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Immobiliare in ripresa? Più fiduciosi gli operatori

Non si può ancora parlare di rilancio del settore immobiliare in Italia, ma di stabilizzazione sì visto che per il momento si sta ancora smaltendo molto invenduto a prezzi scontati. Del resto i record delle compravendite registrati nel 2006 (845.000) sono ancora molto lontani: si stima che quest’anno non arriveremo nemmeno a quota 500.000. Lo comunica Assoedilizia, segnalando tra le eccezioni il mercato dell’immobile di lusso.
In Italia resta dunque una forte dicotomia tra chi compra abitazioni di pregio e chi non riesce a permettersi nemmeno una piccola abitazione per andare via da casa di mamma e papà. Stiamo parlando dei Millennials, giovani tra i 20 e i 34 anni che rappresentando il 16,4% della popolazione e che potendo contare solo su un reddito modesto sono costretti a rinviare i loro progetti di vita, autonomia abitativa in primis. Secondo la ricerca “I giovani e la casa. La generazione dei Millennials di fronte alla questione abitativa”, promossa dalla Società italiana di iniziative edilizie e fondiarie (Sidief), realizzata da Censis e Nomisma, infatti, circa il 62,5% dei giovani tra i 18 e i 34 anni vive ancora con i genitori, percentuale davvero preoccupante se paragonata con la media europea che si attesta al 48,1%. L’età media in cui ci si rende autonomi lasciando l’abitazione della famiglia di origine è di 31,2 anni per i ragazzi e 28,9 anni per le ragazze, dato che colloca il nostro Paese in fondo alla classifica europea, seguito solo da Slovacchia e Croazia.
Nel 2015 solo il 32% dei mutui è stato erogato a persone con meno di 35 anni, “una quota di circa 10 punti percentuali inferiore a quella di dieci anni prima”, commenta Luigi Cannari, vicecapo dipartimento Economia e statistica della Banca d’Italia. A tal proposito ricordiamo che per trovare il mutuo più conveniente e adatto alle proprie esigenze basta andare su MutuiOnline.it, comparatore totalmente indipendente dagli istituti di credito confrontati.
Segnali incoraggianti giungono però da Bankitalia, grazie anche alle agevolazioni fiscali decise dal Governo. Nel terzo trimestre del 2016 la quota di agenzie immobiliari che ha venduto almeno un’abitazione è lievemente aumentata rispetto alla rilevazione precedente (al 72,9 per cento dal 71,3). Il saldo tra la quota di agenzie che riportano un aumento del numero dei potenziali acquirenti e quella delle agenzie che segnalano una diminuzione è salito a 4,6 punti percentuali, da 1,7 nell’indagine precedente, avvicinandosi ai valori di un anno prima (6,1 punti).
Relativamente ai prezzi si osserva nel terzo trimestre del 2016 una certa stabilità, evidenziata da circa il 64 per cento degli operatori a fronte dei 54,4 della scorsa indagine. La percentuale di coloro che indicano una diminuzione si è ridotta sensibilmente, attestandosi al 34,6 per cento dal 43,9 nel trimestre precedente (51,5 nella rilevazione di un anno fa). Il miglioramento riflette in particolar modo gli andamenti delle aree urbane dell’Italia centrale, dove l’incidenza delle risposte di flessione si è pressoché dimezzata, portandosi al 25,2 per cento; la quota di risposte che segnalano un aumento è rimasta stabile al 3,7 per cento.
E con i mutui, come vanno le cose? La quota di acquisti finanziati con mutuo ipotecario è salita a 80,2 per cento (da 77,1 dell’indagine precedente), con andamenti analoghi nelle principali macro aree eccetto che nel Mezzogiorno, dove si è stabilizzata al 71,9 per cento (67,9 nelle aree non urbane). Anche il rapporto tra prestito e valore dell’immobile è aumentato (al 74,7 per cento, dal 73,1), il livello più elevato dall’inizio della serie nel 2009.
Cosa ci si aspetta per il futuro? Le aspettative degli agenti immobiliari sulle tendenze a breve termine del proprio mercato di riferimento sono risultate più favorevoli rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Il saldo relativo alle attese circa l’evoluzione a breve del mercato immobiliare nazionale è salito a 8,1 punti percentuali, dopo avere toccato temporaneamente valori negativi nella rilevazione di luglio); quello relativo all’evoluzione di medio termine (due anni) si consolida su valori ampiamente positivi, attestandosi a 35,3 punti percentuali.
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