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Le detrazioni alleggeriscono il peso del mutuo

Chi acquista una casa stipulando un mutuo a 30 anni, può sfruttare la detrazione degli interessi passivi per pagare una rata in meno del finanziamento ogni anno. A dirlo è un’indagine del portale l’Economia del Corriere, che ha effettuato il calcolo ipotizzando un prestito da 120 mila euro (in partenza dal primo maggio) per una casa del valore di 200 mila: la rata mensile ammonterebbe a 456 euro a un tasso fisso del 2,2%.
Applicando la detrazione Irpef del 19% si risparmierebbero per il primo anno 780 euro, mentre per il secondo anno se ne riceveranno indietro 489,33 euro. Il vantaggio scenderà per gli anni successivi, in quanto la dinamica del prestito prevede una diminuzione della quota interessi e un aumento della quota capitale. Gli stessi 120 mila euro a 20 anni, all’1,7%, pagano una rata da 590 euro al mese, con uno sconto fiscale nel 2019 che sarà di 370 euro.
Perché è conveniente stipulare un tasso fisso
La ricerca evidenzia che il bonus fiscale è molto più consistente se si sceglie il mutuo a tasso fisso, circa il doppio rispetto a un finanziamento indicizzato.
La convenienza del fisso non si ferma all’agevolazione, perché i tassi di interesse non sono mai stati così bassi come in questo momento. La differenza di rata tra tasso fisso e tasso variabile si è ulteriormente ridotta grazie anche al calo nelle ultime settimane dell’Eurirs, l’indice di riferimento per il fisso: sia il ventennale che il trentennale hanno registrato una riduzione di 15 centesimi di punto. L’Euribor, il parametro dei variabili, è invece fermo da 24 mesi a -0,37% per il valore mensile e a -0,33% per il trimestrale.
Secondo i dati di MutuiOnline.it, il portale leader in Italia nella comparazione dei mutui, la differenza di rata mensile tra fisso e variabile – sempre per un prestito di 120 mila euro a 20 anni – è di circa 40 euro, che salgono a 55 euro per il finanziamento a trent’anni (simulazione aggiornata al 18 aprile 2018).
“Nel primo trimestre di quest’anno”, spiega Roberto Anedda, direttore marketing di MutuiOnline.it, “è ancora salita la quota di richieste a tasso fisso, che hanno toccato il 78,6%, contro il 76% del quarto trimestre 2017 e ormai quattro mutui su dieci hanno durata di 25 anni e oltre”. A indebitarsi è soprattutto la fascia di età tra i 35 e i 44 anni, il 44% dei richiedenti, e nella stragrande maggioranza (oltre l’80%) si tratta di dipendenti a tempo indeterminato.
Analizzando le altre caratteristiche dei prestiti attraverso l’Osservatorio di MutuiOnline.it, si nota che è in leggero calo il volume dell’importo medio domandato, 126.377 euro contro i 128.581 del quarto trimestre 2017, mentre cresce l’ammontare medio erogato, prima 123.159 euro e ora 124.993 euro. Si domandano e si erogano principalmente somme tra i 50.000 e i 100.000 euro (intorno al 36% dei campioni di domanda e offerta), mentre si finanzia per lo più dal 70 all’80% del valore dell’immobile (36,3%), anche dal lato delle erogazioni (34,9%).
Le detrazioni sono solo per la prima casa?
Nel caso di prestito per la prima abitazione, intesa come l’alloggio in cui il contribuente o i suoi familiari dimorano abitualmente, è ammessa per l’intestatario del mutuo una detrazione del 19% sugli interessi passivi corrisposti, entro un importo massimo di 4.000 euro.
Nella news “Mutui, gli interessi passivi da detrarre per il 2018” abbiamo spiegato che il beneficiario della detrazione fiscale deve essere la stessa persona alla quale è intestato il mutuo e nel caso si tratti di una coppia di coniugi che abbiano acquistato l’abitazione congiuntamente, ciascun coniuge può detrarre gli interessi solo per la propria quota, per un importo massimo di 2.000 euro. Nel caso invece uno dei due sia fiscalmente a carico dell’altro, la detrazione spetta a quest’ultimo per entrambe le quote.
La detrazione può interessare anche i finanziamenti per la seconda casa ma solo per le stipule precedenti al 1993: l’importo massimo sarà pari a 2.065,83 euro per ciascun intestatario del mutuo. In particolare, per i prestiti contratti entro il 31 dicembre 1990 è possibile ottenere il beneficio fiscale anche per gli immobili diversi dalle abitazioni, mentre per i mutui registrati nel 1991 e nel 1992 è ammessa esclusivamente la detrazione che riguarda gli immobili da adibire ad abitazione diversa da quella principale (dunque anche la seconda casa).
I migliori mutui di oggi a tasso fisso e variabile
Ipotizzando un generico prestito per l’acquisto della prima casa (importo richiesto di 140 mila euro da restituire in 20 anni per un dipendente a tempo indeterminato di 45 anni, reddito 2.600 euro netti al mese, immobile sito a Chieti del valore di valore 200 mila euro) si distingue al 24 di aprile la soluzione a tasso fisso Mutuo Unicredit Tasso Finito. L’istituto di credito prevede una spesa mensile di 669,14 euro (tasso 1,4%, Taeg 1,55%), con spese di istruttoria e perizia pari a 500 e 211,06 euro.
La soluzione a tasso variabile più conveniente è invece proposta da Ubi Banca, che con Mutuo Tasso Variabile Sempre Light consente di versare una rata di 628,36 euro al mese (tasso 0,75%, Taeg 0,85%). Il finanziamento prevede costi di istruttoria per 600 euro e di perizia per 275 euro. Lo spread applicato al finanziamento decresce di 5 punti base (pari a 0,05%) ogni 5 anni a partire dall’inizio del quinto anno.
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