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Immobiliare: la pressione fiscale ferma la ripresa

18/06/2015
Immobiliare: la pressione fiscale ferma la ripresa

Il rapporto 2015 dell’ANCE, Associazione Nazionale Costruttori Edili, fotografa la situazione del mercato residenziale italiano, rilevando come lo scorso anno il trend delle abitazioni vendute si è invertito dopo il crollo del 53,6% fatto registrare dal 2007 al 2013.

Nel 2014 le compravendite sono di fatto aumentate del 3,6%, mentre i mutui sono tornati a crescere del 13,4%, con i tassi di interesse sui finanziamenti a un livello medio sotto il 3%.

Nel primo trimestre del 2015 il mercato del residenziale ha fatto segnare un -3% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, ma il dato non è da considerarsi negativo visto che molte compravendite del 2014, grazie alle agevolazioni fiscali sull’acquisto, si sono concentrate nel periodo gennaio-marzo. Al netto di quest’ultime, il numero degli scambi di quest’anno si conferma positivo, con un +0,8%.

Il loan to value - ossia il rapporto tra il prestito concesso dalla Banca e il valore del bene finanziato - si è ridotto drasticamente rispetto al 2011: si è passati da oltre il 70% del valore dell’immobile al 55% del 2013; oggi la quota sta lentamente risalendo (61%), anche se sarà difficile raggiungere i livelli pre-crisi.

Un fattore che sta influendo sulla totale ripresa del mercato immobiliare è la tassazione della proprietà.

I dati del Dipartimento delle Finanze e dell’Agenzia delle Entrate sono allarmanti: nel 2014 il gettito fiscale sugli immobili ad uso abitativo e produttivo derivante dalle imposte sul possesso, sulla locazione e sulle compravendite, è cresciuto del 9,8% rispetto all’anno precedente.

Le cifre registrate indicano un introito di circa 42 miliardi di euro contro i 38 del 2013, con un rialzo da attribuirsi al maggior prelievo derivante dall’introduzione della nuova imposta TASI (Tassa sui Servizi Indivisibili), che si è sommata all’IMU già prevista nel biennio 2012-2013.

Rispetto al 2011, ultimo anno in cui era in vigore la sola ICI, c’è stato un incremento dell’imposizione derivante dalla somma di IMU e TASI di 14,9 miliardi di euro, facendo salire il prelievo statale del 143,5% in soli tre anni.

La stessa ANCE sottolinea come sia necessario introdurre delle misure per ridurre il peso della pressione fiscale. Nello specifico, l’Associazione è convinta che servirebbero forme di detassazione sugli acquisti di nuove abitazioni ad elevato standard energetico, in modo da consentire una ripresa degli investimenti nel comparto.

Un altro aspetto da curare riguarderebbe la razionalizzazione degli incentivi, potenziando quelli per il recupero delle abitazioni e confermando a regime quelli per la riqualificazione energetica degli edifici. In ultimo, l’ANCI propone una stabilizzazione per tre anni della prossima local tax, lasciando gli introiti dell’imposta interamente ai Comuni per finanziare i servizi: le abitazioni invendute dalle imprese edili sarebbero esentate dal pagamento.

A cura di: Paola Campanelli

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