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Mutui, la famiglia continua a finanziare i giovani

Nella prima parte del 2016 sembra sia aumentata tra le famiglie italiane la consapevolezza delle fragilità del sistema Paese e della transitorietà di alcuni innegabili segnali positivi registrati nell’ultimo anno, come quelli riferiti ai dati del primo semestre 2016 che hanno fatto fatto segnare un ulteriore avvicinamento ai livelli pre-crisi.
Di conseguenza si è osservato un rallentamento delle intenzioni di acquisto della casa, in particolare come bene d’investimento, anche perché è aumentato il numero di famiglie che non riesce a risparmiare, passando dal 31,9% al 37%. Nomisma segnala che i nuclei interessati ad acquistare un’abitazione si sono ridotti nell’ultimo anno di circa 500 mila unità, passando da 2,5 a 2 milioni.
L’interesse da parte dei nuclei nei confronti della casa rimane forte, ma con un approccio più “presentista” sia sull’acquisto, sia sulle ristrutturazioni. La percezione di transitorietà dei fattori positivi che hanno accresciuto il reddito disponibile nell’ultimo anno non consente alle famiglie di costruire scelte d’investimento su un orizzonte temporale lungo, inducendole al più verso la rinegoziazione del mutuo o verso il mercato delle riqualificazioni.
Nel 2015 gli acquisti di abitazioni hanno riguardato l’1,8% del totale delle famiglie (464 mila), dato in linea con i due anni precedenti, seppur in virtù di un aumento di seconde case per uso del nucleo familiare plausibilmente per far fronte ai bisogni delle nuove generazioni, spiega il rapporto Nomisma.
La rete familiare, infatti, continua a svolgere un ruolo estremamente rilevante per colmare i bisogni sociali e finanziari delle nuove generazioni. Non è un caso che nel 2016 la domanda residenziale sia massicciamente rappresentata da una componente di acquisto di seconda casa per uso familiare. È quindi evidente che questo stia avvenendo grazie al supporto che le famiglie di origine garantiscono ai figli, superando così il gap che rende difficile per la gran parte dei giovani nuclei affrontare l’investimento per l’acquisto di un’abitazione.
Riguardo ai mutui un quadro di fragilità si denota anche rispetto ai pagamenti in essere: nel corso di un anno si è passati dal 14,4% al 22,8% di famiglie che dichiarano difficoltà a far fronte al mutuo. Quasi una famiglia su quattro con un potenziale aumento di stock di sofferenze bancarie (non performing loans), dopo che per anni la capacità di tenuta su questo fronte era stata nettamente superiore a quella delle imprese.
Passando alla componente di domanda di mutuo non soddisfatta, il 73% delle domande non accolte riguarda la mancanza di garanzie sufficienti. Le domande respinte riguardano anche i rifiuti che le banche compiono a livello informale ancor prima di aprire un’istruttoria. La domanda non accolta riguarda in particolare i genitori singoli con figli (7,6% della categoria) e nuclei numerosi (6,1% della categoria) con disponibilità economiche esigue.
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