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Ristrutturare casa? Ci pensa il mutuo
Aggiornato il 07/01/2019
Rientra nel progetto di risollevamento del comparto immobiliare l’ennesimo comma contemplato dalla legge di Stabilità: l’anno appena entrato in corso vede prorogate le agevolazioni fiscali per coloro che ristrutturano casa o acquistano mobili. Nel primo caso infatti, sono confermate fino al 31 dicembre 2016 le detrazioni IRPEF del 50% sulla spesa sostenuta per ristrutturare, nel limite massimo di 96mila euro, distribuite in 10 rate annuali di pari importo.
Lo stesso bonus vale per l’acquisto di mobili ed elettrodomestici di classe non inferiore alla A+, con una detrazione sul 50% della spesa entro un limite massimo di 10 mila euro per singola unità immobiliare (quindi 5mila euro di rimborso).
L’Osservatorio di MutuiOnline scandaglia la totalità dei mutui richiesti ed erogati tramite il sito, con finalità di ristrutturazione, nell’anno appena passato e li mette a confronto con i dati degli ultimi 2 anni.
La prima evidenza registrata riguarda il tasso di interesse maggiormente richiesto, che è il fisso nel 61,5% dei casi. Il 35% ha invece richiesto un tasso variabile.
Le banche hanno risposto a queste richieste con il 64,7% dei finanziamenti concessi a tasso fisso e il 33,9% a tasso variabile. Il dato è abbastanza rilevante se si guarda al 31,1% dei mutui a tasso fisso concessi nel primo semestre del 2014.
La durata del finanziamento più domandata è stata il breve periodo, nel 32,6% dei casi. Segue il periodo dei 15 anni che ha riguardato il 26,2% delle richieste. L’11,4% ha provato a richiedere un finanziamento di lungo periodo, dai 30 ai 40 anni, ma il grafico delle erogazioni ci dice che solo il 5,4% l’ha ottenuto.
L’atteggiamento cauto delle banche si vede proprio nel prospetto delle erogazioni, con il periodo inferiore ai 10 anni che prevale con il 35,3%: era il 27,3% nei primi sei mesi del 2015.
A seguire, nell’ultimo periodo del 2015 troviamo il 30,3% dei finanziamenti concessi entro i 15 anni e il 22,2% entro i 20 anni. Un esiguo 6,8% di mutui per ristrutturazione è stato erogato per un periodo entro i 25 anni.
Cala anche l’importo medio richiesto, fermandosi a 81.038 euro contro i 76.182 euro effettivamente concessi nel secondo semestre del 2015. Era di 85.494 euro nel primo semestre dell’anno, il valore più alto registrato negli ultimi due anni.
Gran parte dei mutui domandati - il 42% - ha un importo ricompreso tra i 50 mila e i 100 mila euro e le banche evadono nella totalità la richiesta, facendo anzi registrare per questa fascia di importo il 45,2%.
Il 40,2% delle richieste è invece per un importo inferiore ai 50.000 euro, erogati nella percentuale del 36,7%.
Il 3% delle domande ha ad oggetto un mutuo per ristrutturare di importo superiore ai 200.000 euro, ma le banche rispondono facendo registrare un esiguo 0,9% soddisfatto con questo importo.
Relativamente al loan-to value, la maggiore percentuale di richieste – il 40,6% - è per un valore entro il 30% e il 20,9% per la fascia immediatamente superiore fra il 31 e il 40%.
Dalla parte delle erogazioni, il 48,9% dei mutui ha un valore minore al 30% del prezzo della ristrutturazione, assorbendo questa fascia di minore importo anche parte delle richieste delle fasce di LTV superiori.
Interessante rilevare che un 5% dei mutui, del 7% richiesto, è concesso per un valore superiore al 90% del valore della ristrutturazione dell’immobile.
Geograficamente prevale ancora il nord Italia, che guida la classifica delle erogazioni con il 40,7%, mentre il 37,1% dei mutui viene concessa al Centro e solo il 16,3% delle erogazioni avviene al sud, contro una richiesta che copre il 23,6% della domanda. Chiudono le Isole con il 5,9% dei mutui erogati, quasi la metà rispetto al 5,9% dei mutui domandati.
E ancora l’età dei richiedenti. Per questa voce prevale il range 36-45 anni con il 33%, leggermente più basso del 36,5% dei richiedenti, seguito dalla fascia 46-55 anni con il 31,7% dei contratti. Il 16% dei mutui viene concesso a chi ha più di 55 anni, domanda quasi pienamente soddisfatta, che fa registrare per questo range il 16,5%.
Il 70,3% delle richieste arriva da lavoratori a tempo indeterminato, e la percentuale di erogato per questa fascia è ancora superiore, pari al 74,7%. Nell’11,8% si tratta di mutui concessi a lavoratori autonomi, contro il 14,9 dei richiedenti che si trovano in questa condizione.