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Surroghe, le grandi protagoniste del 2014. E nel 2015?
Nel 2014, il 49,3% delle richieste mutui ha avuto come finalità la surroga. Lo dice l’Osservatorio MutuiOnline relativo al secondo semestre dell’anno appena concluso. Un dato che non stupisce, visto che rappresenta la conferma di un trend positivo innescatosi già nella scorsa estate.
Ciò che colpisce è il vero e proprio boom di richieste registrato a fine anno: le rinegoziazioni dei mutui sono aumentate, rispetto allo stesso periodo del 2013, del 35%, +26% per le erogazioni da parte degli istituti di credito, a conferma che l’offerta segue strettamente la domanda.
Se è vero dunque che il fronte del credit crunch è sempre in allerta e che sono in molti a chiamare in causa le banche, colpevoli di non finanziare l’economia reale come in realtà viene loro richiesto, in realtà il mercato immobiliare si sta muovendo e con esso i finanziamenti di medio-lungo periodo.
Il trend delle surroghe peraltro si confronta con due realtà dell’economia del Paese: da un lato la crescente difficoltà dei contribuenti a ripagare il debito e quindi la ricerca di soluzioni che riducano il più possibile l’entità delle rate del mutuo, sfruttando anche le offerte particolarmente vantaggiose di questo periodo. Dall’altro la risposta delle banche, che per far fronte alla crisi e stimolare la domanda tendono ad agevolare maggiormente rispetto al passato le richieste di finanziamenti.
In questo contesto si innesta anche un altro trend, quasi inaspettato, emerso a partire dalla seconda metà del 2014, ovvero il ritorno del tasso fisso. Anche in questo caso entrano in gioco variabili macroeconomiche e sovranazionali, quali gli andamenti dei tassi BCE e l’Euribor, altro indicatore del costo del denaro, che ha progredito nel suo percorso al ribasso con graduale continuità.
Secondo l’Osservatorio MutuiOnline, oltre alle preferenze in termini di finanziamenti, stanno progressivamente cambiando i profili dei richiedenti: meno richieste al Nord (-3,4%), in aumento la domanda al Centro Sud (+3,3%).
La fascia d’età dei richiedenti è prevalentemente compresa tra i 36 e i 45 anni (+4,4% delle richieste rispetto al 2013, confermato da un +3,1% di erogazioni), lavoratori a tempo indeterminato, con uno stipendio tra i 1.500 ed i 2.000 euro (+4% delle richieste).
Diminuiscono le richieste da parte dei lavoratori autonomi e atipici (-3,3%) e, parallelamente, anche le banche stringono la cinghia verso questa tipologia di potenziali acquirenti (-2,3% in termini di erogazioni).
Chi chiede un mutuo, non vuole impegnarsi troppo e quindi bilancia con la liquidità a disposizione: +5,1% di richieste di importi tra i 100.000 ed i 150.000 mila euro, per una durata compresa tra i 20 ed i 25 anni e un loan to value compreso tra il 51 ed il 60%, anche per beneficiare degli spread migliori.
In netta diminuzione le richieste su orizzonti temporali superiori, con un netto -11,1% di richieste tra i 30 e i 40 anni. Il mercato in crisi e gli andamenti non proprio stabili spingono dunque ad un atteggiamento positivo, ma ancora prudenziale. Resta ora da vedere se il 2015 sarà in grado di mantenere questo trend e semmai rafforzarlo, anche grazie alle nuove offerte.