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Immobili: quanto ci costerà adeguarci alla norma green europea

La direttiva europea discussa lo scorso 9 febbraio aspetta di diventare legge a marzo e già si preannuncia come rivoluzionaria per il futuro del mercato immobiliare. Se si possiede un immobile di classe energetica bassa, renderlo green comporterà un consistente impiego di risorse.

15/02/2023
casa fatta di siepe verde su un foglio con disegnato il progetto di una casa
La nuova direttiva europea sull’immobiliare green

Case quanto più possibile green e in classe energetica non inferiore alla E entro il 2030, quindi in classe D entro il 2033, con l’obiettivo di arrivare a zero emissioni nel 2050. La direttiva europea discussa lo scorso 9 febbraio in Commissione al Parlamento Europeo aspetta di diventare legge a marzo e già si preannuncia come rivoluzionaria per il futuro del mercato immobiliare.

Secondo l’Agenzia Europea dell’Ambiente, il settore immobiliare sarebbe infatti responsabile del 35% delle emissioni in Europa, tra combustibili fossili, elettricità e riscaldamento (dato rilevato nel 2020), ma parte dei Paesi dell’Ue avrebbero già ridotto in maniera consistente le emissioni in Europa del 25% dal 2005 al 2020: in testa la Svezia con -68%, mentre l’Italia avrebbe ridotto l’impatto di solo il 18%.

Il costo dell’adeguamento alla norma

Il vero problema dietro a una norma che impatta in maniera così importante sul mercato immobiliare è il costo necessario a fare i lavori di ristrutturazione per ristabilire una condizione delle case compatibile con l’ambiente. Tanto più per il nostro patrimonio immobiliare, che è per il 78% in classe energetica E o inferiore: 27 milioni di case che richiederebbero una spesa complessiva di 540 miliardi di euro, calcolata secondo Ance, l’Associazione dei costruttori, pari a una spesa media di 100.000 euro a immobile che ogni privato dovrebbe affrontare per conseguire l’obiettivo richiesto.

Il dato è stato ottenuto comparando i dati Enea sul Superbonus, costato allo Stato 62,5 miliardi di euro al 31 dicembre 2022. Allo stesso modo, i due terzi degli immobili sul territorio italiano avrebbe bisogno di interventi strutturali per arrivare a una classe energetica secondo gli standard stabiliti dalla Direttiva Europea.

La norma comunitaria che entrerà presto in vigore delega ai singoli Paesi l’applicazione, così che ogni governo potrà decidere che tipo di sanzione applicare a coloro che non si adegueranno, fermo restando che il mancato rispetto delle nuove misure comporterà una perdita di valore dell’immobile.

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Come far diventare efficiente una casa

Rendere un immobile efficiente vuol dire intervenire con lavori strutturali che ne modifichino l’isolamento, la produzione di calore e di acqua calda, volendo anche la produzione di energia. Sono di fatto i lavori che l’ormai noto Superbonus 110% ha reso accessibili con la maxi-detrazione, sintetizzabili con:

  • interventi di efficientamento energetico;
  • eliminazione delle barriere architettoniche;
  • installazione di impianti solari fotovoltaici e sistemi di accumulo.

Dal cappotto termico, all’installazione di una pompa di calore, si tratta comunque di lavori che richiedono una spesa importante e che lo Stato nel 2020 ha deciso di assumersi per migliorare le condizioni del patrimonio immobiliare del Paese e per sostenere il settore in crisi da molti anni.

Tuttavia, ottenere la maxi-detrazione si è rivelato non semplice, sia per gli adempimenti burocratici richiesti, sia perché i paletti per accedere sono molto rigorosi.

Una casa efficiente è fonte di risparmio e taglio dei costi in bolletta, oltre che amica dell’ambiente; è anche un investimento prezioso che acquisterà valore crescente nel tempo. Tuttavia, se si possiede un immobile che ha una classe energetica bassa, renderlo green non è semplice, ma comporta un consistente impiego di risorse.

Cosa sono i mutui green

Un mutuo green è un finanziamento destinato ad acquistare una casa di classe energetica superiore, quindi A oppure B, oppure a fare lavori finalizzati a far guadagnare all’immobile una classe energetica più alta. Per incoraggiare la stipula di mutui green, le banche concedono condizioni più vantaggiose rispetto a un classico mutuo, nella maggior parte dei casi uno sconto di 10 punti base sul costo del finanziamento.

Secondo i dati di MutuiOnline.it, i mutui verdi hanno registrato una crescita vertiginosa negli ultimi anni, triplicando dal 2021 al 2022 le erogazioni e raccogliendo così, proprio perché offerti a condizioni vantaggiose, grande favore da parte degli italiani.

L’Osservatorio MutuiOnline.it ci dice che gli importi medi richiesti per i mutui verdi sono di gran lunga più alti rispetto a quelli dei mutui standard (€ 170.367  vs € 129.149), domandati per il 61,6 % da under 36 rispetto al 34,9% dei mutui standard.

Anche i mutui green hanno risentito dell’aumento dei tassi dell’ultimo anno, ma servendosi di un comparatore è possibile trovare sul mercato offerte ancora vantaggiose, prima che la Bce decida i nuovi aumenti e i tassi salgano ai livelli del 2011.

A cura di: Paola Campanelli

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