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Spread e mutui al primo banco di prova

Pubblicato il 07/12/2018

Aggiornato il 06/12/2019

Spread e mutui al primo banco di prova

Se si cercava una risposta riguardo alla ormai lungamente dibattuta influenza dello spread sui mutui, quello che sta accadendo in questo momento ai tassi di interesse è qualcosa di veramente esemplare.

A rilevare lo stato di salute dei nostri finanziamenti e l’insolito andamento dei tassi in questo clima non proprio favorevole, è l’Osservatorio di MutuiOnline.it relativo all’ultimo trimestre dell’anno. Come abbiamo sottolineato recentemente anche in “Mutui: chi può stare tranquillo con i nuovi rincari?”, le dinamiche dei mutui dipendono dagli indici Eurirs ed Euribor, il cui trend è strettamente correlato alla decisioni prese in materia di politica dei tassi applicata dalla Bce.

Non c’è alcun legame diretto invece con lo spread, inteso come differenza di rendimento tra i nostri Btp e i Bund tedeschi, ma questo non vuol dire che si debba escludere una ripercussione delle tensioni dei mercati finanziari sui mutui, perché le stesse banche con molta probabilità a lungo andare riverseranno sui maggiori costi alla clientela la perdita di valore del loro patrimonio.

Calano a novembre i valori di Euribor e Eurirs

In controtendenza dunque a quanto si potesse prevedere, in Europa gli indici Euribor ed Eurirs perdono valore, regalando nuovi ribassi. Nello specifico, a ridursi è l’Eurirs: quello a 20 anni a novembre passa all’1,45%, dall’1,51% di ottobre, invertendo la tendenza all’aumento ormai in atto dal mese di luglio. L’Euribor a 1 mese, invece, non batte ciglio e rimane stabile a -0,37%, mentre il tasso a 3 mesi non si muove dal segnare -0,32%.

Importi medi ancora in crescita

Riguardo alle richieste di mutuo, l’Osservatorio registra il valore più alto dal 2014, pari a 132.173 euro, contro i 128.974 del trimestre precedente. Anche dal lato delle erogazioni assistiamo all’importo maggiore mai rilevato dal 2014: 125.450 euro verso i 124.223 del trimestre precedente.

Il 35,2% degli italiani richiede una somma tra i 50.000 e i 100.000 euro, il 31,6% tra i 100.000 e i 150.000 euro. Stessa proporzione per le erogazioni, che vedono il 37,6% nel primo intervallo di importo e il 33,8% nel secondo.

Giù ancora le surroghe

Sono il 42,1% le richieste di mutuo surroga, contro il 48,2% del trimestre scorso, mentre dal lato delle concessioni le banche hanno ancora molto da smaltire e fanno registrare il 52,6% di sostituzioni e surroghe. Interessante, da parte della domanda, la crescita dei mutui per acquistare una seconda casa (ora al 5,9%), a testimonianza di una tendenza che vede impiegare i risparmi nell’acquisto di una casa da mettere a reddito, magari con la formula dell’affitto breve.

L’inarrestabile scalata del tasso fisso

Nonostante a risentire meno delle turbolenze dei mercati sia stato negli ultimi tempi proprio il tasso variabile, non si ferma la corsa al tasso fisso, che nel quarto trimestre riguarda l’84,7% del campione rilevato, percentuale mai realizzata in precedenza nello storico dell’Osservatorio. A decretare il successo della sicurezza del fisso ci si mettono anche le banche, che lo hanno concesso all’88,8% dei richiedenti, sicure di garantirsi con le condizioni attuali clienti fedeli anche per il futuro.

La cautela delle banche nella durata delle erogazioni

Si richiedono durate più lunghe, ma le banche faticano a concederle. Dalla parte della domanda aumentano infatti i mutui sui 20 anni (ora al 33,6% verso il 32,8% del trimestre precedente) e 30-40 anni (23,3% contro 22,4% del terzo trimestre). In risposta, gli istituti di credito fanno crescere i mutui a 20 anni (43,9% contro 39,1%) e quella a 15 anni (16,3% verso 15,6% precedente).

Percentuali finanziate in aumento

Recupera quasi un punto e mezzo il loan-to-value (percentuale di valore dell’immobile finanziata dal mutuo) nella fascia 70-80%, rilevando nel quarto trimestre 2018 il 37,0% delle richieste, mentre dalla parte delle concessioni gli aumenti si distribuiscono sostanzialmente su due fasce: ancora quella 70-80% con il 26,4% delle erogazioni (prima al 25,9%) e la fascia 40-50% con il 17,5% dei mutui concessi (prima al 15,8%).

Il profilo dei nuovi mutuatari

Del nord Italia (42,1%), di età compresa tra i 36 e i 45 anni (43,1%), con un impiego a tempo indeterminato (82,4%) e un reddito tra i 1.500 e i 2.000 euro (35,7%): questo il profilo più comune di chi ha richiesto un mutuo. Le erogazioni avvengono ancora una volta prevalentemente nel nord Italia (48,8%), a soggetti che hanno tra i 36 e i 45 anni (46,2%) e un impiego stabile (86,3%), oltre che uno stipendio tra i 1.500 e i 2.000 euro nel 40,4% dei casi.

I migliori tassi su MutuiOnline.it

Per fornire un riscontro immediato di quanto sostenuto nel corso di questa analisi, vediamo ora i migliori tassi fissi e variabili offerti dal portale MutuiOnline.itsimulando la richiesta di un impiegato 35enne di Milano che necessita di 100.000 euro da restituire in 20 anni per un valore dell’immobile di 200.000 euro.

Banco BPM propone la soluzione più conveniente, con Acquisto Tasso Fisso Last Minute e una rata mensile di 582,37 euro. Il Tasso Fisso è dell’1,56% (IRS 20A+0,15%) e il Taeg dell’1,76%, con spese di istruttoria e perizia rispettivamente di 600,00 e 320,00 euro.

Il miglior mutuo a tasso variabile è invece Mutuo Arancio Variabile di ING con una rata di 523,70 euro, Tasso Variabile dello 0,73% (Euribor 3M+1.05%) e Taeg 0,83%. Le spese di istruttoria sono di 500,00 euro, quelle di perizia 250,00 euro. La Banca offre l’assicurazione casa gratuita e lo spread ridotto di 0,30 punti se si addebita la rata su un conto corrente ING.

A cura di: Paola Campanelli

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