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La nuova stagione dei mutui

Pubblicato il 24/10/2014

Aggiornato il 27/10/2014

La nuova stagione dei mutui

Dopo anni bui, durante i quali era considerato proibitivo richiedere un mutuo e difficoltoso ottenerlo, il trend sembra essersi invertito: a settembre, la richiesta da parte delle famiglie italiane ha fatto segnare un +14,7% rispetto allo stesso mese del 2013.

Nel periodo seguente al crollo registrato durante il biennio 2011-2012, il credito al mattone ha ripreso vigore con una inversione di tendenza già nel 2013 (+3%) e un aumento dell’11,8% prendendo in esame i primi tre trimestri del 2014 rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

Secondo i dati della Banca d’Italia, su un campione di 84 banche le erogazioni sono cresciute del 29,2% nei primi sette mesi rispetto allo stesso periodo gennaio-luglio 2013, passando da 11,4 a 14,6 miliardi di euro.

In aumento soprattutto i mutui a tasso variabile, che rappresentano circa il 79% delle nuove erogazioni: il tutto grazie a un calo dei tassi d’interesse, che si sono attestati al 3,2% (fonte Abi).

I tassi applicati dalle banche dovrebbero continuare a scendere, sia per l’adeguamento di questi all’Euribor (ai minimi storici) che per la riduzione degli spread sulle nuove erogazioni.

Tuttavia, i dati positivi non devono suscitare facili entusiasmi sulla ripresa: in realtà lo stock dei mutui concessi dal sistema bancario è leggermente sceso. La situazione può essere spiegata attraverso un fenomeno interessante e in crescita: l’aumento delle richieste dei mutui per surroga.

La surroga è una procedura che permette al mutuatario di trasferire (senza costi) un mutuo da una banca a un’altra senza cambiare l’importo, ma modificando durata e tasso. In questo caso il sistema creditizio non registra un incremento dei prestiti: il risultato è che si avrà una crescita dei nuovi contratti di finanziamento ma non un incremento dei prestiti bancari elargiti ai privati e quindi nessun rilancio del mercato immobiliare.

Secondo Bankitalia, infatti, i finanziamenti immobiliari sono diminuiti nei primi nove mesi in quanto sono stati stipulati meno mutui al netto di surroghe e a un valore medio inferiore (pari a 124.199 euro, lontano dai 127.685 e dai 131.576 euro rispettivamente del periodo gennaio- settembre 2013 e 2012).

La crescita dei nuovi contratti di mutuo è, quindi, un dato solo in parte positivo, anche perché solo 4 immobili su 10 vengono acquistati con il supporto di un mutuo, preferendo attingere ai risparmi accumulati. A questo va aggiunta la situazione di crisi e di precarietà lavorativa (soprattutto dei giovani) che limita l’esigenza di acquistare una abitazione e a fare ricorso a finanziamenti di medio-lungo termine.

Una totale ripresa del comparto potrà consolidarsi solo quando il mercato del lavoro mostrerà segnali di ripresa solidi e i redditi disponibili torneranno a crescere.

A cura di: Paola Campanelli

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