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L’Italia e i risparmiatori: guardano con più fiducia al futuro

31/07/2019
L’Italia e i risparmiatori: guardano con più fiducia al futuro

Gli italiani guadano al futuro con più ottimismo: per la prima volta dopo tanto tempo i risparmiatori sono tornati maggioranza, il ceto medio ha ripreso a espandersi, le aspettative pensionistiche hanno ripreso a crescere e i bilanci delle famiglie hanno riconquistato la robustezza persa durante la crisi.

È quanto emerge dall’indagine 2019 sul risparmio e le scelte finanziarie degli italiani di Intesa Sanpaolo e Centro Luigi Einaudi. L’indagine ha come titolo “L’Italia che progetta: le sfide dell’economia, il reddito e le decisioni di investimento”.

Pur tra le numerose incertezze congiunturali, la nona edizione mette in evidenza una serie di elementi positivi tra cui la valutazione che gli intervistati assegnano al reddito, sia corrente sia futuro. Nel 2019 il ceto medio è tornato a irrobustirsi: il 57,5% percepisce un reddito compreso tra 1.500 e 3mila euro al mese. Poco meno di tre quarti dei capifamiglia attribuiscono un giudizio per lo meno di sufficienza al reddito corrente, dieci punti in più rispetto al 2018.

A fare da contraltare, solo il 5% valuta il proprio reddito ‘insufficiente’ o ‘del tutto insufficiente’ a sostenere il tenore di vita. Segnali incoraggianti sono emersi dal fronte del risparmio: proseguendo il trend di recupero in atto dal 2013, la quota di chi dichiara di essere riuscito a risparmiare raggiunge nel 2019 il 52 per cento, picco degli ultimi 16 anni. 

Al primo posto c’è il mattone: è record di proprietari

A conferma di una migliorata percezione del quadro congiunturale, tra le motivazioni che inducono le famiglie a risparmiare frena quella più genericamente precauzionale (citata dal 43%), mentre aumenta in modo significativo quella legata agli immobili: quasi un quarto degli intervistati, contro il 14% del 2018, dichiara di aver accantonato parte del reddito per investirlo in una casa.

E sono proprio gli investimenti nel mattone, come già emerso dalle ricerche condotte da MutuiOnline.it (l’Osservatorio di giugno, il più recente), che restano al primo posto per i risparmiatori italiani: il 57% del campione ha ristrutturato la casa o un altro immobile. In altre parole è prevalso il risparmio intenzionale, dove l’abitazione si conferma l’obiettivo principale.

Per quanto riguarda questo capitolo, dall’indagine emerge un altro dato positivo, il record di proprietari: il 63% dei patrimoni è infatti rappresentato da case. A questo proposito chi fosse intenzionato ad accendere un mutuo può consultare MutuiOnline.it, sito che permette di comparare le varie offerte delle banche, disegnare un preventivo personalizzato e anche sottoscriverlo. 

Gli ottimisti sono più di un terzo 

Per quanto riguarda gli investimenti, il primo obiettivo resta la sicurezza, la liquidità è stabile al secondo posto e poi c’è il rendimento di lungo termine. A segnalare l’ottimismo che stanno ritrovando gli italiani ci sono anche l’aumento delle aspettative pensionistiche, delle assicurazioni per i rischi della salute e la longevità. Nel dettaglio, il risparmio gestito raggiunge il 15,3% degli intervistati, mentre oltre l’80% si dice molto o abbastanza soddisfatto degli investimenti effettuati.

L’indagine ha dedicato un capitolo a un particolare sottogruppo di intervistati, composto da chi nel corso dell’ultimo decennio ha comprato o ristrutturato una casa, cambiato o migliorato la condizione lavorativa, aperto o rilanciato un’attività, seguito un corso di studi, formato una nuova famiglia o l’ha allargata.

Questo sottogruppo è stato chiamato quello degli “ottimisti” perché, come ha spiegato Gregorio De Felice, Chief Economist di Intesa Sanpaolo, “malgrado le difficoltà dell’economia, hanno creduto nelle proprie possibilità e hanno investito denaro ed energie per realizzare un progetto”. La sorpresa, ha sottolineato, “è che gli ottimisti rappresentano oltre un terzo del campione complessivo e poco meno del 60% degli appartenenti alla fascia di età compresa tra i 24 e i 65 anni. 

Sorpresa: il Paese è vitale, dinamico e proattivo

Di questi ottimisti, ha proseguito lo chief economist, “oltre il 23% ha acquistato dopo il 2009 la prima casa, il 51% si è impegnato nella ristrutturazione di un immobile, l’8,3% ha aperto un’attività (in prevalenza, un esercizio commerciale, una ditta artigiana o uno studio professionale), il 10,4% l’ha ingrandita, il 45% ha visto migliorare uno o più aspetti della propria condizione lavorativa e oltre il 24% ha investito in almeno un corso di specializzazione o formazione. In media, il 43% degli intervistati si dichiara soddisfatto della scelta compiuta anche se, considerando la rilevanza dell’investimento sostenuto, il 36% non ha intenzione di ripetere a breve l’esperienza”.

Insomma, secondo De Felice, “l’immagine che emerge dall’approfondimento è quella di un’Italia vitale, dinamica e proattiva, disponibile a mettersi in gioco contando soprattutto su se stessa e sulle proprie risorse”. Quindi, ha concluso, “il sistema economico italiano non è in declino. L’Indagine 2019 conferma che l’Italia ha gli anticorpi per riportarsi su un sentiero di crescita più sostenuto: capacità imprenditoriali, un buon sistema di welfare, un basso livello del debito privato, grande e diffuso spirito di iniziativa, un'elevata (e meno diseguale che altrove) accumulazione di risparmio familiare”.

A cura di: Fernando Mancini

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