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Aumento IVA e accise sui carburanti: le misure del Decreto Stabilità

03/11/2014
Aumento IVA e accise sui carburanti: le misure del Decreto Stabilità

Una delle disposizioni contenute nella legge di stabilità 2015 riguarda l’aumento delle aliquote IVA e delle accise sui carburanti.

L’osservatorio Nazionale Federconsumatori ha individuato nel disegno di legge voci di entrate incerte ugualmente inserite in bilancio, che dovrebbero scattare nel caso in cui non si trovassero le risorse necessarie per raggiungere gli obiettivi della spending review.

All’articolo 44 del decreto c’è l’introduzione di due sistemi. Il primo è il Reverse charge (tradotto letteralmente “inversione contabile”) e consiste nell’assolvimento dell’IVA da parte del cessionario (o committente) in luogo del cedente (o prestatore di opera o di servizi): già utilizzato nel subappalto edile, viene esteso anche alle prestazioni di servizi di pulizia, di demolizioni, di installazione di impianti. Il secondo riguarda lo Split payment: prevede che il pagamento dell’IVA per cessioni di beni e prestazioni di servizi da parte della pubblica amministrazione avvenga direttamente al fisco anziché ai fornitori.

Secondo il Dl 133, l’adozione di questi due meccanismi porterebbe nelle casse dell’erario più di 900 milioni di euro: l’applicabilità, tuttavia, è rimessa al via libera dell’Unione Europea. Ma la novità è  che in caso di eventuale bocciatura, le entrate verranno ricavate  dall’aumento delle accise sui carburanti.

Nella proposta di legge si prevede anche un rialzo dell’IVA: a stabilirlo è il comma 3 dell’articolo 45. L’ulteriore aumento (già adottato nel 2013 con il ritocco di un punto percentuale) dovrebbe riguardare sia l’aliquota ordinaria che quella agevolata: la prima dovrebbe passare dall’attuale 22% al 24% nel 2016, 25% nel 2017 e 25,5% nel 2018, mentre la seconda, dall’attuale 10%, dovrebbe portarsi al 12% nel 2016 e al 13% nel 2017: rimarrà invece invariata la soglia del 4% in caso di acquisto o costruzione della prima casa. Il tutto è contenuto nella cosiddetta clausola di salvaguardia: l’aumento non verrà adottato nel caso in cui le maggiori entrate (o risparmi di spesa pubblica) corrisponderanno al gettito atteso dal suddetto incremento delle aliquote IVA.

La scelta di incrementare le aliquote e le accise per recuperare gettito potrebbe avere bruschi effetti sui mercati dovuti a una forte contrazione dei consumi. Si stima un aumento della spesa per le famiglie pari a 842 euro nel triennio: è il risultato dei 266 euro in più per il passaggio dal 10 al 13% dell’IVA agevolata, 461 euro per l’incremento dell’IVA ordinaria, 87 euro derivanti dall’aumento del peso dell’IVA in bollette di luce e gas e circa 28 euro per l’incremento delle accise sui carburanti.

A cura di: Paola Campanelli

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