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Case d’Italia: prezzi ancora in calo

Pubblicato il 10/02/2017

Aggiornato il 24/01/2020

Case d’Italia: prezzi ancora in calo

Contro gli aumenti dei prezzi delle case nei mercati immobiliari di tutta Europa, + 3,4% in media nel terzo trimestre del 2016 rispetto all’anno precedente, c’è un’eccezione che continua a fare controtendenza: il mercato italiano.

Dopo il secondo trimestre che aveva fatto rilevare -1,4%, come si legge in "Europa in crescita, ma in Italia le case costano sempre meno", i prezzi delle case italiane seguitano a segnare un dato negativo: -0,9% secondo Eurostat, un caso praticamente unico in Europa che vede fare peggio solo l’isola di Cipro con il -3,3%.

A guidare la classifica degli aumenti non c’è come si potrebbe pensare una potenza economica, ma ci sono i Paesi dell’Est, l’Ungheria in testa con +11,6%, la Lettonia con +10,8% e la Bulgaria con +8,8%.

A rispondere a questo fenomeno quanto mai peculiare ci pensa Confindustria, che parla di un mercato immobiliare affossato da una tassazione troppo alta e da imposte che continuano a costituire un deterrente all’acquisto. Ma probabilmente questa motivazione non è l’unica per cui il nostro immobiliare non decolla.

A ben vedere, il mercato italiano vive le contraddizioni tipiche di un grande Paese, con situazioni di seppure contenuta crescita dei prezzi. Parliamo dei grandi centri, Milano primo su tutti, divenuta oggetto del desiderio dei più ricchi investitori immobiliari del mondo, ma anche di Firenze, Bologna e Venezia, come si può leggere dall’analisi di Nomisma nella news "Istat, la debole ripresa dei prezzi delle case".

Quello che va considerato, dopo aver fatto una valutazione economica relativamente all’impegno che comporta l’acquisto di una casa adesso, è una spiegazione di natura puramente sociologica. Allora viene da rispondere che sì, probabilmente la casa è un bene primario per gli italiani, ma non lo è allo stesso modo di 30 anni fa. Soprattutto, non lo è più per la nuova generazione dei Millennials.

Primo, perché i giovani che oggi dispongono di almeno il 20% del prezzo di un immobile sono veramente pochi, visti gli stipendi inferiori di quasi il 20% rispetto ai loro coetanei degli anni Ottanta. In secondo luogo perché nell’epoca della condivisione fare uso di una casa, oggi in una città, domani probabilmente da un’altra parte del mondo vista la precarietà dei posti di lavoro, è meglio che dover sostenere un mutuo.

Di fatto le città d’Europa dove i prezzi salgono sono proprio quelle che offrono maggiori opportunità: di lavoro, di incontri, di idee. Si viene a Milano anche per studiare, per formarsi, per conoscere e per osservare. È così che esplodono fenomeni come gli affitti brevi, soluzioni transitorie per chi è di passaggio nella metropoli e vero e proprio business fiorente della città. La città, appunto, perché l’hinterland, che un tempo era stato rifugio delle giovani famiglie che non riuscivano a comprare uno spazio vitale in città, continua a vivere il calo dei prezzi delle case.

Tra le opportunità di chi volesse acquistare una seconda casa in uno dei centri più interessanti per il mercato immobiliare, c’è la possibilità di trovare un mutuo alle migliori condizioni su MutuiOnline.it, il portale di comparazione numero uno in Italia. Al 30 di gennaio la soluzione più conveniente per un impiegato di 40 anni residente a Milano, reddito 2.200 euro mensili, importo mutuo 150.000 euro, valore immobile 220.000 euro, durata 25 anni è quella offerta da UBI Banca. Mutuo a Tasso Fisso ha una rata di 635,78 euro al Tasso Fisso del 2,00% e Taeg 2,33%. Le spese da sostenere sono di 600 euro per l’istruttoria, mentre quelle di perizia dell’immobile sono zero.

Nel caso si optasse per il tasso variabile, le migliori condizioni sono quelle offerte da BancadinAmica, che offre un Tasso Variabile all’1,02% e Taeg 1,26%. Le spese di istruttoria sono di 750 euro, quelle di perizia 275 euro. Contestualmente al finanziamento viene offerto dalla Banca un conto corrente a zero spese.

A cura di: Paola Campanelli

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