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Banche e mutui: ripartire è necessario

Pubblicato il 25/09/2014

Aggiornato il 29/09/2014

Banche e mutui: ripartire è necessario

Nel corso degli anni tanto gli analisti di mercato, quanto le diverse associazioni di categoria, hanno sottolineato come il raggiungimento di una ripresa economica sia legata a doppio filo alle politiche di erogazione del credito da parte degli istituti bancari.

Preso atto del fatto che le stesse banche debbano, differentemente dal passato, prestare maggiore attenzione alla qualità del credito che gli viene invocato, valutando in particolar modo se i mutui richiesti dalle imprese siano a fini di investimento e quindi buoni o, al contrario, indirizzati al saldo delle spese correnti come stipendi e fornitori, e quindi di bassa qualità e a rischio insolvenza, l'economia reale non è in grado di autofinanziarsi, e necessita della liquidità che solo le banche possono garantirle.

Stesso ragionamento va fatto anche per i mutui richiesti dai privati, di norma indirizzati all'acquisto o alla ristrutturazione di una casa. In questo caso, se da un lato è bene che gli istituti di credito non si accontentino di una garanzia ipotecaria e non eroghino più denaro in misura superiore a quanto richiesto per sostenere le spese strettamente legate all'acquisto della casa o ai lavori edili da svolgere, dall'altro è impensabile che il mercato immobiliare possa ripartire da sé.

Il 2013 è stato un anno nero con riferimento alla concessione del credito da parte delle banche. Prendendo ad esempio il settore del mutuo prima casa, dopo i cali consistenti avvenuti già nel triennio precedente, l'anno scorso la riduzione rapportata al 2012 è stata di oltre il 13%.

Buone notizie arrivano però dalla BCE e dal suo presidente Mario Draghi che, nel corso del mese di settembre, ha ulteriormente abbassato il costo del denaro, portandolo al minimo storico dello 0,05%, soglia minima prima del costo zero. Tale misura è diretta a favorire il trasferimento del capitale dalle disponibilità degli istituti di credito all'economia reale, ed ha già mostrato i suoi primi effetti positivi.

Innanzitutto i tassi si sono immediatamente abbassati, scendendo in alcuni casi anche sotto la quota del 2% per quanto concerne i mutui a tasso variabile e del 4% con riferimento a quelli a tasso fisso. Con questo intervento della Banca Centrale, gli istituti di credito non posso chiedere contesto migliore per riattivare il flusso di credito verso l'esterno.

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A cura della Redazione

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