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State per scegliere un mutuo? Date prima uno sguardo alle Borse

Pubblicato il 12/12/2016

Aggiornato il 19/07/2017

State per scegliere un mutuo? Date prima uno sguardo alle Borse

Nel caso in cui si sia appurata la convenienienza di investire sul mattone ricorrendo ad un finanziamento, la giusta scelta tra stipulare un mutuo a tasso fisso o uno tasso variabile è sempre un dilemma per chi decide di acquistare casa. Quello che si può affermare con certezza è che non esiste una scelta corretta in assoluto, ma soltanto la soluzione migliore per ogni profilo di richiedente.

Tuttavia ci sono alcuni fattori dai quali non si può prescindere. Uno di questi è l’andamento dei mercati finanziari, che potrà anche essere una variabile tecnica difficile da considerare, ma di cui è necessario tenere conto anche se non si è degli speculatori provetti ma si opta per un mutuo a tasso fisso.

I finanziamenti a tasso fisso sono infatti collegati all’Irs, l’indice finanziario che va ad aggiungersi nel calcolo della rata finale allo spread praticato dalla banca: un mutuo a tasso fisso avrà come riferimento proprio l’Irs del giorno in cui la stipula viene conclusa. L’Irs assume infatti ogni giorno valori differenti, in quanto sintesi del costo del denaro nel mercato interbancario. Il tasso fisso verrà congelato al valore dell’indice in quel determinato giorno e, insieme al differenziale praticato dalla banca e alle altre spese, andrà a definire il cosiddetto Taeg.

Per entrare nel dettaglio, la correlazione tra l’andamento dei mercati europei e il tasso fisso viene dettata dal comportamento delle Borse, che durante i momenti finanziari più difficili vedono vendere le azioni – i prodotti a più alto rischio – a favore invece del Bund tedesco, il bene rifugio che salirà di valore data l’alta richiesta, riducendo così il suo rendimento. Se cala il Bund tedesco, cala anche il tasso Irs e quindi il tasso fisso costa meno.

Sembrerebbe però troppo facile poter decidere in maniera sicura, ispirati dall’andamento dei mercati finanziari in un determinato momento storico. E invece non è così, perché anche il tasso variabile ha le sue buone e valide ragioni per essere comunque preferito al fisso.

Basti pensare infatti che il tasso variabile è a sua volta agganciato all’indice Euribor, vale a dire l’andamento del tasso sui depositi stabilito dalla Bce che è sotto lo zero da oltre un anno, segnando in questo momento -0,4%, con la prospettiva di perdere ancora un decimo di punto in futuro. In sostanza, il tasso variabile è più basso di quello fisso di circa 120-150 punti: se stiamo stipulando un mutuo che non ha una durata troppo lunga, godere delle condizioni vantaggiose del tasso variabile per gli anni cruciali, quelli in cui gli interessi superano il rimborso del capitale, può tradursi in una scelta strategica. Il calcolo della convenienza va infatti a riguardare non l’intera durata del mutuo, ma tendenzialmente la prima metà, quella appunto in cui maturano gli interessi e il piano di ammortamento prevede una quota di rimborso costituita per la maggior parte proprio da questi.

Roberto Anedda, Direttore Marketing del Gruppo MutuiOnline commenta così l’andamento del nostro mercato dei mutui: “da oltre un anno il differenziale tra il miglior fisso e il miglior variabile è intorno a 120 punti rispetto anche ai 250 punti del passato. E questo chiaramente sta spingendo molti mutuatari verso il fisso benché più caro in partenza. Con ciò, dal punto di vista finanziario, il variabile anche oggi ha un suo fortissimo appeal visto che l’Euribor viaggia su tassi addirittura negativi e non sono previsti forti rialzi dei tassi all’orizzonte”.

Per chiarirsi le idee sui tassi e sulle variabili da considerare prima di stipulare un mutuo, basta consultare il portale MutuiOnline.it, dove, con una simulazione facile e veloce, è possibile conoscere anche l’entità delle rate del finanziamento.

A cura di: Paola Campanelli

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