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La casa, vale più della metà della ricchezza degli italiani

20/05/2019
La casa, vale più della metà della ricchezza degli italiani

In Italia alla fine del 2017 le abitazioni costituivano circa la metà della ricchezza lorda delle famiglie. Dal lato finanziario, il risparmio gestito (quote di fondi comuni, riserve tecniche assicurative e fondi pensione) è stato pari al 14% della ricchezza lorda, seguito dai depositi (13%) e dalle azioni e partecipazioni (10%)”.

È la fotografia scattata dallo studio elaborato da Istat e Banca d’Italia, che rivela come il mattone sia sempre in cima agli strumenti di risparmio cui ricorrono gli italiani. Sempre per quanto riguarda l’asset preferito dai risparmiatori nostrani, “tra il 2005 e il 2011 - precisa la nota - il peso delle abitazioni sul totale delle attività è salito dal 47% al 54% per poi ridursi negli anni successivi sino al 49% nel 2017”, quando il valore complessivo ammontava a 5.246 miliardi di euro.

Non bisogna infatti dimenticare gli effetti della crisi che ha interessato questo mercato, visto che “la tendenza alla discesa dei prezzi sul mercato immobiliare residenziale, in atto dal 2012, ha determinato una riduzione del valore medio delle abitazioni e la conseguente contrazione del valore della ricchezza abitativa”. 

Nel portafoglio finanziario salgono i depositi

La quota complessiva delle attività non finanziarie sul totale della ricchezza lorda di conseguenza è salita dal 57% al 65% dal 2005 al 2011, per poi scendere negli anni seguenti, anche per effetto del valore delle attività finanziarie. All’interno del portafoglio finanziario si è registrato un aumento del peso delle attività dei depositi (dal 10% al 13%), mentre si è ridotto il peso di azioni e altre partecipazioni (dal 12% al 10%) e, in misura maggiore, dei titoli (dall’8% al 3%).

Dal 2012 per il mercato immobiliare c’è stata sicuramente una certa disaffezione, collegata all’aumento del relativo carico fiscale, ma questo non ha spostato l’orientamento generale dei risparmiatori. Anche perché, notano in Banca d’Italia, le attività finanziarie sono sì cresciute fino al 2006, ma poi la crisi finanziaria globale e quelle dei debiti sovrani ne hanno interrotto il trend.

La loro ripresa osservata dal 2011 non le ha ancora riportate sui valori pre-crisi del 2006. Dunque il mattone resta l’asset preferito dagli italiani, come per altro conferma il recente Osservatorio Mutui di MutuiOnline.it, secondo cui le richieste di mutui per l’acquisto di prima casa quest’anno sono salite al 54,8% del totale (dal 43,2% del 2018), toccando il nuovo massimo dal 2013. 

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Istat/Bankitalia: la ricchezza tornata a salire nel 2017

Tornando al rapporto Istat-Banca d’Italia, nel 2017 la ricchezza netta delle famiglie italiane è quindi tornata a crescere – di 98 miliardi (+1%) a 9.743 miliardi di euro – per la prima volta dopo tre anni consecutivi di segno negativo. Questo dato è pari a 8,4 volte il reddito disponibile degli italiani: record in Europa, che però è messo a rischio dal recupero registrato nel frattempo dalla Germania.

Secondo l’Ocse questo rapporto è più alto di quello relativo alle famiglie francesi, inglesi e canadesi (attorno a 8), anche se nel periodo considerato il divario si è notevolmente ridotto. In particolare, negli ultimi anni l’indicatore è gradualmente sceso dal picco toccato nel 2013, con un andamento opposto a quello registrato per gli altri Paesi. 

Il vantaggio sugli altri Paesi si sta riducendo

Il livello di questo indicatore (ricchezza netta-reddito disponibile) nel confronto internazionale è amplificato dal ristagno ventennale dei redditi delle famiglie italiane.

Gli italiani si confermano dunque poco indebitati e ancora i più ricchi nel Vecchio continente, in termini di rapporto tra ricchezza e reddito. Se misurata in rapporto alla popolazione, in Italia la ricchezza netta familiare è risultata superiore agli altri Paesi nel 2008 e nel 2009.

Negli anni successivi essa si è mantenuta su valori stabili, mentre negli altri Paesi è aumentata. Alla fine del 2017 il valore della ricchezza pro capite delle famiglie italiane si è collocato leggermente al di sopra di quello delle famiglie tedesche. 

A cura di: Fernando Mancini

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