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Costi dei mutui: un inizio anno ancora ai minimi

06/03/2019
Costi dei mutui: un inizio anno ancora ai minimi

Come si è aperto l’anno dei mutui più temuto degli ultimi tempi e cosa ci si aspetta nei prossimi mesi?

Lo scenario con cui si è chiuso il 2018 è stato quasi apocalittico, con le banche intente a stringere le maglie del credito e cercare di recuperare sui consumatori quel tanto che l’aumento del costo del denaro avrebbe sottratto alle loro casse. L’allarme spread ha fatto dunque intravvedere la fine della stagione più felice dei mutui, accompagnandosi a una vera e propria corsa ad accaparrarsi quelli che dovevano essere gli ultimi affari prima della grande svolta.

Ma come abbiamo anche riportato nella nostra news “Mutui: rientrano tassi e surroghe. Si stipula ancora a buone condizioni”, tra tassi ancora bassi, rassicurazioni da parte della Bce e un’emergenza spread in parte rientrata, quello che è accaduto è andato ben oltre ogni aspettativa. Chi avrebbe infatti mai immaginato che dall’Europa, Euribor ed Eurirs non avrebbero fatto una piega, regalando anzi nuovi ribassi? (Si confronti l’evoluzione negli ultimi tre mesi dei valori dell’Eurirs, il tasso al quale si agganciano i nostri mutui a tasso fisso, sull’Osservatorio di MutuiOnline.it).

Come sta il nostro mercato dei mutui

Il costo del denaro è ancora molto basso, in alcuni casi ancora più basso nelle medie e lunghe durate dei mutui rispetto agli ultimi mesi del 2018, e strappare un’offerta realmente vantaggiosa non è per niente raro.

Lo stato di salute del nostro mercato dei mutui continua a essere buono: secondo gli esperti a registrare impennate sono state proprio le erogazioni da parte delle banche, che si sono trovate negli ultimi mesi a soddisfare una quantità di domanda di credito fuori dal previsto.

Le banche hanno concesso a gennaio intorno all’11% in più di nuovi mutui rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, e l’8% in più di surroghe, con importi ai massimi dell’ultimo decennio.

Il 13,3% delle erogazioni sono state per somme dai 200.000 euro in su e l’importo medio concesso ha superato quello richiesto, con rispettivamente 133.089 euro e 131.397 euro.

Il grande ritorno del tasso variabile

Il mutuo a tasso variabile sembra non fare più paura, segno di una situazione percepita più stabile e sicura, e a gennaio le richieste di finanziamenti a tasso variabile guadagnano 3 punti percentuali, segnando il 16,9% dal 13,8% del trimestre precedente (dati dell’Osservatorio MutuiOnline di febbraio scorso). La soluzione a tasso variabile si conferma secondo gli esperti vincente qualora la durata del finanziamento fosse non troppo lunga, per periodi quindi fino ai 15 anni, perché seppure il futuro riservasse tassi più alti, la maggior parte del risparmio si realizza nella prima parte dell’ammortamento.

Il trend attuale: allungare la durata del mutuo

Lo dicono gli stessi dati dell’Osservatorio di MutuiOnline, che rileva sul periodo 30-40 anni quasi 2 punti percentuali in più (il 25,5% delle richieste a gennaio), mentre anche chi dispone di una parte di liquidità preferisce non spenderla e indebitarsi per periodi maggiori, al fine di mantenere un costo mensile del mutuo più basso: è infatti proprio questo l’indicatore più importante delle scelte delle famiglie italiane, che valutano quasi sempre la bontà del mutuo in base al peso della rata sul budget mensile.

Quanto costa oggi il mutuo più conveniente del mercato?

Il consiglio è sempre quello di monitorare l’andamento delle offerte sul mercato, così da rendersi conto dei trend e cogliere il momento opportuno per fermare l’offerta con l’istituto di credito, accelerando i tempi con la banca.

Allo stato attuale, per una somma di 100.000 euro a 20 anni e un valore dell’immobile di 200.000 euro, con Credem Banca la rata mensile è di 430,92 euro al Tasso Variabile dello 0,34% (Euribor 3M+0,65%) e Taeg 0,71%. La stessa somma, se presa a tasso fisso, avrà come soluzione più conveniente ancora Credem Banca e una rata certa per tutta la durata del finanziamento di 473,40 euro al Tasso Fisso dell’1,30% (IRS+0,60%) e Taeg 1,64%.

A cura di: Paola Campanelli

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