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Ancora fermi per qualche anno i prezzi dell’immobiliare

05/04/2017
Ancora fermi per qualche anno i prezzi dell’immobiliare

Il settore immobiliare italiano, le cui ultime notizie si possono leggere nell’articolo "Mercato immobiliare: i numeri di un grande anno", continua a farsi strada tra luci e ombre, in attesa che si concretizzino le aspettative di crescita del Paese.

L’ultima indagine sul comparto arriva da Nomisma che nel primo Osservatorio sul Mercato Immobiliare 2017 analizza i dati più recenti e le aspettative per il prossimo futuro. La disamina ha riguardato soprattutto i numeri delle compravendite residenziali, con quelle realizzate nel corso del 2016 che si sono attestate sulle 528.865. Per l’anno in corso Nomisma prevede 565.391 transazioni, una cifra che aumenterà a 584.523 nel 2018 e addirittura a 615.513 nel 2019.

Diverse invece le aspettative sui prezzi, che secondo l’Istituto dovrebbero ritrovare vigore solo fra qualche anno. Nel 2016 le variazioni annuali degli importi in 13 grandi città (Bari, Bologna, Cagliari, Catania, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Padova, Palermo, Roma, Torino, Venezia) hanno fatto segnare una flessione dell’1,5% per le abitazioni usate, del 2,3% per gli uffici, dell’1,6% per i negozi e del 4% per i capannoni. Per queste province Nomisma si attende nel biennio 2017-2018 variazioni che resteranno in territorio negativo: a partire dal 2019 si dovrebbe tornare a un +0,4% per le abitazioni e +0,5% per i negozi mentre per gli uffici è previsto un ulteriore arretramento dello 0,2%.

Guardando il volume degli investimenti immobiliari corporate, l’Osservatorio ha stimato una cifra record di 9,1 miliardi di euro per il 2016 contro gli 8 miliardi di euro del 2015. Questa variazione ha fatto sì che il peso degli investimenti italiani sul totale europeo potesse salire al 3,6% (era il 2,9% nel 2015), un risultato da attribuire all’interesse per il territorio nazionale sia degli operatori stranieri che di quelli domestici.

L’Osservatorio traccia anche un bilancio relativo ai mutui, riscontrando l’incremento dei prestiti concessi grazie al parziale ripristino di una logica competitiva tra le banche. La stima di Nomisma per il 2016 parla di una cifra erogata che ammonta a 49,3 miliardi di euro, di cui il 26,3% ha riguardato surroghe e sostituzioni, mentre le previsioni per l’anno in corso portano a una cifra totale di 52,1 miliardi. Il trend di crescita dovrebbe continuare fino al 2019, quando l’importo totale dovrebbe toccare i 55 miliardi di euro. Qualche preoccupazione per il settore bancario arriva dai non performing loans, vale a dire i prestiti la cui riscossione è incerta, che ancora appesantiscono i bilanci degli intermediari. Tali crediti sarebbero arrivati – secondo elaborazioni che si basano sui dati Bankitalia – a quasi 326 miliardi di euro (+274% rispetto al 2008), di cui 197 miliardi già annoverati tra le sofferenze.

A proposito di finanziamenti per la casa, ricordiamo che il portale di riferimento per la scelta del miglior mutuo resta MutuiOnline.it. Simulando al 30 marzo la richiesta con finalità di acquisto prima casa di un lavoratore dipendente – trentacinquenne della provincia di Milano con uno stipendio di 2.600 euro, mutuo di 135.000 euro a 25 anni e valore dell’immobile di 180.000 euro – risulta quale prodotto a tasso fisso più conveniente quello di Intesa Sanpaolo, con una rata mensile di 582,11 euro al Tasso del 2,15% (Taeg al 2,33%). Mutuo Domus Fisso applica spese di istruttoria e perizia pari rispettivamente a 700 e 320 euro, finanziando di norma fino all’80% del valore dell’immobile. L’immobile offerto in garanzia deve essere assistito da una polizza assicurativa contro i danni causati da incendio, scoppio, fulmine, per tutta la durata del finanziamento. 

Optando per il tasso variabile e con gestione online, si riscontra la maggiore convenienza di IW Bank Private Investments, che prospetta una quota mensile di 521,09 euro e Tan dell’1,2% (Taeg 1,22%). Le spese di istruttoria sono di 950 euro, pari a zero invece quelle di perizia. L’importo massimo finanziabile per gli edifici appartenenti alle classi energetiche A e B è pari all’80% del minore tra il valore di perizia dell'immobile e il prezzo di compravendita dichiarato nell’atto. È limitato invece al 70% del valore della casa per gli stabili appartenenti a classi energetiche diverse. 

A cura di: Paola Campanelli

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