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Agenzia delle Entrate: l’istantanea del mercato immobiliare

26/07/2019
Agenzia delle Entrate: l’istantanea del mercato immobiliare

Mercato immobiliare in forma: nel Catasto italiano crescono il numero degli immobili, le case indipendenti e la rendita catastale, mentre l’ampiezza media di un’abitazione si conferma sopra i 100 metri quadrati (sotto per le case di categoria popolare).

È in sintesi l’istantanea scattata dall’Agenzia delle Entrate del patrimonio immobiliare del nostro Paese, nel rapporto annuale curato dall’Osservatorio del Mercato Immobiliare dell’Agenzia, in collaborazione con la Direzione centrale Servizi Catastali, Cartografici e di Pubblicità Immobiliare.

In Italia, secondo le Statistiche catastali, si contano oramai 75,5 milioni di unità registrate negli archivi, di cui 65 milioni censite nelle categorie ordinarie e speciali, con una rendita attribuita pari a 37,4 miliardi di euro. La maggior parte, oltre 60milioni di unità, èdi proprietà delle persone fisiche, per una rendita complessiva di 22,8 miliardi di euro, il 61% del totale.

Lo scorso anno,in sostanza, lo stock immobiliare del nostro Paese è aumentato dello 0,6% tendenziale, di circa 400mila unità sull’anno precedente. 

L’Imu, boom degli immobili ridotti a ruderi

Gli intestatari si confermano, in larga misura, persone fisiche per circa l’88% del patrimonio totale. Rispetto al 2017, secondo il rapporto, crescono dell’1,8% gli immobili censiti nel gruppo F (unità non idonee a produrre reddito), dell’1,2% gli immobili a destinazione speciale (gruppo D) e dello 0,8% quelli a destinazione particolare del gruppo E.

In aumento dell’1% le unità immobiliari a uso collettivo (gruppo B), quelle censite come negozi (C/1) e pertinenze (C/2, C/6 e C/7) all’interno del gruppo C (+0,8%) e le abitazioni (+0,3%), mentre diminuisce il numero di uffici (-0,3%).

Confedilizia, che ha elaborato i dati resi noti dall’Agenzia delle Entrate, ha sottolineato come nel 2018 siano aumentate le cosiddette “unità collabenti”, vale a dire gli immobili ridotti in ruderi a causa del loro accentuato livello di degrado. Il numero di questi immobili – inquadrati nella categoria catastale F2 – è cresciuto del 5,3% annuo.

Ma il dato più clamoroso è quello che mette a confronto il periodo pre e post Imu: rispetto al 2011, gli immobili ridotti alla condizione di ruderi sono raddoppiati, passando da 278.121 a 548.148 (+97%).

Diminuiscono le ville, i castelli e i palazzi di pregio

L’abitazione italiana media censita in catasto ha 5,5 vani, mentre è leggermente più piccola se è di proprietà delle persone fisiche. La superficie media delle abitazioni negli archivi, calcolata come rapporto tra la superficie catastale complessiva e il numero di unità, si è confermata pari a circa 117 mq.

Nel dettaglio, è inferiore a 100 mq per le case in categoria popolare, rurale, ultrapopolare e per abitazioni e alloggi tipici dei luoghi (A/4, A/5, A/6 e A/11) e va ben oltre i 200 mq per le unità nelle categorie, abitazioni signorili, ville, castelli e palazzi di pregio (A/1, A/8 e A/9). Le unità censite come abitazioni sono oltre 35 milioni (+0,3% annuo).

In particolare, rispetto all’anno precedente, aumentano i villini (+1%), le abitazioni e gli alloggi tipici dei luoghi (+0,5%) e le abitazioni classificate come civili ed economiche (rispettivamente +0,7% e +0,4%). Calano, invece, le abitazioni signorili (-1,8%), le abitazioni popolari (-0,5%), le ville (-0,5%), i castelli e i palazzi di pregio (-0,2%) e, con tassi superiori al 2%, le abitazioni di tipo ultrapopolare e rurale (rispettivamente -2,6% e -3,2%).

Per quanto riguarda la rendita catastale, questa nel 2018 è crescita dello 0,5% annuo, confermando il trend già registrato nell’anno precedente (+0,4%). Mercato immobiliare vivace dunque, confermato anche dai più recenti Osservatori di MutuiOnline.it, secondo cui il mattone resta la maggiore “passione” del risparmiatore italiano.

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A cura di: Fernando Mancini

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