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Mutui: fenomeno tasso fisso

Pubblicato il 16/10/2015

Aggiornato il 10/03/2016

Mutui: fenomeno tasso fisso

Il fenomeno mutui non riguarda solo chi è in cerca di un’abitazione da acquistare. Proprio in quanto collegato a variabili finanziarie, economiche e del mercato del credito, l’andamento dei mutui riflette un momento anche sociale.

Accade così che in una fase di tassi sotto lo zero e spread negativi, i consumatori decidano che sia invece il tasso fisso la scelta migliore per il proprio finanziamento. Un vero e proprio boom negli ultimi mesi, che hanno visto i tre quarti dei mutui erogati a tasso fisso, l’unico che consente - a fronte di un lieve incremento del costo - di mettersi in sicurezza per il futuro.

A dimostrarlo, i dati dell’ultimo Osservatorio di MutuiOnline, che monitorando l’andamento dei mutui richiesti ed erogati degli ultimi dieci anni, costituisce un riferimento importante per capire il trend del mercato.

Scopriamo così che il 62,4% delle richieste riguarda un finanziamento a tasso fisso: era il 23,8% nello stesso periodo di due anni fa e l’80,8% nel secondo semestre del 2008, quando gli italiani cercavano in tutti i modi di mettersi al riparo dallo straordinario rialzo dei tassi di interesse, mentre il mercato immobiliare godeva di uno stato di salute che non avrà repliche negli anni a venire.

Solo il 34,4 richiede un tasso variabile. Era il 64,9% nel primo semestre dello scorso anno e il 18,1% nel secondo semestre del 2008. Attualmente, l’1,3% richiede un tasso misto e l’1,9% un tasso variabile con cap.

Dal lato delle erogazioni, i mutui a tasso fisso raggiungono il 74,5%, mentre erano solo il 30,9% nello stesso periodo dello scorso anno. Il 23,1% dei finanziamenti è erogato a tasso variabile e solo l’1,4% di fatto viene concesso a tasso misto. Una percentuale quasi irrilevante di mutui è erogata a tasso variabile con CAP, lo 0,9%, segno che la formula ha perso appeal rispetto al suo periodo di maggiore auge, il secondo semestre del 2009, quando il 31,1% dei mutui erano stati erogati con l’opzione CAP.

Cambia anche la durata dei finanziamenti richiesti, a discapito del lungo periodo che vede una contrazione importante: solo il 23,3% si spinge oltre i 30 anni. Era il 41,1% nel primo semestre del 2007 e il 43,1% nel primo semestre del 2012.

Anche il periodo dei 25 anni è in calo, segnando il 18,7% contro il 22,1% dello scorso semestre.

La maggior parte delle richieste copre invece i 20 anni, con il 26,6% delle richieste, mentre il 19,5% si ferma ai 15 anni e solo l’11,9% richiede un mutuo della durata inferiore o uguale ai 10 anni.

Se si guarda poi ai mutui effettivamente erogati, le percentuali non si discostano: il 17,3% dei mutui supera i 30 anni, il 20,8% dura 25 anni, il 27,9% 20 anni e il 22,7% 15 anni. Rimane un esiguo 11,3% dei mutui erogati per un periodo uguale o inferiore ai dieci anni.

E infine l’importo medio richiesto. È di 123.784 euro in questo secondo semestre, lontano dalla punta massima registrata nel primo semestre del 2010 di 145.505 euro. Facendo una comparazione con l’erogato, le cifre cambiano leggermente e diventano 118.394 euro in questa seconda parte dell’anno, trovando una punta nel secondo semestre del 2011 con 135.847 euro.

Il minimo effettivamente erogato lo ritroviamo nel primo semestre del 2005, quando si è registrata la media di soli 107.164 euro.

MutuiOnline.it consente di trovare le migliori offerte di mutui sul mercato, le più convenienti per le attese di ognuno. Simulando la richiesta di mutuo casa di un impiegato di 35 anni residente a Milano per un importo di 135.000 euro (valore dell’immobile 180.000 euro) e durata mutuo 25 anni, al 15/10/2015, l’offerta a tasso fisso più interessante è quella di Intesa Sanpaolo. Mutuo Domus Fisso prevede una rata di 619,32 euro, TAN 2,70% e TAEG 2,90%. I costi sono 700 euro per l’istruttoria e 320 euro per la perizia. 

Interessante anche la proposta di BancadinAmica, che con il suo Mutuo BancadinAmica a tasso fisso prevede una rata mensile di 643,70 euro. Il TAN è del 3,05% e il TAEG 3,14%. Richieste solo le spese di istruttoria al costo di 338 euro, mentre quelle di perizia sono pari a zero.

A cura di: Paola Campanelli

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