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Euribor: mini guida e novità

Euribor è una parola ricorrente quando si parla di mutui a tasso variabile.
Come spieghiamo più in dettaglio nel nostro Glossario, si tratta del tasso interbancario di riferimento diffuso giornalmente dalla Federazione Bancaria Europea ed è la media ponderata dei tassi di interesse ai quali le banche operanti nell'Unione Europea cedono i depositi in prestito.
Serve per il calcolo dell’indicizzazione dei mutui ipotecari a tasso variabile ed è ormai noto ai mutuatari o aspiranti tali che si apprestano a scegliere la tipologia di finanziamento più adatta alle proprie esigenze.
Si è parlato molto di Euribor nell’ultimo decennio: prima in maniera decisamente negativa, a causa delle impennate provocate dalla crisi finanziaria; poi, in tempi più recenti, con rinnovata fiducia, grazie alle politiche monetarie che lo hanno portato addirittura sotto zero.
E’ di qualche giorno fa la notizia di una possibile revisione del metodo di calcolo, per ridurre quanto più possibile eventuali manipolazioni da parte degli istituti di credito, cosa già accaduta in passato.
L’European Money Market Institute sta cercando una soluzione di compromesso che permetta di tenere come riferimento i movimenti effettivi del mercato, abbinandoli ad altri indici che però devono ancora essere affinati.
Perchè accade questo? Per cercare di garantire la maggior trasparenza e affidabilità possibile ai consumatori, rendendo l’indice di misurazione sempre più accurato.
Ad oggi il metodo di calcolo prevede una rilevazione giornaliera da parte della European Banking Federation che fa una media dei tassi interbancari comunicati da un panel di diversi istituti europei, selezionati per dimensioni e rating.
Le informazioni fornite si basano fondamentalmente sulle negoziazioni del circuito interbancario degli scambi di depositi e risentono chiaramente della volatilità dei mercati.
All’indice Euribor, calcolato a 1,3 o 6 mesi, si aggiunge uno spread, variabile da banca a banca. Il divisore può essere base 360 o 365 a seconda che si consideri l’anno commerciale o solare.
Gli indici vengono adeguati sulla base delle attese di mercato: se ad esempio si prevede un rialzo dei tassi, quelli a breve scadenza subiranno una minor influenza rispetto a quelli di durata maggiore.
Come già ipotizzato nell’articolo "Euribor: spunta la tesi dell’ibrido", per individuare un nuovo metodo di valutazione ci vorrà ancora parecchio tempo.
Il variabile resta ugualmente una scelta appetibile, grazie ai valori negativi dell’indice che garantiscono un ottimo rapporto qualità/prezzo.
Lo si è evidenziato anche nell’articolo "Il mutuo variabile vince in convenienza", dove si è rilevato come, rispetto al tasso fisso, su un mutuo a lungo termine il variabile si conferma vantaggioso anche perché, in caso di pesanti oscillazioni dei mercati, vi è sempre la possibilità di ricorrere alla surroga per la “rottamazione” gratuita del mutuo.
Il variabile è interessante per chi desidera beneficiare di vantaggi economici in base alle dinamiche di mercato, nella consapevolezza che una situazione sfavorevole comporta un conseguente aumento della rata.
Per ovviare a questo possibile inconveniente, molti istituti di credito hanno messo a punto nuove soluzioni di mutui a tasso variabile, per venire incontro alle diverse esigenze dei consumatori.
Una delle meno note è la soluzione a tasso misto, che permette di passare dal fisso al variabile e viceversa, a seconda delle opzioni previste dal contratto. Per approfondimenti vi invitiamo a leggere anche la news intitolata "L’alternativa al fisso e al variabile: il tasso misto".
Per rendervi conto della convenienza delle proposte attualmente disponibili sul mercato, vi invitiamo come sempre a fare una simulazione sul comparatore MutuiOnline.it o a consultare la pagina migliori mutui.
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