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Il mercato dei mutui, un trend in crescita
Aggiornato il 29/10/2014

La domanda di mutui da parte delle famiglie è in crescita da circa un anno. La Banca Centrale Europea sta operando per sostenere l’erogazione del credito. Il settore del credito è condizionato dalla stabilità politico-economica in Italia e in Europa, pertanto saranno determinanti le iniziative a supporto della crescita economica - soprattutto del settore immobiliare - e dell’andamento del mercato del lavoro.
Gli istituti di credito prestano grande attenzione al rischio di credito e i clienti devono dimostrare una buona capacità di risparmio e una situazione economica stabile.
In questo contesto risulta significativa l’analisi del prodotto elaborata dall’Ufficio Studi Gruppo Tecnocasa, sui primi sei mesi del 2014.
I mutui ipotecari vengono erogati per vari motivi:
• Acquisto: finanziamento acceso allo scopo di acquistare un immobile, con la specifica se di
prima o di seconda casa.
• Sostituzione e surroga: è la richiesta di un altro mutuo per migliorare le condizioni economiche del primo o per ottenere altro denaro.
• Costruzione e ristrutturazione: finanziamenti richiesti per provvedere alla costruzione della propria abitazione o all’acquisto della casa e alla sua successiva ristrutturazione.
• Liquidità: finanziamento concesso per motivazioni diverse dall’acquisto dell’abitazione, a fronte di garanzie patrimoniali.
• Altro: categoria che include tutte le finalità non rientranti nelle tipologie precedenti.
L’acquisto della prima casa è il motivo principale per cui si sottoscrive un mutuo e rappresenta più dell’80% del totale delle richieste, mentre chi vi fa ricorso per comprare una seconda casa incide solo per il 2,6%.
Gli istituti di credito erogano diversi prodotti ipotecari a:
• Tasso variabile: prevede una rata collegata ad un tasso di riferimento (solitamente
l’Euribor o il tasso BCE) e ogni variazione positiva o negativa di tale tasso si traduce in un aumento o in una diminuzione della rata.
• Tasso variabile con CAP: ha le stesse caratteristiche del tasso variabile puro, ma con l’opzione di un tetto massimo (definito in fase di stipula del contratto) che il tasso non può superare.
• Tasso fisso: la rata non varia durante l’operazione in quanto il tasso applicato è definito alla stipula del contratto.
• Tasso misto: offre la possibilità di passare da una rata a tasso fisso ad una a tasso variabile, o viceversa, a scadenze predefinite al momento della stipula del contratto.
• Rata costante: mutuo a tasso variabile con rata costante, in cui le variazioni del tasso di riferimento determinano la durata del rimborso del mutuo.
I tassi hanno raggiunto valori storicamente minimi e un costo del prodotto (spread) medio più contenuto rispetto al passato. In questo contesto, poco più del 43% dei mutuatari ha scelto un tasso variabile puro, approfittando della convenienza delle rate, ma assumendosi il rischio di un futuro aumento dei tassi. Più di ¼ dei mutuatari ha optato per una programmazione certa e sicura, scegliendo la stabilità del tasso fisso nonostante un costo mediamente superiore al tasso variabile.
L’opzione del tasso fisso, l’anno scorso rappresentava il 15,5%, oggi è al 27,6%. La sicurezza di conoscere in anticipo l’ammontare del proprio rimborso è tenuta sempre più in considerazione.
A livello nazionale la durata media del mutuo è stata di poco superiore a 24 anni, risulta che più di 2 mutui su 3 hanno una durata compresa tra 21 e 30 anni; il 30%, invece, si colloca fra 10-20 anni. Nelle regioni meridionali e insulari si sottoscrivono mutui di durata leggermente più bassa rispetto a quelle del nord Italia.
Nel primo semestre 2014 l’importo medio di mutuo erogato sul territorio nazionale è stato pari a circa 108.900 €. Il mutuo è risultato più elevato nell’Italia centrale, con un valore medio pari a 115.000 €. Il 41,2% dei mutui erogati ha un importo compreso tra 50 e 100.000 €, mentre il 39,5% si colloca nella fascia successiva (100-150.000 €). Circa il 15% dei mutuatari, invece, ha ottenuto un finanziamento superiore a 150.000 €.
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