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ABI: è ancora minimo storico dei tassi di interesse

21/05/2018
ABI: è ancora minimo storico dei tassi di interesse

Nonostante la situazione politica di incertezza e quella economica che fa ancora fatica a tornare ai periodi pre-crisi, il mercato dei mutui sta bene e prosegue la sua inesorabile crescita a colpi di buone notizie per chi non ha ancora compiuto il grande passo o chi si appresta a cambiare le condizioni del suo finanziamento.

Secondo il Rapporto di maggio dell’ABI, l’Associazione Bancaria Italiana, a fine marzo 2018 la variazione annua dello stock dei mutui per l’acquisto di abitazioni ha segnato +2,7%, quando nello stesso periodo del 2014 aveva toccato il valore minimo di -1,3%. Un miglioramento che riflette, tra le altre cose, la crescita del mercato delle abitazioni (le compravendite sono aumentate del 4,1% rispetto al trimestre precedente) e le ancora favorevoli condizioni dei prezzi che hanno registrato una lieve flessione dello 0,4% rispetto al 2017.

Come abbiamo avuto modo di riportare in "Banca d’Italia: il problema dell’immobiliare restano i prezzi", le previsioni per il 2018 non sono poi molto positive, e l’eventuale rafforzamento della domanda potrà portare solo a una debole ripresa.

L’incredibile caduta dei tassi

Non è ormai più una novità, ma dai dati Abi emerge un nuovo minimo anche per il tasso medio sulle nuove operazioni di finanziamento per acquisto di abitazioni: ad aprile ha segnato l’1,85% quando solo lo scorso marzo aveva toccato il minimo storico dell’1,88%. Era il 5,72% a fine 2007.

Migliora ancora la qualità del credito

Altra evidenza che emerge dal Rapporto dell’Abi è il calo delle sofferenze nette che pesano sui bilanci delle banche italiane, ridottesi al nuovo minimo di 53,9 miliardi di euro a marzo dai 54,5 miliardi di febbraio, un valore in diminuzione di 655 milioni rispetto ai 54,5 miliardi del mese precedente. In 15 mesi, hanno subito un calo di quasi il 38%.

Tasso fisso, che passione!

I tassi di interesse così bassi ispirano ad acquistare la migliore assicurazione che possa garantirsi un mutuatario: il tasso fisso, soprattutto se le condizioni non sono molto differenti da quelle di un mutuo a tasso variabile. Nell'ultimo mese la quota del flusso di finanziamenti a tasso fisso è risultata infatti pari al 72,6%, contro il 71,9% del mese precedente.

Sui mutui a tasso fisso la durata ventennale ha registrato il nuovo record di sempre con un valore dell’1,4%, e anche allungando la durata ai 30 anni i tassi partono dall’1,79%, ben al di sotto della soglia del 2%.

Il parere dell’esperto

Roberto Anedda, direttore marketing del Gruppo MutuiOnline, commenta così l’ennesima impennata delle preferenze verso il tasso fisso: “tassi fissi sotto il 2% vengono percepiti come estremamente convenienti anche da chi non è esperto e rappresentano un’assicurazione a basso costo contro le incertezze legate all’andamento del costo del denaro nell’arco di periodi di tempo pluridecennali. Tassi più bassi, inoltre, generano rate più contenute e meglio sostenibili dalle famiglie, quindi mutui più facilmente ottenibili e per importi più elevati. Si prolunga così il momento favorevole per acquistare casa, grazie alle quotazioni immobiliari ridotte del 25-30% dai continui anni di calo e ai mutui con tassi ai minimi”.

Le condizioni favorevoli ci sono tutte, e la ripresa procede in maniera moderata e organica, come si deve a una normale situazione del mercato, senza gli eccessi dei periodi di boom che nei primi anni 2000 hanno finito per danneggiare il mercato, ponendo le basi per quella crisi che poi ha lo condannato per dieci lunghi anni e creando gli scompensi che ancora oggi lo stesso comparto paga.

Quanto costa al mese un tasso fisso e quanto un tasso variabile

Partendo dal dato tecnico che vede l’Euribor inchiodato da oltre un anno sugli stessi valori negativi, tra -0,3 e -0,4%, e l’Eurirs che non va oltre la fascia 1,5-1,6% per le scadenze più lunghe di 20 e 30 anni, vediamo con un esempio concreto la differenza di rata tra un mutuo a tasso fisso e uno a tasso variabile.

La simulazione è fatta con MutuiOnline.it, il portale di comparazione leader in Italia, su un mutuo prima casa di 130.000 euro a 20 anni per un valore dell’immobile di 200.000: a richiederlo è un impiegato milanese di 40 anni.

Mutuo Unicredit Tasso Finito ha una rata di 621,35 euro al Tasso Fisso dell’1,40% e Taeg 1,56%. Le spese iniziali sono per l’istruttoria di 500 euro e la perizia, 211,06 euro. Le spese periodiche sono gratuite e a vantaggio del cliente il prodotto prevede tre tipi di servizi:

- Taglia Rata, per sospendere il pagamento della quota capitale fino a un massimo di 12 mesi.
- Riduci Rata, per allungare il piano dei pagamenti fino a un massimo di 48 mesi.
- Sposta Rata, per slittare in avanti il piano dei pagamenti fino a un massimo di tre mesi.
Tali servizi sono attivabili a partire dal ventiquattresimo mese successivo all’erogazione, in presenza di regolare ammortamento e su richiesta del cliente.

Se lasciamo le stesse condizioni e supponiamo che il cliente scelga un tasso variabile, allora la soluzione più conveniente è Mutuo Tasso Variabile Sempre light di Ubi Banca. La rata da corrispondere sarà di 583,48 euro al Tasso Variabile dello 0,75% e Taeg 0,85%. Le spese di istruttoria sono di 600 euro, quelle di perizia di 275 euro. Il mutuo non ha spese di gestione periodica, mentre lo spread applicato al finanziamento decresce di 5 b.p. (pari a 0,05%) ogni 5 anni a partire dall’inizio del quinto anno.

La differenza tra i due mutui?

37,87 euro, una cifra veramente irrisoria da corrispondere in cambio della tranquillità di un finanziamento che rimarrà sempre invariato alla vulnerabilità dei tassi di mercato per tutta la sua durata.

A cura di: Paola Campanelli

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