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Job Act e mutui: un binomio vincente?

Pubblicato il 11/05/2015

Aggiornato il 18/05/2015

Job Act e mutui: un binomio vincente?

Il mondo del lavoro cambia. E con esso il mercato dei mutui. Il Governo sta lavorando alla Riforma del mondo del lavoro che è stata approvata il 20 febbraio 2015 dal Consiglio dei Ministri ed entrerà in vigore a partire da giugno 2015.

Tra le principali novità, oltre alla tanto discussa possibilità di ricevere il Tfr in busta paga, la revisione di una serie di forme contrattuali a tempo determinato a favore di un contratto a tutele crescenti.

Cosa significa esattamente? Nella versione definitiva del documento è previsto che i lavoratori a tempo determinato dopo tre anni di lavoro senza vincolo di stabilizzazione, per continuare a lavorare nella stessa azienda presso cui hanno prestato servizio, debbano essere assunti a tempo indeterminato. Pena, per l’azienda, la perdita degli sgravi fiscali sul costo del lavoro.

Vanno a decadere così tutto un insieme di categorie contrattuali atipiche e a progetto che hanno contraddistinto gli ultimi decenni e che hanno avuto pesanti conseguenze anche sulle possibilità economiche delle generazioni più giovani, spesso in difficoltà di fronte alla richiesta di un prestito o un mutuo, non avendo a disposizione tutti i requisiti che normalmente servono perché la domanda di finanziamento venga accolta.

In molti si chiedono ora se questa rivoluzione del mondo del lavoro possa avere impatti sul mercato mutui. Già in marzo il Presidente Abi Antonio Patuelli aveva affermato che le banche non avrebbero discriminato i contratti a tutele crescenti, permettendo l’accesso ai finanziamenti come previsto per i contratti a tempo indeterminato. Affermazione che è stata motivata spiegando che la tipologia di contatto è ugualmente a tempo indeterminato, indipendentemente dal fatto che le tutele in ambito licenziamento siano applicate in maniera differente rispetto al passato, con il pagamento di un indennizzo crescente, per un periodo fino a 24 mensilità che rappresenta una garanzia. 

L’Abi ha tenuto a precisare che ogni istituto ha poi facoltà di valutare il merito creditizio, incrociando informazioni e variabili differenti quali ad esempio l'importo richiesto, il reddito mensile, il valore dell'immobile.

Tra le banche italiane, Unicredit è stata tra le prime a muoversi per adeguare l’offerta mutui al nuovo mercato del lavoro. Il Country Chairman Italia del Gruppo Gabriele Piccini ha confermato che i neo-assunti, superato il periodo di prova previsto, non subiranno discriminazioni di sorta nella richiesta di mutui, per cui verranno applicati i criteri già in uso. Questo avverrà indipendentemente dalla tipologia di contratto e dalle dimensioni aziendali.

Ora bisogna vedere come verrà attuata questa dichiarazione di intenti, che potrebbe andare a costituire una svolta nella strategia non solo di Unicredit - che al momento vanta brillanti risultati per il 2014 sul fronte mutui ipotecari - ma anche degli altri istituti.

Del resto, i primi dati relativi all’applicazione della riforma del lavoro sono di buon auspicio:  stando alle rilevazioni sui rapporti di lavoro raccolte dal Sistema informativo delle comunicazioni obbligatorie, nel solo mese di marzo sono stati registrati circa 21mila contratti di lavoro in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Incoraggiante anche il saldo positivo: più 92 mila unità rispetto alle cessazioni. 

Anche i rapporti a tempo indeterminato hanno registrato un incremento (+54mila), passando dal 17,5 al 25,3%. In calo invece i contratti a tempo determinato, ormai meno incentivanti per le aziende: sono scesi dal 63,7% al 59,4%.  

Anche di fronte a tali evidenze, bisogna ugualmente mostrare cautela: il mercato mutui è sì in ripresa, ma va comunque specificato che, a fronte degli incrementi dell’erogato, il ruolo delle protagoniste resta ancora delle surroghe, che ad oggi costituiscono quasi il 60% delle richieste. Va inoltre tenuto conto che ad oggi, di fronte ad una rivoluzione del lavoro in fase di avvio, non abbiamo evidenze concrete di come si adeguerà il mercato mutui.

A cura di: Alessia De Falco

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