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Dimora
Con il termine dimora si è soliti indicare il luogo fisico nel quale una persona abita e svolge in maniera continuativa la propria vita personale. Questo significa che non viene considerata dimora il luogo nel quale una persona si ferma saltuariamente o per brevi periodi come ad esempio, una camera d’albergo o una stanza affittata saltuariamente.
Da un punto di vista giuridico i concetti di dimora, domicilio e residenza sono distinti e non vanno confusi. Il domicilio ha infatti un significato proprio diverso dalla residenza. Si elegge domicilio nel luogo in cui hanno sede i propri affari e interessi. Il domicilio può corrispondere alla residenza o essere stabilito in un altro luogo. La residenza è invece il luogo fisico nel quale l’individuo ha la propria dimora abituale.
Per fissare una residenza o per eleggere un domicilio si devono compiere delle dichiarazioni che producono effetti giuridici. Per fissare la dimora è sufficiente invece una condotta idonea.
La legge italiana impone a tutti i cittadini di fissare la propria residenza nella propria abitazione principale. La registrazione della residenza viene fatta presso l’anagrafe del Comune in cui si intende risiedere. A differenza del domicilio, la scelta della residenza comporta oneri, vantaggi e doveri civici. Tra questo l’ottenimento della tessera elettorale che permette di prendere parte alle votazioni in un seggio situato vicino alla residenza.
Oltre a ciò è nel Comune di residenza che:
- si sceglie il medico di famiglia;
- si svolgono gli adempimenti in caso di matrimonio;
- si richiedono i certificati anagrafici.
Per fissare la residenza in un determinato comune ci si deve recare presso l’ufficio anagrafe e compilare la relativa dichiarazione di residenza. Una volta compilata questa dichiarazione la polizia municipale ha 45 giorni per verificare la correttezza della dichiarazione prodotta.
Ultimo aggiornamento novembre 2020