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Mutui: dal record di costo del 2006 al record di convenienza del 2016

16/04/2017
Mutui: dal record di costo del 2006 al record di convenienza del 2016

Quello che è accaduto nell’ultimo anno del mercato dei mutui ha dello straordinario, come ampiamente commentato nella news "Mercato immobiliare: i numeri di un grande anno", ma occorre avere una visione più ampia e valutarlo come parte di un processo più lungo. I dati dell’Agenzia delle Entrate ci aiutano a costruire l’andamento del capitale medio erogato per singola unità, il tasso di interesse medio praticato e la rata iniziale.

Per comprendere bene la vicenda dei mutui nel nostro Paese, basta considerare lo storico del dato più indicativo: la rata mensile. Per sostenere un mutuo nel 2008 si doveva pagare infatti una rata di 812 euro, a dicembre 2016 quella stessa cifra si è ridotta di quasi 250 euro, arrivando a segnare in media 568 euro. Una situazione piuttosto anomala, che ha pagato lo scotto di comportamenti e logiche dettate da un entusiasmo tuttavia destinato a svelare i suoi punti di debolezza nel corso degli anni.

Se torniamo alle altre variabili, vediamo che l’andamento dei tassi di interesse si mantiene abbastanza uniforme dal 2006 fino al 2008, gli anni d’oro dell’immobiliare e dei mutui. I tassi sono in quel periodo altissimi: dal 4,33% del 2006 si passa al 5,32% del 2007, fino a raggiungere a fine anno il 5,5%. Il 2008 segna l’inversione di tendenza, perdendo 1,82 punti percentuali e proseguendo in caduta libera fino al mese di dicembre, che regala un 3,68%. La discesa proseguirà per tutto il 2009 e arriverà a registrare a fine di quell'anno il 2,73%. L’apertura del 2010 segna invece un cambiamento di rotta, perché i tassi riprendono a crescere fino ad arrivare alla punta massima del 4,25% del dicembre 2012, ma tornano a ridursi incessantemente fino a oggi, con i valori che conosciamo bene e che saranno del 2,31% nel dicembre 2016.

Stessa sorte per gli importi erogati per ogni singola unità abitativa, che partono da 125 mila euro nel 2006 per raggiungere la punta massima di 135 mila euro tra il 2011 e il 2012 e iniziare a gennaio 2012 la lenta ridiscesa che li porterà a 114 mila euro nell’annata 2014-2015. Solo nel 2016 a un andamento decrescente dei tassi si accompagnerà una lieve risalita degli importi medi erogati fino a 120 mila euro, quando le banche riprenderanno a concedere mutui con la dovuta cautela dettata da una congiuntura di debolezza e fragilità del sistema bancario ed economico in generale.

Nello stesso anno i finanziamenti per la casa arriveranno a segnare un +27,3% rispetto al 2015, registrando un volume di erogato pari a 29,4 miliardi di euro su 246 mila unità immobiliari compravendute, oltre 50 mila in più dell’anno precedente. Nel 2016 il 48,5% delle famiglie acquista un immobile facendo ricorso a un mutuo, oltre il 3% in più rispetto a quanto rilevato nel 2015. Pur se con un atteggiamento più previdente, che porterà a scegliere durate più contenute, in media di 22 anni, il 2016 si guadagna a pieno merito il titolo di anno più fortunato dei mutui immobiliari.

Ma il 2016 non sarà ricordato solo come anno dei mutui, perché c’è un’altra variabile che troverà il suo momento di massima auge. Parliamo del tasso fisso e di una convenienza dovuta agli indici di riferimento che non ha pari nella storia dei tassi di interesse. Così, i 2/3 dei finanziamenti concessi nello scorso anno è a tasso fisso e nonostante questo 2017 si sia aperto con numeri contrastanti e leggeri incrementi dei valori dell’Eurirs, si può pacificamente sostenere che la maggior parte dei mutuatari continua a scegliere la sicurezza del tasso fisso. Per contro, L’Euribor continua a rimanere negativo e il tasso variabile, come visto in "Tassi ai minimi storici: torna a far gola il variabile" è ancora la scelta di una buona fetta di contraenti.

Per quanto andrà avanti questa situazione? Gli analisti sembrano non aver dubbi: lo abbiamo visto nella news "Ancora fermi per qualche anno i prezzi dell’immobiliare" e di fatto i valori negativi continueranno almeno fino al 2018, quando inizieranno una lenta risalita per arrivare a segnare comunque lo 0,64% a fine 2021, anno in cui è previsto un pareggiamento dei valori del fisso e del variabile.

Per adesso godiamoci i bassi tassi. Quelli di MutuiOnline.it sono sicuramente i più convenienti del mercato, perché frutto per ogni richiesta di una comparazione fra oltre 60 istituti di credito. Per cercare il proprio mutuo migliore bastano pochi semplici passi e forse meno un minuto di tempo.

A cura di: Paola Campanelli

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