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Mercato immobiliare: uno sguardo all’Europa

Pubblicato il 15/10/2015

Aggiornato il 26/11/2015

Mercato immobiliare: uno sguardo all’Europa

Dopo anni di incertezza e andamenti discordanti, il mercato immobiliare europeo dà i suoi primi segnali di ripresa. Lo documenta la Bce, Banca Centrale Europea, che nell’articolo inserito nel suo ultimo bollettino economico dal titolo ‘The state of the house price cycle in the euro area’ scrive: “dopo un prolungato periodo di aggiustamento caratterizzato da qualche oscillazione, vi sono ora crescenti segnali che i prezzi delle case sono finalmente tornati a salire”.

Una vera e propria ripartenza, ancora più importante se si sottolinea la rilevanza strategica del mercato immobiliare all’interno del ciclo economico.

Si parla, è bene specificarlo, di una ripresa lenta e moderata, iniziata a metà dello scorso anno e che poco ha a che fare con i dati pre-crisi. Un ciclo naturale di assestamento che ha avuto il suo punto massimo nel 2007 e ha toccato invece il minimo nel 2013, ma nonostante tutto una crescita equilibrata che procede di pari passo a una migliorata condizione economica e di reddito dei singoli Paesi dell’Ue.

Più specificamente, alla fine del primo trimestre di quest’anno i prezzi delle case nell'Eurozona sono stati superiori dell'1,1% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente: in testa alla ripresa l'Irlanda, con una crescita del 16,8%, seguita dalla Germania con un +5% e dall’Austria che ha fatto registrare un + 3,6%.

A trainare il mercato globale dell’Eurozona ci sono proprio Austria e Germania, in particolare quest’ultima che ha registrato una crescita reale delle quotazioni, mentre per paesi come la Spagna e i Paesi Bassi si può parlare di una stabilizzazione dei prezzi e per l’Italia e la Francia addirittura di un ulteriore calo.

Il dato ottimista rilevato dalla Bce tiene conto tuttavia di un’analisi globale riferita all’intera area dell’Eurozona e davanti a fenomeni come la Germania che non ha vissuto in realtà mai una vera e propria crisi ma ha mantenuto un andamento costante dei prezzi, è bene rilevare il contributo negativo di realtà come l’Italia, la Francia e la Grecia che invece hanno registrano ancora un trend decrescente della curva dei prezzi, risentendo a lungo andare della crisi che ha colpito in pieno l’economia.  

A trainare il recupero complessivo le aree metropolitane, anche se allo stato attuale il gap con le aree rurali è minore rispetto ai periodi di piena crisi come il 2009 e il 2010. La Bce rimarca anche l’importanza delle quotazioni immobiliari residenziali, determinanti per il mercato del credito in quanto definiscono il valore delle garanzie sui prestiti erogati dalle banche.

Rimane aperta la questione di quanto il mercato del credito sia il driver di quello immobiliare, visto che la conseguenza più evidente è che chi ha valori immobiliari bassi avrà meno credito e viceversa, il contrario di ciò che servirebbe per superare la frammentazione e raggiungere l’equilibrio.

Il collegamento non sembrerebbe però così immediato e a confermarlo la stessa Bce che ha fatto un’analisi sui principali Paesi dell’Ue tra il 1979 e il 2014, individuando 37 casi di aumenti dei prezzi degli immobili e 43 di riduzione importante, arrivando alla conclusione che “la flessione dei prezzi reali delle case nell’area dell’euro dopo il 2007 è stata ampiamente coerente con l’evoluzione storica”. Da qui la conclusione che “le differenze fra paesi nell’andamento congiunturale dei prezzi delle abitazioni potrebbero essere riconducibili a vari fattori, fra cui l’attuale eterogeneità fra i cicli economici dei diversi paesi e misure nazionali che si ripercuotono sul mercato residenziale e su quello dei mutui”.

A cura di: Paola Campanelli

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