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Il business degli affitti brevi: gli adempimenti fiscali necessari

15/05/2016
Il business degli affitti brevi: gli adempimenti fiscali necessari

Il lento cambiamento delle abitudini abitative ha cambiato anche il business immobiliare. La casa di proprietà è sempre meno bene primario per gli italiani, che dimostrano invece di far loro una cultura della mobilità tipica delle popolazioni del Nord Europa.

Cambia anche il modo di stare in vacanza o in trasferta, preferendo sempre più soggiornare in appartamenti in affitto piuttosto che in alberghi e hotel.

È il fenomeno degli affitti brevi, di cui abbiamo discusso in una news sul boom di questa tipologia di locazione, a dicembre dello scorso anno che sta rimettendo in moto anche parte del mercato immobiliare e ridando vita a una quantità di case rimaste sfitte per decenni. Un vero e proprio business, se fatto nella maniera giusta e soprattutto se si ha la fortuna di essere proprietari di un appartamento in una città strategica.

La messa a reddito di un appartamento in un grande centro con un affitto tradizionale rende oggi intorno al 4,6% lordo (dati Tecnocasa). Differente è la potenzialità se si sceglie di affittare per brevi periodi, servendosi magari di uno dei portali di locazioni che spopolano in rete: solo Airbnb conta nel nostro Paese 200 mila annunci e ben 3 milioni di ospiti lo hanno scelto per i loro soggiorni.

Ma quanto rendono gli affitti brevi? Secondo il portale Casa.it dipende da una quantità di variabili. A Milano per un appartamento che può ospitare 4 persone e in periodi di vacanza come un ponte, si va da 70 a 150 euro, a Roma da 80 a 200 euro. Ma Milano supera di gran lunga la Capitale in occasioni come la Design Week o l’Expo. A Torino possono bastare 75-80 euro, mentre Firenze è più cara e un appartamento costa in media 110 euro. Ci vogliono invece 100 euro a Napoli e dai 61 ai 118 euro a Bologna.

Elisabetta Luise di HomeAway spiega che è importante formulare il prezzo dell’offerta confrontandolo con quella della concorrenza e ponderandolo secondo molte variabili: l’esatta ubicazione dell’appartamento e il suo stato, la stagionalità, il livello dei servizi offerti. Secondo quanto affermato dalla communication manager di HomeAway, i proprietari delle case del loro portale hanno una rendita media annua di 13 mila euro.

Ancora più difficile è mettere a reddito una seconda casa al mare o in montagna, visto che in questo caso la stagionalità è del tutto condizionante e le entrate saranno periodiche, senza tralasciare le spese per la gestione di un appartamento la cui gestione è spesso delegata alle agenzie per ovvi motivi di ordine logistico.

Dal punto di vista degli adempimenti fiscali, è bene ricordare che qualunque forma di affitto, anche se breve, deve essere regolata per legge con almeno la registrazione dell’ospite pagante.

Tuttavia, se si tratta di affitti inferiori ai 18 mesi, la regolamentazione è differente rispetto al contratto di locazione standard che invece risponde alla legge sulle locazioni 431/1998.

Che si tratti allora di un contratto weekend, utilizzato per affitti di pochi giorni, o di un contratto casa vacanze, utilizzato invece per periodi inferiori a trenta giorni, la legge non prevede obbligo di pagamento di imposte di bollo o di registro, ma il proprietario della casa o comunque chi cede in locazione l’appartamento dovrà specificare eventuali spese accessorie richieste per il soggiorno e il deposito cauzionale.

Se invece il soggiorno dell’ospite supera i 30 giorni, si rientra nella formula dell’affitto breve non turistico che richiede la dichiarazione all’autorità locale dell’inquilino occupante l’abitazione con la motivazione del soggiorno e la registrazione di un contratto di locazione temporaneo, con bollo e raccomandata.

Come avviene per i contratti standard, in entrambi i casi il proprietario può avvalersi della cedolare secca, argomento che potete approfondire sul nostro portale dato che abbiamo fatto chiarezza con una recente news sul tema; si tratta della tassa unica che comprendere e forfettizza tutte le tasse altrimenti necessarie. Il rinnovo del contratto transitorio rientra automaticamente nella tipologia di un contratto standard.

Nel caso in cui invece, steste pensando di fare un investimento e acquistare una casa accendendo un mutuo, su MutuiOnline è possibile comparare le proposte di finanziamento dei principali istituti di credito e trovare la proposta più conveniente per le proprie esigenze di spesa. 

A cura di: Paola Campanelli

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