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Governo, no alla proroga del blocco degli sfratti

16/02/2015
Governo, no alla proroga del blocco degli sfratti

Questa la decisione dell’Esecutivo su una questione che si protrae da circa 31 anni: per il 2015 il decreto Milleproroghe ha bloccato il rituale annuale attraverso il mancato rinvio del blocco degli sfratti, specificando che nel “decreto casa” sono stati incrementati i Fondi affitti e morosità incolpevole.

Secondo una nota del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, lo strumento più idoneo a risolvere il problema va ricercato nel Fondo per l'affitto che è stato rifinanziato dal Governo per 200 milioni e modificato nella sua disciplina.

Il MIT specifica che le finalità del Fondo sono state ampliate attraverso la previsione di iniziative intraprese dai Comuni e dalle Regioni – come la costituzione di agenzie o istituti per la locazione – per favorire la mobilità del settore; inoltre, la normativa chiarisce che gli alloggi da concedere in locazione devono essere affittati a canoni concordati, con la rinegoziazione delle locazioni esistenti.

Insorgono le Organizzazioni sindacali degli inquilini, sottolineando la grave e inaccettabile posizione del Ministero accusato di aver sottovalutato il problema, giudicando inadeguate le misure adottate in quanto non applicabili ai casi in questione.

Secondo l’Unione inquilini si rischia di mettere in strada circa 30 mila famiglie non interessate dai fondi del Ministero, visto che la proroga riguarda la finita locazione, non casi di morosità o necessità del proprietario di riavere l’immobile. Inoltre interessa quelle famiglie con un reddito lordo minore di 29 mila euro e in cui sono presenti anziani, malati o minori.

Il MIT precisa che il 92% dei 140 mila sfratti in Italia riguarda la morosità e meno di 3000 la finita locazione, contestando il numero di 30 mila casi citati dalle organizzazioni.

Il ministro Lupi precisa che la proroga avrebbe avuto effetti dannosi sulle attuali politiche del governo, perché “nel frattempo stavano entrando in vigore prima il decreto casa e poi il piano casa per permettere finalmente non di avere un alibi ma di affrontare in maniera chiara e precisa il disagio abitativo. Noi dobbiamo, e lo abbiamo fatto, mettere risorse che possano affrontare il problema: 2 miliardi e 600 milioni sono quelle che questo governo ha messo a disposizione di regioni e comuni; dobbiamo chiedere ai proprietari di case sfitte di aiutarci a risolvere il disagio abitativo, mettendole in affitto”.

Tuttavia il problema è rilevante, perché le risorse previste per il Fondo nazionale per il sostegno all’accesso alle abitazioni in locazione sono ripartite tra le varie Regioni. Spetterà a ogni Comune attivarsi, tramite la pubblicazione di un bando che indichi i criteri per potervi accedere: l’inconveniente temuto è l’allungamento dei tempi dovuti alla burocrazia.

Le città più importanti come Napoli, Milano e Roma hanno chiesto che la proroga sia prolungata: solo nella Capitale ci sono state oltre 10 mila sentenze di fine locazione, il 70% avrebbe i requisiti previsti dalla legge proroga.

La critica verso il Fondo per gli affitti – stanziato per 100 milioni nel 2014 e altri 100 nel 2015 – è che non risolverebbe la situazione di quelle famiglie che hanno un immediato sfratto esecutivo da fronteggiare, ma aiuterebbe solo chi deve accedere a una nuova abitazione. Secondo l’Unione inquilini la capacità di tale Fondo sarebbe scarsa (nel 1999 era stati stanziati 350 milioni), in quanto alle 400 mila famiglie beneficiarie spetteranno solo poco più di 20 euro al mese.

A cura di: Paola Campanelli

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