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Mutui: perché l’Euribor scenderà ancora

29/09/2015
Mutui: perché l’Euribor scenderà ancora

È stata probabilmente la stagione più fortunata per chi ha acceso un mutuo scegliendo di farlo a un tasso variabile. L’Euribor, l’indice che determina il tasso di interesse della rata, è ormai in discesa verticale dal mese di gennaio: allo stato attuale, quello a 3 mesi ha raggiunto il nuovo minimo storico segnando -0,038%, mentre l’Euribor a 1 mese è a quota -0,105%. Significa che la somma tra lo spread - il tasso applicato dalle banche che erogano il mutuo - e la parte fissa della rata, dà come risultato un valore inferiore allo spread stesso.

Gli economisti parlano chiaro e la novità di questi giorni è che il calo non è ancora destinato ad arrestarsi, visto che i valori attesi prevedono una discesa che arriverà a toccare -0,2%. Un valore che inizia a diventare importante, se si considera che fino a questo momento le riduzioni in centesimi potevano essere considerate trascurabili ai fini del calcolo della rata.

Per contrastare il rischio di una perdita di margine sui finanziamenti erogati, a febbraio di questo anno le banche hanno incominciato a stabilire un tetto massimo oltre il quale non è possibile scendere. Per farlo, hanno inserito all’interno dei contratti delle clausole che stabiliscono come il tasso di interesse applicato non può essere inferiore allo spread: in altri termini, vuol dire negare al consumatore il beneficio di un risparmio sulla rata finale del finanziamento.

Tutto questo è stato sufficiente perché il Codacons, l’associazione a difesa dei consumatori, si sollevasse con un esposto ai magistrati, segnalando gli istituti di credito a 104 Procure della Repubblica del Paese.

Secondo il Presidente Carlo Rienzi, “la clausola ‘pavimento’ secondo la quale il tasso non può in ogni caso essere inferiore allo spread, pur in presenza di Euribor negativo, è una misura che penalizza fortemente i consumatori e genera un danno che, nel tempo, può raggiungere miliardi di euro. Per tale motivo abbiamo deciso di presentare un esposto a 104 Procure della Repubblica di tutta Italia, chiedendo di verificare la correttezza del comportamento delle banche che operano sul territorio ed eventuali fattispecie penalmente rilevanti. Allo stato attuale, ad esempio per un mutuo da 200mila euro rimborsabile in 20 anni, il risparmio netto sarebbe pari a 120 euro l’anno”.

Ma qual è il motivo di questa incessante discesa? Ci vengono in aiuto le parole di Andrea Terzi, docente di Economia monetaria all’Università Cattolica di Milano, che spiega come la causa di tale ribasso sia da ricondursi al ben noto fenomeno del Quantitative Easing e alla maggiore liquidità detenuta dalle banche, che ha portato le riserve da 200 a 600 miliardi a fine 2014. Questo ha fatto precipitare i tassi del denaro praticati dalla Banca Centrale Europea fino al -0,2%, la soglia minima fino alla quale l’Euribor potrà spingersi.

Stando dunque alle previsioni, il costo del denaro “all’ingrosso” rimarrà sottozero durante tutto il 2016 e non solo: per una ripresa verso valori positivi e interi, per intenderci l’1%, si dovrà aspettare il 2020.

A cura di: Paola Campanelli

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