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Boom di abitazioni all'asta, soprattutto al Sud

Dopo avervi elencato i mutui più convenienti del mese, cambiamo argomento perché ormai è sempre più in difffuso il fenomeno delle abitazioni all'asta, che sembra aver preso piede soprattutto per via della crisi economica e dei numerosi fallimenti aziendali. Cresce infatti il numero di piccoli imprenditori, artigiani, commercianti che non sono riusciti a far fronte per anni alle proprie difficoltà, arrivando a intaccare anche il patrimonio più prezioso: la prima casa.
Questa situazione appare piuttosto uniforme a livello nazionale, segnalando che è sempre la fascia di reddito medio-bassa a pagare il tributo più rilevante alla crisi: il 66% delle abitazioni all’asta ha un prezzo inferiore ai 100.000 euro, percentuale che sale addirittura fino all’89% se si prendono in esame anche gli immobili appartenenti alla fascia tra 100.000 e 200.000 euro. Nella stragrande maggioranza dei casi, insomma, non si tratta certo di case di particolare pregio.
Nei primi sei mesi dell'anno il numero delle case all’asta in Italia è aumentato del 5,4%, facendo registrare 30.215 procedure in corso, a fronte delle 28.672 rilevate a gennaio. Un valore, quello attuale, che di fatto riporta il mercato ai livelli di un anno fa: non si è consolidata, dunque, l’inversione di tendenza che era stata registrata all’inizio del 2016, quando fu riscontrato un calo del 6,7%. È quanto emerge dal rapporto semestrale sulle aste immobiliari del Centro Studi Sogeea, presentato in Senato. Abbozzando una stima del valore finanziario delle transazioni effettuate in questi primi sei mesi dell’anno, si ottiene una cifra di circa 4,8 miliardi di euro, di cui, tolte le spese per le procedure, circa 4,5 miliardi destinati alle banche.
Quasi la metà delle abitazioni in vendita si concentra nel Nord del Paese, unica area in cui le case all’asta sono scese rispetto a sei mesi fa: erano 16.391, da cui una flessione del 18,1%. A trainare la brusca risalita sono soprattutto il Sud e le Isole, che hanno fatto registrare un incremento rispettivamente del 46,4% e del 44,8%. Meno marcato, ma comunque consistente, l’aumento registrato al Centro (+26,2%).
"Il quadro che ne scaturisce è quello di un Paese diviso in due, con un Mezzogiorno che continua a faticare tremendamente a uscire dalla crisi e un Nord che sembra invece in risalita" – ha spiegato nella sua relazione l’ing. Sandro Simoncini, presidente di Sogeea e direttore del Centro studi –. Le regioni settentrionali si sono dimostrate evidentemente anche più reattive nel recepire e nello sfruttare le novità legislative introdotte, come quella sull’imposta di registro, producendo un’accelerazione nelle tempistiche di vendita e facendo sì che i nuovi arrivi di immobili sul mercato non compensassero le operazioni andate a buon fine. Si può contestualmente ipotizzare che, nel Nord Italia, le persone che si trovano in difficoltà economico-finanziaria stiano fortunatamente diminuendo e che gli istituti di credito siano meno aggressivi nei confronti di chi è in sofferenza. Le banche, in effetti, sono consapevoli che il valore degli immobili è drasticamente calato negli ultimi anni e, di conseguenza, un’asta non le farebbe comunque rientrare dei capitali erogati.
Mezzogiorno e Isole, invece, hanno fatto registrare un incremento tale delle abitazioni in vendita che non può che far riflettere: gli effetti di una stagnazione economica che stenta a interrompersi risultano sempre più devastanti con il passare degli anni.
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