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Europa e mercati immobiliari. La visione a lungo termine

26/09/2016
Europa e mercati immobiliari. La visione a lungo termine

Dopo avervi parlato della "Cities of Opportunity" oggi allarghiamo la visuale e ci concentriamo sul mercato immobiliare europeo che si sta lasciando lentamente alle spalle la crisi, con numeri ed evidenze differenti per ogni Paese ma secondo un andamento che è costante e deve essere valutato sul medio-lungo periodo.

È quanto emerge dal ventiquattresimo Forum di Scenari Immobiliari che si è svolto nei due giorni del 17 e del 18 settembre a Santa Margherita Ligure.

Il mercato italiano chiude l’anno sopra il 3,6%, con un fatturato di 121 miliardi di euro, raggiungendo così i numeri del 2010 e le previsioni per il nuovo anno sono di una crescita costante, anche se lenta. “È difficile pensare a una ripresa robusta dei mercati in questa fase di debolezza dell’economia e di deflazione. Ci sono altri due elementi importanti che bloccano l’espansione e sono il calo demografico e la mancanza di innovazione nei prodotti e nei modelli di offerta dell’industria immobiliare”, commenta il presidente di Scenari Immobiliari Mario Breglia.

Un anno positivo dunque, con un mercato che ha beneficiato della liquidità immessa sul mercato dalle manovre del Governo e dei tassi di interesse ai minimi storici che hanno dato fermento crescente agli investimenti delle famiglie e degli investitori istituzionali.

Ci sono stati anche episodi negativi e non si possono tralasciare gli effetti del fenomeno Brexit in Gran Bretagna, un’uscita dall’Ue che si traduce con una perdita per il Paese del 14% e una flessione del mercato europeo dello 0,2%, più di 700 miliardi di euro. Ma anche qui le previsioni sono buone e si avanza l’ipotesi di un ritorno ai numeri positivi pre-live.

Quella che invece non ha bisogno di previsioni perché è già volata sui numeri pre-crisi è la Spagna, che ha fatto rilevare un +10,5%, già di diritto quindi fuori dalla crisi.

E l’Italia?

Breglia parte dai numeri, annunciando per l’anno in corso quotazioni ancora negative e vicine allo zero - meno 0,8% - e a soffrire è maggiormente il settore residenziale, perché il commerciale e gli uffici di qualità sono in lenta risalita grazie soprattutto agli investitori esteri che hanno contribuito nei primi sei mesi dell’anno con 3,6 miliardi di euro, ripartiti per il 45% in uffici e per il 19% negli esercizi commerciali. Quello che incoraggia sono comunque le previsioni, che per il 2017 sono buone e lasciano ben sperare a un ritorno sopra lo zero.

A preoccupare non sono tanto i volumi di vendita, comunque in risalita costante, ma i prezzi degli immobili. Gli ultimi 5 anni hanno accumulato un calo del 10,5%, che diventa positivo solo se si allarga l’orizzonte e si guarda al lungo termine, visto che rispetto a 15 anni fa le quotazioni sono aumentate del 9,1% in media, con picchi del fenomeno nei centri più grandi, come Milano e Roma che hanno assistito a un aumento di quasi il 20%.

Se invece usciamo dal Vecchio Continente e guardiamo oltreoceano, una delle evidenze delle ultime settimane è la crescita della domanda di mutui negli Stati Uniti, con molte surroghe e sostituzioni al fine di trovare condizioni più convenienti. Più 4,2% la crescita rilevata dalla Mortgage Bankers Associations nella settimana dal 3 al 9 settembre, contro il +0,9% registrato la settimana precedente. Le richieste di rifinanziamento sono invece a +1,74% rispetto alla settimana prima.

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A cura di: Paola Campanelli

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