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Mercato immobiliare: il trend del 2017
Le performance del mercato immobiliare continuano a entusiasmare gli operatori del settore, che anche nel 2017 hanno visto numeri positivi.
Gli ultimi dati dell’Agenzia delle Entrate, analizzati nella news "Agenzia delle Entrate: cresce ancora il mercato immobiliare", parlano di un rialzo degli acquisti durante il secondo trimestre del 3,8% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Questo risultato porta un +6% nel consuntivo dei primi 6 mesi, con conseguente aumento in tutte le grandi città – a eccezione del -0,5% di Bologna.
Le province con gli incrementi più alti sono ancora una volta Milano, +8,3% e Roma, +7%, un trend che favorisce anche la diminuzione dei tempi necessari a vendere. Gli acquirenti trovano un prezioso alleato nei bassi tassi dei mutui, il cui andamento è riportato anche nell’articolo "Mutui, ancora alte le erogazioni a tasso fisso". La diminuzione della domanda per i finanziamenti sulla casa è solo dovuta all’esaurimento naturale delle surroghe che negli ultimi anni hanno occupato una buona fetta dell’intero comparto.
Un’indagine del Corriere Economia ha individuato le zone delle otto maggiori città d’Italia dove le vendite risultano più dinamiche. A Milano il dato migliore è quello dell’area Ortles-Spadolini-Bazzi, un territorio cresciuto grazie alla riconversione dell’ex stabilimento Iveco e al recente progetto terziario Symbiosis (Beni Stabili). In futuro ci saranno ulteriori miglioramenti grazie alla conversione dello Scalo Ferroviario di Porta Romana, la zona Sud del capoluogo che beneficerà della riqualificazione energetica di alcuni condomini ed edifici pubblici tramite l'utilizzo dell'acqua di falda e dell'ampliamento del car sharing elettrico e bike sharing (con l'arrivo di nuove stazioni).
A Roma il risultato migliore è quello di Cinecittà Est, un’area semiperiferica edificata a partire dagli anni 70, che ultimamente è interessata da interventi urbanistici migliorativi. Tra le migliori zone si distingue anche l’area che converge sulla Spina 3 situata a Torino: si tratta del più esteso progetto di riqualificazione postindustriale della città.
Secondo gli esperti la ripresa del mercato si consoliderà nel 2018, ma preoccupano due fattori che potrebbero influire sul definitivo rilancio: la fiscalità, che frena gli acquisti per investimento, e i bassi redditi, con circa il 40% di chi compra che non supera i 1.800 euro al mese.
Per quanto riguarda i prezzi, l’Ufficio Studi di Tecnocasa ribadisce lo stop alle pesanti diminuzioni degli ultimi anni. “I prezzi delle grandi città, spiega Fabiana Megliola, responsabile dell’Ufficio Studi, “sono scesi nella prima parte dell’anno solo dello 0,4%. È il ribasso più contenuto registrato da quando è iniziata la crisi e che ci induce a credere che la stabilità sia prossima e la ripresa di valori vicina”. Le grandi province hanno visto anche qualche variazione positiva, come a Bologna (+1,1%), Milano (+1,0%), Napoli (+0,7%) e Verona (+0,5%), mentre sono ancora in discesa le percentuali di Roma (-0,7%) e Genova (-3%).
L’analisi elaborata da L’Economia relativa agli ultimi tre anni evidenzia che a Torino sono solo tre i quartieri con numeri positivi (tutti di livello medio alto), con Corso Moncalieri che fa segnare l’incremento di valore più alto, +14,3%. Napoli è stata tra le città che più hanno sentito la crisi dei prezzi, con l’unica eccezione per il quartiere Fuorigrotta. I cali sono stati superiori al 30% non solo al rione Sanità e a Pianura ma anche nella zona più pregiata della provincia, Posillipo. A Genova invece si registrano solo segni meno, con Voltri che limita i danni al -6,3% e Pegli che perde oltre il 30%. Infine a Firenze si è distinta negli ultimi 36 mesi la zona del Centro, +16,8% grazie soprattutto alla domanda di case da trasformare in residenze turistiche.
A proposito di turismo, abbiamo più volte segnalato l’aumento del mercato nelle località di villeggiatura – l’ultima nella news "Il momento è ancora buono per comprare una casa di vacanza". In questo comparto i valori continuano a scendere per via dell’offerta sovrabbondante e del peso di imposte e costi di gestione, che inducono molti proprietari a vendere. Secondo i dati dell’Osservatorio Fimaa Nomisma i prezzi su base annua sono calati del 2,5%, con le performance peggiori che si sono registrate in Abruzzo, -6%. Non sono mancate riduzioni significative anche nelle località più rinomate, tra cui Forte dei Marmi (-4,4%), Santa Margherita Ligure (-4,3%), Sorrento (-4%) e Madonna di Campiglio (-3,4%).
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