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Mutui: a rischio le penali abolite

Pubblicato il 23/07/2015

Aggiornato il 30/07/2015

Mutui: a rischio le penali abolite

Il 2 luglio scorso il nostro ordinamento ha accolto la Direttiva europea 2014/17 sui mutui, rischiando di dover reintrodurre le penali di estinzione anticipata. In merito alla Mortgage Credit Directive e all’istituzione di un quadro normativo uniforme che garantisca la stabilità del settore e rinnovi la fiducia dei consumatori, si stabilisce una nuova disciplina relativa ai contratti di credito sui beni immobili. Per ulteriori approfondimenti si veda la recente news sull'argomento pubblicata su MutuiOnline.

L’applicazione delle penali, introdotte anche in caso di surroga, cancellerebbe i benefici della loro abolizione stabiliti dall’ex Ministro dello Sviluppo Economico Pierluigi Bersani, che iniziò un percorso graduale conclusosi con l’approvazione del Decreto Bersani bis del 2007. Il provvedimento imponeva che la stipula di un finanziamento per comprare casa non potesse più contenere clausole che prevedano il pagamento di una qualsiasi cifra a titolo di indennizzo per la chiusura anticipata del finanziamento.

Prima di questa data, il mutuatario che decideva di estinguere il mutuo prima della scadenza era tenuto a pagare all’istituto di credito l’intero ammontare del debito residuo maggiorato di una penale, che poteva arrivare fino al 1,50% della cifra da saldare in caso di mutuo a tasso variabile e al 2,50% per quello a tasso fisso.

La Direttiva prevede all’articolo 66 che i singoli Stati dell’Unione Europea possano imporre delle condizioni per esercitare il recesso.

Il testo della disposizione stabilisce che “tra queste condizioni possono figurare restrizioni temporali sull’esercizio del diritto” o “un trattamento diverso a seconda del tipo di tasso debitore”. Le limitazioni “possono prevedere che il creditore abbia diritto a un indennizzo equo e obiettivamente giustificato per i costi potenziali direttamente connessi al rimborso anticipato del credito”.

Inoltre, l’ordinanza comunitaria dispone che le penali non dovrebbero superare “la perdita economica sofferta dal creditore”, anche se nulla si specifica sull’entità del danno subito dall’istituto di credito.

Si fa concreta anche la possibilità per le banche di chiedere che la stipula del finanziamento per la casa sia accompagnata dalla richiesta di apertura di un conto corrente, un conto deposito o di una polizza assicurativa presso lo stesso istituto, come garanzia per il rimborso del prestito. In questo modo verrebbero meno quelle caratteristiche di trasparenza e libera concorrenza che si è cercato di garantire negli ultimi anni al mercato dei mutui.

Dura la replica del Parlamento al recepimento della direttiva sui consumi, che ha chiesto all’Esecutivo di evitare l’emanazione del decreto per renderla operativa. Il Governo avrà tempo fino al 21 marzo 2016 per decidere in merito, stabilendo eventualmente nuove regole per il settore dei prestiti per la casa. Gli Stati membri hanno difatti ampio margine di manovra quanto ai mezzi da utilizzare per ottenere il fine della direttiva e il Consiglio dei Ministri potrebbe scegliere di tutelare i consumatori.

In caso contrario, le penali saranno applicate solo ai contratti stipulati a partire dalla data di pubblicazione della nuova disciplina.

A cura di: Paola Campanelli

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