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Gli italiani e la consapevolezza di investire nel mattone

Che la casa sia nella cultura italiana un bene primario rimane indiscutibile e testimonianza ne siano i numeri che il mercato immobiliare, quello residenziale in prima linea, continua a registrare ormai da almeno due anni.
Questo stesso assunto può tuttavia essere messo in crisi quando ci si sofferma a studiare il fenomeno delle nuove generazioni di potenziali acquirenti. In "Case d’Italia: prezzi ancora in calo", rispondiamo che probabilmente la casa continua a essere un bene di fondamentale importanza per la realizzazione anche delle nuove generazioni, ma non lo è allo stesso modo di 30 anni fa, soprattutto quando parliamo di Millennials.
A spiegare sicuramente bene la nuova e rinnovata concezione di casa per il nostro popolo è l’indagine di carattere internazionale svolta da ING Case&Mutui, realizzata su un campione di 15.000 soggetti di provenienza da 15 Paesi tra Europa, Stati Uniti e Australia, che hanno risposto sulle “percezioni rispetto alla casa in relazione al livello dei prezzi, ai costi abitativi e alla capacità di rientrare nel budget di spesa previsto”. Il primo dato che risalta all’occhio è che quasi un terzo degli italiani (il 28%) è convinto che quello nel mattone sia un investimento solido, che non si svaluterà mai, quando solo lo scorso anno erano della stessa idea quasi la metà degli intervistati, quindi 5 italiani su 10 (il 47%). Non sembrano meno disincantati i risparmiatori delle altre città europee, con Regno Unito e Germania che fanno registrare una fiducia negli investimenti immobiliari ancora più bassa, pari rispettivamente al 22% e al 25%.
Quello che emerge in sostanza da questa analisi è una nuova consapevolezza sull’acquisto “casa”, data dalla certezza che il mattone costituisce un investimento solido e duraturo, ma il cui rendimento può nei prossimi anni essere compromesso da una situazione di stallo dei prezzi che sembra continuare ormai dal lontano 2012. Ad avere fiducia in una risalita dei prezzi è il 38% del totale campione italiano preso in analisi, solo un punto in più rispetto al 37% del 2016, e molto meno rispetto alla media europea del 59%.
Allo stesso tempo, i prezzi delle case sono considerati ancora alti dagli utenti: la pensa così il 61% del campione, con in testa il Lussemburgo (92%) e in fondo alla classifica l’Italia e “solo” il 51% che giudica caro l’acquisto di un’abitazione. Oltretutto nella stessa indagine emerge come rispetto al 2016 gli italiani hanno avuto minori difficoltà nel far fronte al costo dell’abitazione. Ad abbassare la media del dato, l’evidenza di una situazione riportata nella news "Prezzi case: mai così in calo come nel terzo trimestre", dove si legge che secondo Confedilizia la flessione complessiva delle quotazioni dal 2010 a oggi è superiore al 20%, una percentuale che in alcuni casi diventa notevolmente più marcata.
La stessa indagine rivela come gli italiani facciano ancora grande fatica a sostenere un mutuo o un affitto, nel 22% e nel 33% dei casi rispettivamente, percentuale più alta rispetto alla media europea, che vede in difficoltà il 21% degli affittuari e il 19% dei mutuatari.
Paolo Pizzoli di ING Italia commenta così i risultati dell’analisi: “il rapporto degli italiani con l’investimento immobiliare dà segni crescenti di maturità. La presa d’atto di una parte crescente della popolazione che i prezzi delle case possano anche scendere avviene infatti in un contesto nel quale il mercato immobiliare italiano non aveva manifestato segni evidenti dell’esistenza di una bolla speculativa. La discesa dei prezzi delle case, iniziata nel 2012, si è quasi arrestata, e la ripresa in atto nell’economia ha generato un recupero del reddito disponibile che ha migliorato la capacità di accesso degli italiani al mercato immobiliare“.
È proprio la capacità di accesso al credito degli italiani che diventa il punto più interessante quando si parla di potenzialità del nostro mercato immobiliare, visto che la stessa è continuamente supportata da condizioni dei mutui che sono tornate eccellenti nelle ultime settimane. Così, come ricordato in "Mutui: è ancora il momento giusto" non solo i tassi non sono saliti, ma hanno anche raggiunto lo scorso mese una percentuale più bassa del minimo registrato durante il 2016.
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Se invece l’interesse fosse per un mutuo a tasso variabile, approfittando dei tassi veramente ai minimi storici che si prevede rimarranno bassi ancora per un po’ di anni, allora la rata più conveniente in assoluto è quella offerta da Deutsche Bank. Mutuo Pratico a Tasso Variabile ha una rata mensile di 506,34 euro al Tan dello 0,96% e Taeg 1,07%. Le spese di istruttoria e perizia sono rispettivamente di 950 e 390 euro e anche in questo caso la polizza per la casa obbligatoria è a carico dell’istituto di credito.
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