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Mutui: il tasso fisso costa quasi quanto un variabile
Aggiornato il 05/12/2019

Sono tre i motivi trainanti che stanno dando nuova linfa al mercato immobiliare. Il primo, i prezzi in calo fino al 30% rispetto a dieci anni fa; il secondo, che riguarda le banche e la crescente offerta di mutui a condizioni molto competitive. L’ultimo, ma non per importanza, che riguarda i tassi.
È evidente che siamo in regime di tassi di interesse ai minimi e il costo del denaro, così come quello dei finanziamenti, non è mai stato così basso. La congiuntura di questi tre asset portanti che si muovono crea condizioni a dir poco ideali e mai come adesso si può dire che comprare casa con un mutuo è la soluzione più saggia di investimento per un risparmiatore italiano.
Ne avevamo già parlato nell’articolo "Mutui, gli italiani preferiscono il tasso fisso", ma l’Osservatorio di MutuiOnline.it di ottobre arriva a sottolineare, ribadendola, l’affezione ormai dilagante degli italiani al tasso fisso.
Riportiamo il dato rilevato dall’analisi di MutuiOnline.it, che segna il 77,3% delle richieste di mutuo a tasso fisso in questo secondo semestre dell’anno, contro il 65,5% di quello precedente e il 40,9% di soli due anni fa, nel 2014. Tengono bene anche le erogazioni, con una percentuale del 72,0% sul totale dei finanziamenti concessi.
Si ripresenta importante, questo mese, il fenomeno surroga che assorbe il 55,2% delle richieste contro un 51,2% dell’erogato. Il 33,7% della domanda di mutui ha ad oggetto invece l’acquisto della prima casa, il 5,4% di una seconda casa e il 3,2% la ristrutturazione. Dal lato dell’erogato, le percentuali sono rispettivamente per le tre finalità del 41,1%, 3,9% e 1,4%.
Nel caso in cui abbiate già un mutuo in essere e desideriate sfruttare le condizioni dei tassi attuali, su MutuiOnline.it è possibile trovare l'offerta di surroga più adatta alle vostre esigenze; inoltre è potete informarvi sullo stato del vostro mutuo, facendo un check up gratuito.
Dato positivo riguarda l’aumento dell’importo erogato, che dal secondo semestre 2012 aveva iniziato un trend in discesa senza più arrestarsi: risale adesso a 122.700 euro, contro i 115.780 del semestre passato. Se ci spostiamo sul lato delle richieste, il trend riprende a essere discendente con un ammontare rimane stabile rispetto ai sei mesi precedenti, 126.170 euro contro 126.712 euro.
Il rapporto durata-importo vede ridursi il periodo massimo dei 30-40 anni al 21,1% rispetto al 23,4% dello scorso semestre. Per contro, cresce leggermente la richiesta di finanziamenti della durata di 25 anni con una percentuale del 20,3% (era 19,8% prima) e dei 20 anni, che arriva al 28,6% contro il 27,0% dei sei mesi scorsi.
Lato erogazioni la situazione si ribalta e il periodo 30-40 anni cresce con il 20,4% rispetto al 18,3% dei sei mesi precedenti. Sale leggermente anche il periodo dei 20 anni, facendo registrare un 27,9% contro il 26,1% del primo semestre 2016.
Poco meno di un terzo delle richieste di mutuo, il 30,5%, sono per un loan-to-value pari al 70- 80%. Molto distanti le altre coperture di valore dell’immobile, per il 17,2% delle richieste di finanziamenti dal 60 al 70% e per il 16,2% dal 40 al 50%. Più equa la distribuzione del loan to value da parte delle erogazioni, con il 24,4% dei mutui concessi che coprono tra il 70 e l’80% del valore dell’immobile e il 18,5% che copre dal 40 al 50% dello stesso valore.
È il centro Italia che domina la classifica delle richieste, con il 40,1%, seguito dal Nord con il 36,4% e dal Sud con il 15,8%. Chiudono le Isole che fanno segnare un 7,7%. La differenza tra Nord e Sud è meno rilevante se ci spostiamo sul lato delle erogazioni, che vedono distribuirsi il territorio italiano tra il 41% del nord Italia e il 40,9% del Centro. Segue il Sud con il 12% e le Isole con il 6,1%.
Quasi la metà dei richiedenti ha tra i 36 e i 45 anni, il 46,7% che corrisponde quasi completamente all’età media di coloro che ricevono un mutuo da una banca, il 47,0%. Ha tra i 26 e i 35 anni il 25,3% dei richiedenti, che corrisponde a un 25,5% delle erogazioni.
L’83,6% dei richiedenti ha un impiego a tempo indeterminato, l’8,7% è un lavoratore autonomo e il 4.1% un libero professionista. Per le erogazioni le percentuali riguardano l’88,5% coloro che hanno un lavoro a tempo indeterminato, il 5,4% autonomi e il 3,8% i mutuatari che esercitano la libera professione.
Se si sta per acquistare casa e si ha intenzione di farlo chiedendo un finanziamento, la via migliore è comparare le proposte di mutuo su MutuiOnline.it; in questo modo potete trovare le offerte più convenienti del mercato. Simulando la richiesta di un 35enne di Milano con impiego a tempo indeterminato e uno stipendio mensile di 1.800 euro che richiede un mutuo di 120.000 euro (valore immobile 180.000 euro), l’offerta di finanziamento a tasso fisso più conveniente al 10 di ottobre è quella di Intesa Sanpaolo che con Mutuo Domus Fisso garantisce una rata di 587,37 euro al Tasso Fisso dell’1,65% e Taeg 1,85%. Le spese di istruttoria sono di 600 euro e quelle di perizia ammontano a 320 euro. La Banca offre il servizio dell’orario flessibile, con aperture la sera e il sabato mattina.
Il miglior mutuo a tasso fisso ma con gestione online è invece quello di IW Bank Private Investiments. La rata mensile di Mutuo a Tasso Fisso è di 595,76 euro al Tasso Fisso dell’1,80% e Taeg dell’1,92%. Le spese di istruttoria sono di 600 euro e quelle di perizia sono pari a zero.
Se ci si sposta sul variabile, il prodotto a condizioni migliori è quello offerto da UBI Banca Popolare Commercio e Industria. Mutuo Tasso Variabile Sempre Light ha una rata di 554,55 euro e un Tasso Variabile dell’1,05%. Il Taeg è dell’1,16% e le spese iniziali ammontano a 600 euro per l’istruttoria e 275,00 euro le spese di perizia. Lo spread è decrescente e non c’è alcuna spesa di gestione periodica.
Tra le banche online sempre per il tasso variabile troviamo ancora IW Bank Private Investiments che con Mutuo a Tasso Variabile Semprelight offre un Tasso Variabile di 554,55 euro e un Taeg dell’1,08%. Non è prevista alcuna spesa di perizia, mentre quelle di istruttoria ammontano a 600,00 euro. Anche in questo caso lo spread è decrescente in relazione al loan-to-value.
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