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Mutuo: la spesa giusta per un tasso fisso e per un tasso variabile

Le prossime elezioni politiche e le decisioni prese nel corso della riunione di marzo della Bce potrebbero presto segnare la nuova rotta dei tassi per il resto del 2018.
Le previsioni da Londra
Di fatto, fonti autorevoli continuano a rassicurarci che nessuno scossone stravolgerà il livello dei tassi di interesse ancora per qualche tempo. Parliamo del Liffe di Londra, letteralmente il
London International Financial Futures Exchange, uno dei principali mercati mondiali che rappresenta le aspettative degli operatori sulle materie prime e sui tassi di interesse (come nel caso dell’Euribor 3 mesi), prevedendone l’andamento per i successivi 5 anni.
Le sorti di Euribor e Eurirs
A guardare le previsioni aggiornate, il parametro che determina il livello dei tassi variabili rimarrà in territorio negativo per ancora cinque anni, e solo nel 2022 dovrebbe raggiungere la soglia dell’1%. Attualmente l’Euribor non si schioda dal segnare -0,37% e rimane in area negativa ormai dal lontano 2015, mentre l’Eurirs segna +1,53% ma questo non sembra compromettere il prezzo dei mutui a tasso fisso, diventati ormai “prodotto civetta” dell’offerta delle banche che combattono sul mercato una battaglia al ribasso dello spread.
L’appeal del tasso fisso
Come riportiamo in "Mutui a tasso fisso: è ancora tempo di affari" il 77,2% dei finanziamenti negli ultimi mesi del 2017 sono stati erogati a tasso fisso, in calo rispetto al periodo precedente che aveva segnato l’83,0%, segno che gli istituti di credito continuano a spingere il tasso fisso ma prospettano anche soluzioni interessanti a tasso variabile: un cliente che sceglie la rata fissa in questo momento, con i tassi ai minimi storici, difficilmente in futuro avrà necessità di surrogare: dunque costituisce con molta probabilità un cliente fedele.
La prova del risparmio anche sul variabile
Acquistare casa adesso con un mutuo è, come si può dedurre da quanto premesso, ancora molto conveniente, specialmente quando si dispone di un gruzzolo che permette di ridurre al 50% il loan-to-value, vale il valore in percentuale dell’immobile dato in garanzia sul finanziamento.
Così, stipulare al 31 gennaio un mutuo a tasso fisso di 100.000 euro a 20 anni per acquistare una casa da 200.000 euro costerà 489,47 euro al mese (banca Crèdit Agricole Cariparma), con un Tasso Fisso dell’1,65%.
Se invece si sceglie un tasso variabile fermo restando le altre condizioni, la rata scenderà a 437,93 euro al Tasso Variabile dello 0,50% (offerta di Banca Carige): all’incirca 50 euro di risparmio rispetto a un tasso fisso.
E se si finanzia più del 50%?
La convenienza di un mutuo in questo momento storico c’è anche se la percentuale finanziata sale, arrivando ad esempio al 75%. La rata mensile sarà in questo caso di 734,21 euro (Mutuo Domus Fisso di Intesa Sanpaolo) sempre al Tasso Fisso dell’1,65%.
Il variabile avrà una differenza di allora di 683,04 euro (Mutuo Variabile Che Banca!) con un Tasso Variabile dello 0,90%, sotto lo zero per effetto dei valori negativi dell’Euribor a 20 anni. Il gap tra le due formule di mutuo rimane ancora intorno ai 50 euro.
L’importanza strategica di confrontare le offerte
La differenza tra un buon fisso e un variabile conveniente non è dunque tanta, ma ogni finanziamento va valutato a sé stante perché dipende da molti fattori che concorrono alla definizione del prodotto ideale. Il consiglio è sempre quello di mettere a confronto le offerte: è veloce, è facile e non costa nulla.
Su Mutuionline.it nella sezione i migliori mutui prima casa di oggi sarà possibile trovare quello che si cerca e conoscere nelle sezioni dedicate e nelle schede dei vari mutui ogni aspetto di un finanziamento finalizzato all’acquisto di una casa, così da decidere senza lasciare nulla al caso.
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