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Mutui, primi aumenti: il variabile è la soluzione?
La tensione sul debito pubblico e le impennate dello spread rischiano di tradursi in un nuovo costo per chi deve stipulare un mutuo. Le ultime vicende della scena politica e finanziaria hanno infatti indebolito il patrimonio delle banche, tanto che queste hanno cercato di recuperare intervenendo sul loro spread, letteralmente il margine di guadagno che va a completare il valore dell’indice Eurirs o Euribor determinando il tasso d’interesse finale.
Così, a partire da quest’estate, e quindi prima ancora che lo spread esplodesse dopo la presentazione della manovra del nuovo Governo, gli istituti di credito hanno iniziato a ritoccare i tassi di 10, fino a 30 punti base. Lo hanno fatto gli istituti più importanti, mossi in alcuni casi anche da un Eurirs che ha recuperato un minimo di valore fisiologico sui mercati europei, determinando aggiustamenti di prezzo nei mutui a tasso fisso normali dopo un periodo di ribassi da record.
L’atteggiamento attendista delle banche
Attualmente le stesse banche temporeggiano nel chiudere le sottoscrizioni, aspettando che siano gli eventi a definire il nuovo prezzo dei finanziamenti, e se lo spread aumentasse ancora invece di scendere, le notizie non sarebbero certo confortanti per chi deve stipulare un mutuo.
È bene allora muoversi adesso e arrivare a concludere le trattative prima che un peggioramento delle condizioni economiche, politiche e finanziarie, non si rivelino penalizzanti per i nuovi mutuatari.
Ricordiamo che quanto detto vale solo per i nuovi mutui. Come abbiamo infatti riportato in “Mutui: chi può stare tranquillo con i nuovi rincari?”, dovrà temere i rincari solo chi sta per stipulare un nuovo mutuo, ma non chi un mutuo ce l’ha già. Perché gli aumenti praticati dalle banche sono la risposta alla tensione dei mercati e alle difficoltà a reperire denaro al costo di prima, cambiamento che ha messo in atto un atteggiamento di difesa da parte degli istituti di credito a discapito del costo dei mutui. Nulla invece dovrà temere chi ha già un finanziamento: se infatti ha un tasso fisso, questo è stato stabilito a priori e non potrà subire variazioni, mentre chi ha un tasso variabile, dovrà attendere che sia la Banca centrale a decidere un rialzo dei tassi, e questo non accadrà prima della fine 2019, quando sono previsti ritocchi veramente minimi.
Perché rivalutare il tasso variabile
Perché attualmente i tassi variabili sono ancora molto bassi, tra lo 0,40% e lo 0,90% secondo le offerte che si possono trovare sul comparatore di MutuiOnline.it se la durata del finanziamento è breve, sui 10 e 15 anni. Inoltre, un indebitamento per un periodo breve vede il maggior impegno in termini di interessi da corrispondere nella prima metà dell’ammortamento, durante il quale si potrà beneficiare ancora degli attuali valori negativi dell’Euribor, che ci metteranno un po’ di tempo prima di arrivare a segnare valori positivi.
Un esempio di come risparmiare con il mutuo
Per rendersi conto del prezzo dei mutui in questo momento basta fare una simulazione sul portale MutuiOnline.it e quindi farsi un’idea di quanto potrebbe costare adesso finanziare un immobile. Se supponiamo che a farne richiesta sia un 40enne della provincia di Roma che necessita di 100.000 euro da restituire in 15 anni per un valore della casa di 200.000 euro, questi sono i risultati che ottiene.
L’occasione migliore la offre Intesa Sanpaolo, con Mutuo Domus Variabile. Il Tasso Variabile è dello 0,43% (Euribor 1M+0,80%), il Taeg è 0,69%. Istruttoria e perizia ammontano rispettivamente a 550,00 euro e 320,00 euro. I vantaggi per chi sottoscrive adesso sono uno sconto di tasso pari allo 0,75% rispetto alle condizioni economiche riportate nelle Informazioni Generali vigenti al momento della stipula del mutuo, pari allo 0,80% per le durate 6 - 10 - 15 anni e loan-to-value <=70%.