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Mutui, cosa riserva il nuovo anno

Tirano le somme di un anno di finanziamenti alla casa Assofin, Crif e Prometeia, che nella trentanovesima edizione dell'Osservatorio sul credito al dettaglio rilevano la ripresa del mercato del credito alle famiglie, confermando per il 2015 appena concluso il trend positivo iniziato già nel 2014.
Merito dei bassi tassi di interesse che hanno incoraggiato la domanda e di manovre di politica economica come il Quantitative easing che hanno alimentato l’offerta da parte degli istituti di credito, le erogazioni finalizzate all’acquisto della prima casa segnano +21,3% nei primi 9 mesi dell’anno rispetto allo stesso periodo del 2014. A dominare la scena, tuttavia, ci sono gli ‘altri mutui’, con un aumento a tre cifre - +187,1% - e l’erogato destinato a finanziare le surroghe che fa registrare un +780,6%: in sostanza oltre un quarto dei finanziamenti complessivamente concessi.
Insieme alle surroghe, i grandi protagonisti dell’anno sono stati i tassi fissi. Un grande ritorno dopo anni di orientamento al tasso variabile dettato dal costante contrarsi dell’indice Euribor che ha toccato minimi storici stabilendosi su valori negativi. Il 46% delle erogazioni ha avuto di fatto ad oggetto mutui a tasso fisso, con tassi così bassi da stabilirne la netta convenienza rispetto a quelli variabili.
Una ripresa importante dunque, ma siamo lontani dal raggiungere i periodi gloriosi pre-crisi di circa sette anni fa. Lo si vede nell’atteggiamento comunque cauto dei risparmiatori che si indebitano per importi più bassi, fino a 100 mila euro per il 32% del totale dei finanziamenti concessi e scegliendo periodi più brevi, prevalentemente con durata fino a 20 anni.
Domina la scena anche la filiale tradizionale, protagonista ancora nel 79% dei casi dei finanziamenti erogati. E nonostante l’online prenda progressivamente quota, anche chi si rivolge al web per ottenere un mutuo preferisce non abbandonare il canale fisico.
Si riducono, con un andamento costante ormai da diversi trimestri e in proporzione alle migliori condizioni economiche delle famiglie, i tassi di sofferenza rilevati, con il comparto dei mutui che fa segnare un calo dell’1,7%, il valore più basso da quattro anni.
Ma cosa riserveranno i prossimi anni? In termini pratici, surroghe e ricontrattazioni saranno sempre meno protagoniste perché in buona parte smaltite quest’anno, mentre il mercato si concentrerà molto più sulle consistenze.
Bankitalia, nel suo Rapporto annuale sulla Stabilità Finanziaria di novembre ha parlato di ripresa, portando come fattori a favore la discesa dei prezzi nel mercato immobiliare e il clima di riacquistata fiducia delle imprese di costruzione. L’unica minaccia sarebbe invece costituita dalla quantità di invenduto rimasto nel mercato immobiliare.
Così Moody’s, l’agenzia di rating americana, sostiene la ripresa dettata dal verificarsi di condizioni macroeconomiche positive: i tassi di interesse bassi e la bassa leva del debito delle famiglie favoriranno nell’anno che è appena incominciato la stabilizzazione del mercato immobiliare.
Di certo c’è che il 2015 ha costituito l’inizio di una ripresa lenta ma costante, che dovrebbe continuare il prossimo anno con rilievo maggiore e trovare il suo momento di massima affermazione nel 2017.
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