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Federnotai: la proposta di una tassazione unica per chi acquista da impresa o privato
Aggiornato il 13/11/2019

Si inserisce nel programma che chiede maggiore trasparenza e chiarezza anche per il mercato immobiliare la nuova proposta di equiparazione della tassazione sull’acquisto degli immobili.
Secondo Federnotai, il sindacato dei notai italiani, l’imposta di registro e l’Iva sull’acquisto della prima casa dovrebbero essere parificate, proprio come è stato appena proposto in manovra per le imposte ipotecaria e catastale.
Il pareggiamento del regime impositivo potrebbe avvenire al 3%, quando allo stato attuale sono rispettivamente il 2% e il 4%. E poiché questa operazione penalizzerebbe le compravendite tra privati, Federnotai suggerisce anche “una riduzione dell’attuale base imponibile e l’eliminazione del minimo di euro 1.000 attualmente previsto; importo, questo, che penalizza gli acquisti delle fasce più deboli”.
Cosa prevede attualmente la Manovra
Come riportiamo anche nell'articolo “Arriva la stangata sulla seconda casa: come risparmiare con il mutuo”, il Documento Programmatico di Bilancio parla di un aumento delle imposte ipotecarie e catastali da 50 a 150 euro per l’acquisto degli immobili da privati e una riduzione da 200 a 150 euro per l’acquisto da impresa: una misura che se dovesse trovare definitiva approvazione, penalizzerebbe ancora una volta l’acquisto tra privati.
Imposte sull’acquisto della casa: facciamo il punto
Acquistare un immobile comporta il pagamento di imposte differenti a seconda del soggetto venditore, dell’acquirente e del tipo di immobile.
Se si compra da un’impresa, ad esempio dal costruttore, l’acquisto è soggetto a IVA, mentre l’acquisto da un proprietario privato assoggetta la transazione all’imposta di registro.
All’imposta di registro o Iva bisogna aggiungere le imposte ipotecaria e catastale, in misura fissa e indipendente dal tipo di transazione, il cui pagamento avviene al momento della compravendita: sarà il notaio che incasserà la somma per poi riversarla allo Stato.
A partire dal primo gennaio 2014 una nuova norma ha disposto che l’applicazione delle imposte dovute sui trasferimenti immobiliari prevede un’imposta di registro ridotta al 2% e imposte ipotecaria e catastale fisse in questa misura:
- 50,00 euro in caso di trasferimento soggetto a imposta di registro;
- 200,00 euro (in sostituzione di € 168,00), in caso di trasferimento soggetto a IVA.
Questa tassazione è riservata all’acquisto di immobili che siano prima casa, vale a dire la prima abitazione che si è acquistata in un determinato comune e la prima abitazione di proprietà.
Stessa tassazione vale anche per le pertinenze della prima casa, se costituiscono unità immobiliari autonome, cioè con una propria iscrizione al Catasto urbano e una propria rendita catastale, ma nel limite di una pertinenza per ogni categoria.
I motivi della proposta di Federnotai
Il pareggiamento del regime di imposte per chi acquista da privato e chi invece acquista da impresa avrebbe come finalità ultima innescare un circolo virtuoso che aiuterebbe le imprese edili e incentiverebbe l’acquisto del nuovo, negli ultimi anni molto penalizzato.
Secondo Giovanni Liotta, presidente di Federnotai, “questi cambiamenti porterebbero a una maggiore concorrenza, trasparenza e competitività per le imprese, dando inoltre un impulso positivo al mercato edilizio delle abitazioni di nuova costruzione”.
Acquistare casa con un mutuo: come risparmiare
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