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Mutui: perché adesso chi ha un tasso variabile può stare tranquillo
Proprio come qualche anno fa, quando la nostra situazione politica era critica quasi quanto quella attuale, lo spread è tornato a essere l’argomento trend topic di tutti i media: se ne discute ovunque, in special modo negli ambienti che hanno in qualche modo a che fare con i risparmi degli italiani e con i loro investimenti.
Così, nel clima di incertezza, e dopo aver raggiunto in pochi giorni i 300 punti, i cittadini che hanno in corso un mutuo si chiedono cosa accadrà alla loro rata e come dovranno muoversi per evitare di incorrere nel peggio. C’è allora da capire prima il significato della parola più chiacchierata del momento e qual è lo storico riguardo a una situazione come quella che si sta creando in questo momento.
Cos’è lo spread
Lo spread è un numero che misura la differenza di rendimento fra i titoli di Stato italiani (Btp) e quelli tedeschi (Bund) con durata decennale ed esprime di fatto il sentiment degli investitori internazionali nei confronti del nostro Paese. Il suo valore alto è indice che allo Stato italiano costa di più chiedere soldi in prestito attraverso la stessa emissione di obbligazioni di Stato, che nel frattempo perdono valore proporzionalmente alla perdita di fiducia degli investitori nel sistema finanziario italiano.
Quali sono le reali conseguenze sui mutui e c’è davvero da temere?
La risposta è che chi ha un mutuo, in special modo chi ha stipulato un finanziamento a tasso variabile, non subirà alcuna conseguenza per almeno qualche mese. Ma se la situazione di instabilità dovesse perdurare, allora sì ci saranno conseguenze sui mutui.
La spiegazione di quanto affermato sta in due ordini di motivi. Una prima causa è che a determinare il costo del mutuo contribuiscono due fattori: lo spread praticato dalle banche e l’Euribor (o Eurirs nel caso di mutuo a tasso fisso). Per quanto riguarda il primo, nulla ha a che vedere con lo spread di cui si parla tanto in questi giorni, visto che rappresenta il margine lordo che la banca si riserva sul finanziamento.
La seconda variabile dipende invece dall’andamento dei tassi del mercato interbancario. I mutui a tasso fisso sono parametrati sul valore degli indici Eurirs, solitamente al valore del giorno in cui si stipula, i mutui a tasso variabile sono indicizzati all’andamento dell'Euribor.
Ebbene, per adesso Euribor ed Eurirs non c’è pericolo che subiscano rialzi, visto che il loro andamento risponde a regole ben precise e tempi che sono quelli dei tassi della Bce, senza tralasciare – ed è questo il secondo motivo per cui adesso è scongiurato un aumento dei tassi - che proprio l’instabilità creata sui mercati dalla vicenda italiana allontana i tempi di una stretta monetaria, rimandando ad almeno 18 mesi la risalita dell’Euribor e mettendo al sicuro i consumatori da un rialzo dei tassi.
Cosa potrebbe accadere in futuro?
Va da sé che se lo stato di tensione persiste, le banche ne risentirebbero e riverserebbero gli aumenti del costo del denaro sui finanziamenti. “A cascata, i maggiori costi di finanziamento delle banche verrebbero fatti ricadere sui loro clienti, sotto forma di aumento dei costi dei servizi e dei tassi di interesse bancari applicati ai mutui di nuova stipula o a quelli a tasso variabile. Va precisato che i tassi che aumentano non sono i tassi base, i quali dipendono dall’Euribor (per i mutui a tasso variabile) e dall’Irs (per i mutui a tasso fisso), che, essendo tassi interbancari europei, sono meno coinvolti nei movimenti prettamente italiani” commenta Roberto Anedda, direttore marketing di Mutuionline.it.
Nella nostra news "Lo spread aumenta, ma i tassi variabili calano ancora" proviamo a fornire un esempio concreto di quanto detto, mettendo a confronto il costo di un mutuo a tasso variabile rilevato la prima settimana del mese di maggio con quello rilevato con gli stessi parametri alla fine del mese. Così, facendo una simulazione su una generica domanda di un 35enne della provincia di Roma che necessita di 120.000 euro da restituire in 20 anni per un valore della prima casa di 200.000 euro, se l’offerta più interessante rilevata allora era stata quella di Banca Sella, con una rata di 532,71 euro al Tasso variabile dello 0,64% e Taeg dello 0,78%, al 29 maggio il miglior mutuo a tasso variabile presenta condizioni ancora più competitive.
Mutuo Unicredit Tasso Variabile ha una rata mensile di 529,37 euro, Tasso variabile 0,57% e Taeg 0,72%.
Come è possibile rilevare subito dal confronto, non solo la rata del miglior mutuo a tasso variabile si è abbassata di quasi 3 euro mensili, ma si sono ridotti anche Tan e Taeg.