su MutuiOnline.it e consultare la sezione migliori mutui seconda casa di oggi: si potrà così valutare ad esempio la convenienza di scegliere un tasso fisso se la durata del mutuo è lunga, con un costo molto simile al tasso variabile. Oppure, se si ha in mente un finanziamento di 10/15 anni, allora si potrà ridurre la rata all’osso con il migliore variabile, i cui tassi sono garantiti molto bassi ancora per qualche anno.

Un esempio? Se supponiamo di richiedere il 21 ottobre nella città di Roma un importo di 110.000 euro a 20 anni per un valore dell’immobile di 160.000 euro, l’offerta migliore secondo il comparatore di MutuiOnline sarà Mutuo Domus Fisso di Intesa Sanpaolo. La rata da corrispondere è di 493,71 euro, Tan 0,75% e Taeg 1,14%.

A cura di: Paola Campanelli

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