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La nuova stagione degli affitti: Milano la più cara

23/03/2016
La nuova stagione degli affitti: Milano la più cara

È Milano la città con il primato degli affitti più cari d’Italia. Perché nel capoluogo lombardo non solo cercare casa è un’impresa, ma è anche un impegno economico importante.

I dati arrivano da una ricerca “sul campo”: Immobiliare.it nel febbraio scorso rilevava nel suo report periodico un prezzo medio per l’affitto di un monolocale di 620 euro al mese e di 1.200 euro per un trilocale.

Si parla di immobili situati in periferia, perché i prezzi degli affitti nelle zone centrali sono molto più alti e si rischia di arrivare per case di maggior pregio fino al doppio delle cifre medie rilevate.

Dopo Milano, le città più care d’Italia per affittare un appartamento sono Firenze e Roma. In entrambe, un monolocale costa circa 550 euro al mese. A seguire troviamo le citta di Bolzano con 520 euro, Siena con 440 euro, Venezia e Napoli che restano a 430 euro. Più economiche Bologna e Pisa, dove sono sufficienti 420 euro per affittare un monolocale, mentre a Como ne bastano 400.

Differente la classifica se si guardano le regioni. In testa troviamo infatti il Lazio con i prezzi più cari: qui affittare un bilocale di 65 metri quadri costa in media 770 euro. Al secondo posto troviamo il Trentino Alto Adige, dove il prezzo per lo stesso taglio non è molto distante, 740 euro e al terzo posto troviamo la Lombardia con 685 euro.

Quelli appena passati sono stati anni d’oro per gli affitti. Il momento difficile per il mercato immobiliare e la stretta delle banche sul credito avevano indotto molti proprietari a rinunciare alla vendita e mettere in affitto gli immobili di proprietà. Solo nell’ultimo anno le mutate condizioni del mercato dei mutui, apertosi in conseguenza alle manovre del governo finalizzate a un aumento della liquidità disponibile, hanno sbloccato le vendite con conseguente perdita sul fronte degli affitti: meno 1,8% la domanda e -2,2% l’offerta.

Diminuiscono dunque domanda e offerta, ma i prezzi aumentano. Dopo l’isolato episodio di dicembre scorso, che aveva visto il primo aumento di 4 anni consecutivi di ribassi, a febbraio scorso il mercato ha registrato un +1,7% rispetto allo stesso periodo del 2015.

È il nord Italia che guida il quadro negativo della domanda, perdendo il 3,7%, conseguenza di un aumento delle vendite e della disponibilità di acquisto, mentre il Centro rimane a meno 1,9%. In coda il Sud con un -0,2 %, dovuto con molta probabilità al fatto che il mercato immobiliare qui è ancora fermo e le condizioni economiche peggiori di molte famiglie non consentono l’acquisto della casa.

In controtendenza, cresce la domanda di affitti nei capoluoghi più grandi, segno che il modello abitativo delle grandi città europee inizia a diffondersi anche nel nostro Paese: dove la mobilità degli abitanti è alta, vince infatti la tendenza a non vincolarsi con l’acquisto della casa. “Tra le località con oltre 250 mila abitanti la domanda di affitto cresce, seppur di poco (+0,38%). Il dato è dimostrazione di una maggiore mobilità degli abitanti dei grandi centri, che sembrano assimilare almeno in parte le dinamiche abitative delle altre città europee, solitamente più propense all'affitto che alla vendita”.

Cala invece la richiesta di affitti nelle città più piccole, dove la domanda di locazione si è ridotta dell'1,6% rispetto a un anno fa.

Certo, in questa fase del mercato immobiliare, con i tassi d'interesse ai minimi storici e le banche che si fanno concorrenza decurtando lo spread per attrarre nuovi clienti, conviene di sicuro investire nell'acquisto di un immobile. Per chi sta pensando di accendere un mutuo, su MutuiOnline.it è possibile fare un preventivo confrontando le migliori proposte delle banche, il tutto a portata di click.

A cura di: Paola Campanelli

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